1 Una vacanza da non dimenticare

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"Vieni Wild".
Finalmente, dopo mezz'ora di attesa, Nick riuscì ad entrare nell'ufficio di Bogo, vedendo uscire un suo collega.
"Wild", lo accolse il capo della polizia.
"Capitano" si sedette di fronte a lui "mi voleva? Ho fatto uno scherzo di troppo a qualcuno?".
"No".
Bogo indossò degli occhiali da lettura e prese un foglio.
"Da quando sei qui" incominciò "i crimini si sono ridotti a dismisura, al venti per cento solo il primo anno. I miei complimenti".
La volpe rimase allibita. Da quando il capitano si complimentava con qualcuno?
"Ehm, capitano? Sta bene o l'insalata di oggi era in realtà marijuana?".
"Non sto delirando. All'inizio non mi convincevi, ma ho capito da molto tempo che sei l'agente migliore che questo distretto abbia mai avuto, tu e Hopps ovviamente".
"Mi ha chiamato solo per complimentarsi con me? Allora meritiamo una promozione".
Il capitano corrugò la fronte e si tolse gli occhiali, fissandolo col suo solito sguardo da duro.
"Che intendi con promozione?".
"Una settimana di vacanza per entrambi".
"Le ferie sono fisse. Non un giorno di più, non di meno".
Nick sospiró e fu costretto a raccontagli le sue intenzioni con Judy. Voleva che fosse una sorpresa, ma in fin dei conti doveva giustificare la sua richiesta.
"Capisco" commentò il bue alla fine "e ovviamente lei non lo sa".
"Ovvio. È una sorpresa".
Bogo sospiró e fece il sette con le dita.
"Sette giorni. Non di più".
"La ringrazio infinitivamente".
Si alzò e dopo aver salutato il capitano raggiunse Judy nella saletta delle macchinette. La coniglietta sorseggiava del caffè da seduta su una sedia, chiaccherando allegramente con delle colleghe.
"Carotina", la chiamò.
Judy lo vide e lo raggiunse gettando il bicchiere vuoto nel bidone.
"Allora? Che ha detto?".
"Sette giorni. Non di più, non di meno", disse imitando scherzosamente la voce grossa di Bogo.
La coniglietta lo abbracciò senza staccarsi da lui, agitando la codina felicissima.
"Avevo paura che non ci avrebbe dato niente".
"Anch'io. Pronta per le vacanze?".
"Oh sì".
Si staccò e gli diede un bacio a fior di labbra.

Le loro vacanze consistevano nell'alloggiare nelle Isole del Delfino, un arcipelago composto da cinque isole poste nel cuore dell'oceano, famose per le loro spiagge meravigliose. Era sì molto costoso, ma a pagare il tutto erano stati i genitori di Judy, senza dare una vera motivazione. Erano stati molto vaghi sulla questione, e purtroppo anche Nick non sapeva niente. In ogni caso, avevano una prenotazione presso al Shark Hotel, uno dei più rinnovati hotel di tutti, posto al centro dell'arcipelago.
"Wow...", mormorò stupita Judy.
La stanza era bianca a strisce azzurre col letto matrimoniale, un armadio per due persone e due porte: la prima era di legno e conduceva al bagno, enorme ed elegante. La seconda invece era una porta finestra e portava al balcone, bianco con muretta di marmo grigiastro.
"Bello eh?", chiese Nick poggiando la valigia sul letto.
"Bellissimo. Non andavo al mare da tanto tempo...".
"Idem. Dopo cena c'è uno spettacolo di mangiafuoco. Ti andrebbe di vederlo?".
"Certo!".

Dopo aver sistemato le valige ed essersi fatti una doccia, Judy e Nick andarono a cena nel ristorante dell'hotel, squali grigi su fondale azzurro, con un palombaro che spuntava di quà e di là. La cena era a buffet e nonostante i numerosi clienti, i poliziotti mangiarono comunque da dio, tutto a base di frutti di mare.
Dopo mangiato andarono al famoso spettacolo di mangiafuoco: c'erano tre gazzelle che a ritmo di bonghi e tamburi creavano fiammate gigantesche, sputandole dalla bocca come draghi. Erano bellissime e di mille colori, e l'applauso a loro riservato fu flagrante. Alla fine, Judy e Nick tornarono in camera, ma invece di dormire si misero sulla balconata ad ammirare il cielo stellato.
"È meraviglioso", commentò Judy.
"Lo so, ma io credo che ci sia qualcosa di più bello".
"Ovvero?".
Nick non rispose. Le si inginocchiò davanti ed estrasse dalla tasca una scatolina, mostrandone l'interno: un anello in oro bianco con un'ametista sopra. Judy lo guardò con occhi lucidi.
"Nick...".
"Vuoi sposarmi?".
La coniglietta annuì e gli saltò al collo, piangendo di gioia.
"Non piangere carotina", tentò di consolarla lui.
"Non riesco...sono troppo felice!".
"Oh, voi conigli...siete così sensibili".
La volpe si staccò da lei e mentre la baciava le fece indossare l'anello.
"Ti amo".
"Anch'io".

Il terzo e ultimo casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora