Aziraphale era davanti al distributore di merendine, scrutando la sua immagine nel vetro pieno di manate di gente arrabbiata.
La divisa lo faceva sembrare decisamente più grosso di quello che era, con quell'imbarazzante giacca blu alla marinaretta strettissima sui fianchi e quella cravatta che proprio non aveva la minima intenzione di starsene dritta sulla camicia bianca. Si voltò, guardando i pantaloni con fare nervoso: anche se erano neri, anche se erano più dritti di spaghetti crudi, lo facevano comunque sembrare alto un metro e un tappo di bottiglia.
Sospirò, guardando poco sopra la sua testa. Il corridoio vuoto, che si si sarebbe riempito di gente tra poco più di una trentina di minuti, gli faceva paura, con quelle centinaia di porte che parevano occhi chiusi di una bestia pronta a svegliarsi per divorarlo improvvisamente.
Non era più abituato a stare a scuola, dopo aver passato tutti i mesi estivi rinchiuso in casa a leggere un po' per piacere e un po' per costrizione da parte dei suoi genitori paranoici.
Sospirò: mancavano ancora due anni prima del diploma. Prima dell'università, del lavoro e dell'indipendenza. Si appoggiò alla macchinetta, socchiudendo gli occhi e prendendo un bel respiro profondo. Quest'anno sarà speciale, continuava a ripetersi come un mantra nella testa. Sarà speciale. Sarà speciale. Sarà...
-Buongiorno, Azi!- una voce viscida si sentì per tutto il corridoio, facendolo sbalzare sui suoi stessi piedi: dal corridoio vide arrivare una figura, coperta dalla penombra creata dai raggi del sole mattiniero che non riuscivano ad entrare attraverso le strette finestre. Strisciava appoggiato alla parete, con un ghigno stampato in volto e le mani infilate nei pantaloni, avvicinandosi sempre di più al ragazzo.
-Buongiorno anche a te, Crowley- Aziraphale strinse le braccia al petto, riconoscendo il nuovo arrivato con un minuscolo sorrisetto sul volto. -Sei arrivato mezz'ora in anticipo, perchè? Per sabotare il sistema antincendio? Di nuovo?- lo guardò con sfida, per poi sentire il suo corpo affusolato affianco a lui sul vetro.
-Sei proprio un bastardo, quando vuoi- gli soffiò addosso l'altro in risposta, sistemandosi gli occhiali da sole sul naso. Ovviamente, non c'era il minimo motivo per cui dovesse avere addosso degli occhiali da sole in una scuola, però era una sua abitudine fare azioni inaspettate e totalmente prive di senso. -E comunque, potrei farti la stessa domanda, angioletto-.
-Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così?- esclamò stizzito Aziraphale, grattandosi la testa. Distolse lo sguardo, imbarazzato al solo pensiero di dover dire la verità ad un tipo come lui. -I miei hanno aperto prima la libreria, e visto che oggi è il primo giorno ho deciso di prendermi del tempo per pulire l'armadietto...il portapenne...-
-Sei arrivato in anticipo perchè a casa non hai specchi e volevi accertarti di non sembrare un insaccato prima dell'inizio delle lezioni- Crowley sospirò, staccando la schiena dalla macchina e piazzandosi esattamente davanti all'altro, gli occhi particolarmente divertiti sbattevano sotto gli occhiali. -Ci conosciamo da dieci anni, pensi che io non sappia riconoscere le tue bugie?- si passò una mano tra i capelli rossi, facendo restare in piedi il ciuffo laccato che portava fiero come una corona.
Aziraphale, di rimando, alzò la testa in modo da cercare del rispetto (anche se con tutti gli sforzi del mondo restava una testa più basso di chiunque, una e mezzo nel caso di Crowley), alzandosi sulle punte per guardarlo bene negli occhi, o meglio, degli occhiali specchiati, dove poteva benissimo vedere la sua faccia paffuta. -Tu non mi piaci- scandì bene le parole, puntando il dito grassoccio contro la giacca di pelle dell'altro (le uniormi erano state rese facoltative due anni prima con l'ascesa della nuova perside, che le considerava "denigratorie e atte ad eliminare l'individualità degli allievi". Ovviamente, i genitori di Aziraphale lo obbligavano a metterla ancora) e digrignando i denti in una smorfia che doveva sembrare aggressiva, ma che lo faceva sembrare un cagnolino arrabbiato. -E non mi sei mai piaciuto- aggiunse con fare altezzoso, mentre l'espressione dell'altro era un misto tra totale confusione e divertimento.
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La Mia Parte Intollerante|Good Omens
Hayran KurguEssere un adolescente è abbastanza complicato. Tra la scuola che pare una gabbia, compagnie di amici abbastanza discutibili e nomi di battesimo talmente strani ed inusuali da sembrare quasi scherzi si cerca di sopravvivere come si può. Soprattutto s...