2. hai bisogno di un passaggio?

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La vita è una brutta bestia

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La vita è una brutta bestia.
E lo dico perché lo provo sulla mia pelle ogni maledetto giorno.
È un po' come se al destino piacesse buttarmi in situazioni logicamente impossibili giusto per vedere come me la posso cavare.

In questa situazione logicamente impossibile non me la sto cavando molto bene.
La mia mente elenca una serie di parolacce che variano dal cazzo al vita di merda e io cerco di mantenere la mia solita espressione schifata il più che posso.

Ho perso il controllo per qualche secondo, ma se la mente dell'energumeno qui presente è abbastanza acuta, quei pochi secondi possono essergli bastati per capire tante cose.

Avrei dovuto saperlo.
Incontri come quello di due anni fa non possono passare inosservati.
Avrei dovuto fare una mossa prima, per evitare che questo accadesse.
Perché? Perché io sono in una posizione di svantaggio, mentre lui è in evidente superiorità rispetto a me, in questo momento.

Lo vedo passarsi una mano tra i capelli, mentre l'altra è nella tasca dei pantaloni. Indossa una camicia nera. Ovviamente.
Mi ha rivolto una parola due anni fa.
E quella parola era il suo nome.
Non gli ho nemmeno risposto, quel giorno, catalogandolo come PERICOLO scritto a caratteri cubitali nella mia testa.

E ora che gli sono di nuovo davanti, ad osservare la classe che si porta appresso come se ci fosse nato assieme, confermo la mia teoria. Enea Gori ha tutte le qualità per potermi distrarre dal mio obiettivo finale.
Sarei benissimo capace di cadere nella sua trappola fatta di parole seducenti ed intelligenza, se solo non fossi più furba di lui.

Enea mi guarda, piegando la testa di lato, e io non posso fare a meno di notare come il suo sguardo non si stacchi mai dai miei occhi.
Sta cercando di capirmi.
Fatica sprecata.

Mi schiarisco la gola, ma come apro bocca lui mi precede.
Stronzo.
"Direi che è stato un piacere conoscervi, ma probabilmente non ci rivedremo mai più. Il destino è un bastardo, non trovi?"

Sul mio volto non c'è la minima traccia di confusione. Mi sta citando.
Ammetto che fin da piccola ho sempre sognato di vedere citazioni dei miei scritti sparse ovunque, ma citare una mia frase, che gli ho rivolto due anni fa, mi fa capire che non sono stata l'unica che si è rivista quella scena in loop nella propria testa un milione di volte.
"Destino o coincidenza? Penso che non lo sapremo mai, ma sarebbe meglio continuare questa conversazione in un altro momento." Rispondo io, e lui sorride.

Non c'è nulla da sorridere, quindi alzo un sopracciglio.
Enea però sembra difficile di comprendonio, perché il suo sorriso si allarga ancora di più.
Bene, ho a che fare con uno psicopatico!
Attraente, ma pur sempre psicopatico.

"Niente più rosso?" Mi chiede, e le sue dita, su cui brillano due anelli d'oro, indicano i suoi capelli.
"Era una fase ribelle." Ribatto, toccandomi i capelli castani, chiari e del loro colore naturale. Non vado fiera dei miei capelli rossi, è stato un periodo di esperimenti, quello là, seguito da un periodo di pazzia in cui ho deciso di colorarmi una cioccia di blu, giusto per vedere il risultato.
Come ho detto, non ne vado assolutamente fiera.
"Una fase." Dice lui, ridendo tra sé e sé e se non fosse così affascinante gli avrei già pestato un piede, come minimo.

L'infinito senza limiti [2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora