"Dai Andrea,mi vuoi dire dove stiamo andando?" chiedo guardando la strada cercando di capire.
"Manca poco" replica.
Attraversiamo diverse strade,poi un cartello:"Firenze".
Collego immediatamente tutto.Lui ha vissuto qui per anni e mi ci ha voluto portare.
"Perché?" chiedo con un pizzico di preoccupazione dopo aver superato il cartello che segna l'inizio della città.
Non risponde.
Non insisto.Parcheggia di fronte ad un hotel.
"Vieni" mi invita.
Esco dall'auto e mi prende per mano.
Decido di non assillarlo e lo lascio fare.Mi porta su una panchina in un giardinetto vicino all'hotel,dove presumo alloggeremo.
Anche se ora che ci penso,non ho preso nulla,dato che credo sia una specie di sorpresa da parte di Andrea.
"Bene,allora.Se ti ricordi ti avevo detto che ho vissuto qui a Firenze per cinque anni" dice ed io annuisco.
Mi ricordo,eravamo a cena per il nostro mesiversario e gli avevo chiesto quale fosse il motivo per cui aveva deciso di usare lo pseudonimo "Shiva" come nome.
"Ho deciso di portarti in questo hotel,e ho speso molto,solo per farti conoscere un po' il mio passato diciamo." continua.
Sorrido e lo abbraccio."Non dovevi veramente" esclamo guardandomi intorno.
"Invece sì.Tu sei l'unica che mi rende così,che mi tiene testa e mi fa sciogliere in poco tempo.Non vorrei sembrare noioso o patetico ma,sul serio,penso che per stare con me ci voglia qualcuno di veramente interessato,non per una storiella. Tutti i miei problemi,i miei demoni che pian piano mi divorano,le mie ansie e le mie paranoie,quando sono con te svaniscono.Posso dire sul serio che,Rebecca,io ti amo.Quello che ho appena detto magari ti sembreranno parole al vento,dette a caso o magari addirittura tutte frasi fatte solo per portarti a letto,ma ti giuro che non è così."
I miei occhi si riempiono di lacrime.
Non di tristezza,anzi.Penso di essere la persona più felice dell'universo in questo istante.
Continuo a sorridere e lo guardo,uno sguardo che probabilmente sta dicendo più di tutto ciò che potrei dire io.
"Dimmi qualcosa,ti prego" dice allarmato dalle lacrime che mi stanno rigando il viso.
Lo stringo a me con una forza tale quasi da fargli male.
Lo amo.
Lo amo tanto.
Lo amo più di quanto si possa immaginare.
Mi stacco e inizio a baciarlo.Un bacio diverso da tutti gli altri,composto da sentimenti,ma soprattutto,tutte le cose non dette,specialmente da me.
Tutto l'amore che gli voglio ma che spesso non gli dimostro,tutti i 'ti amo' spezzati da una telefonata,le volte che eravamo nel letto,abbracciati,e qualcosa ci ha interrotto.
Tutte le volte che qualcosa lo distraeva dal resto,tutte le sue ansie e le sue gelosie,tutte le sue paranoie e i suoi mostri notturni.
Tutto racchiuso in questo bacio.
Molti direbbero che un bacio è un gesto come molti altri,come una carezza,ma no.Da un bacio,secondo me,come da uno sguardo,si possono capire tante cose,e spero che lui stia capendo tutte le cose che gli vorrei dire,perché io non saprei proprio come dirle.Ci stacchiamo senza più fiato e continuiamo a guardarci negli occhi.
Probabilmente stiamo comunicando in qualche modo,peccato che io non sia brava a esternare i miei sentimenti,tantomeno attraverso uno sguardo.
"Andrea io,io ti amo.So che a volte non lo dimostro.So che a volte sembro un'apatica di merda,ma purtroppo a volte lo sono e mi dispiace,davvero.
Tu fai troppo per me,vorrei dimostrarti tutto il bene che ti voglio attraverso una frase o un fatto,ma è difficile.Non so come potrei stupirti,insomma,tu sai già tutto di me.Ti amo,tanto,non sai quanto.
Spero di essere all'altezza di questo posto e in primo luogo del tuo passato.Non so se vorrai condividerlo con me,io non sono nessuno per poterlo conoscere.So che hai passato tanti problemi,ma finché ci sarò e tu mi vorrai ti assicuro che farò del mio meglio per farti dimenticare,o almeno archiviare,tutti quei brutti momenti.
Ti amo,Andrea,ti amo."
Continua a sorridere da quando ho iniziato a parlare,ha un sorriso che gli va da in orecchio all'altro.
Si fionda sulle mie labbra e restiamo a baciarci su questa panchina per qualcosa del tipo venti minuti.Ci alziamo,mi prende per mano,mi guarda negli occhi e mi sfiora la guancia con il dorso della mano.
"Voglio farti vedere una cosa,è una cosa che non ho mai fatto vedere a nessuno.In realtà non ci ho mai portato nessuno qui,nemmeno i miei amici sono venuti a Firenze per me" esulta tirandomi leggermente in direzione dell'hotel.Ci fermiamo davanti al lato del palazzo dove ci sono varie scritte.
Ne trovo una in particolare, probabilmente è quello che voleva farmi vedere Andrea.
È la scritta "Shiva".Penso sia stata fatta da quel tizio di cui mi parlava."Questa l'ha fatta quel ragazzo" mi spiega con il volto rivolto verso il muro.
"Bello,ci sta come nome comunque.Suona bene" ripeto a voce alta.Parliamo di altre cose,del suo passato e della sua infanzia.Mi spiega un po' del rapporto con suo padre.L'ha abbandonato da piccolo e sicuramente il fatto di assomigliargli molto non è una cosa a suo favore.Penso gli dia tanto fastidio essere simile all'uomo,se così si può definire,che ha lasciato da sola sua madre con quattro figli.
Probabilmente l'assenza di un uomo in casa,oltre a suo fratello,l'ha segnato e anche cambiato forse.Entriamo in hotel,raggiungiamo la nostra stanza e mentre il mio ragazzo si fa la doccia io mi stendo sul letto.
Mille pensieri di fanno spazio nella mia testa.Ho trovato la mia felicità?
Forse,ma non ne sono sicura.
Più che altro non sono ancora sicura di sapere il vero significato di "felicità".
Sento di star cercando tuttora qualcosa,come ai tempi della rottura con Giacomo,ma non so cosa.
Altra felicità?
Perché?Questa non mi basta?
So di essere una persona che si accontenta difficilmente,ma ora sono abbastanza felice,ne sono sicura.
Manca qualcosa però,forse un rapporto con degli adulti.
Forse mi mancano solamente i miei genitori?
Sì,è molto probabile.
Andrea è felice di stare con me?
Ma soprattutto,perché mi faccio tutte queste paranoie?
Insomma,Rebecca,se non lo fosse non ti avrebbe portata qui.
A volte penso troppo,vorrei solo spegnere il cervello e scollegare tutto.In poco tempo questi pensieri svaniscono e mi addormento beatamente con il corpo rivolto verso la finestra della stanza.
~
Ciaos
Stasera ero particolarmente ispirata lol.
Anche se molte cose sono cose che penso veramente :/
×Bea×
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𝙇'𝙪𝙣𝙞𝙘𝙤 𝙛𝙧𝙖 𝙩𝙧𝙤𝙥𝙥𝙞,𝙡'𝙪𝙡𝙩𝙞𝙢𝙤 𝙛𝙧𝙖 𝙩𝙖𝙣𝙩𝙞 //Shiva
FanfictionRebecca è la classica ragazza popolare a scuola,conosciuta da tutti per fatti passati. Incontrerà un ragazzo che le insegnerà di nuovo ad amare ed insieme affronteranno problemi ed avventure. Si scopriranno cose che potrebbero nuocere alla relazione...