Quando è venuto in Italia per la prima volta, giunto alla stazione centrale di Milano dopo aver cambiato mille treni dalla Bosnia, papà ha sentito una canzone di Lucio Dalla.
La davano alla radio e per qualche strano, assurdo motivo, gli è rimasta in testa per tutti questi anni.
Non ne ho mai conosciuto il titolo, e non l'ho mai cercato per non distruggere quell'alone di nostalgia che la avvolge.
Facciamo cose inspiegabili, a volte, e io mi meraviglio sempre di quanto sia complesso l'animo umano."Non ho voglia di andare a scuola."
"Amar." Avverte mio padre, guardando mio fratello dallo specchietto, ma lui alza gli occhi al cielo come ogni quattordicenne che si rispetti.
"Se esci dalla macchina in cinque secondi passo in centro a comprarti i pasticcini." Accenna papà, dicendolo con nonchalance come se nulla fosse e riesco praticamente a leggere l'indecisione sul volto di mio fratello.
"Quelli buoni con la panna?"
"Con panna extra."
È fatta, Amar urla un ciao che si perde tra la marmaglia di voci e afferra il suo zaino prima di iniziare a correre verso la scuola.
Non che gliene freghi molto, della scuola, è così fissato col calcio che ha iniziato a calciare pure i libri di scolastici, con conseguenti sgridate di mia madre."Sta crescendo." Noto continuando a guardare mio fratello, mentre papà accende la macchina e la canzone di Lucio Dalla torna a riempirmi le orecchie.
"Già." Conferma papà e il tragitto fino a scuola lo passiamo in silenzio, con io che lotto tra la voglia di dormire e l'ansia per l'imminente interrogazione di greco.Siamo praticamente ad aprile, ormai, il caldo inizia a farsi sentire, anche se in Lombardia l'umidità regna sovrana e ci sorbiamo i cieli grigi come minimo fino a metà maggio.
Papà è felice, canticchia le parole della canzone quasi senza rendersene conto, perso nella sua testa esattamente così come io mi perdo nella mia.Milano ogni volta
che mi tocca di venire
mi prendi allo stomaco
mi fai morire
Milano senza fortuna
mi porti con te
sotto terra o sulla luna
Milano tre milioni
respiro di un polmone solo
Milano che come un uccello
gli sparano
ma anche riprende il voloLa macchina di papà si ferma davanti alla mia scuola e io lo saluto con un sorriso e un cenno del capo, esattamente come faccio tutte le volte in cui mi porta a scuola.
"Ciao, tesoro!" Grida mio padre dall'auto e io faccio un sorriso forzato mentre alcuni primini si girano a guardarmi.
Io, in tutta risposta, li ignoro.
Non ho tempo per loro, anche perché la mia testa continua a pensare a greco e occasionalmente si ferma su un certo ragazzo che attualmente penso sia ancora a Firenze.
Oppure è già tornato, ma non si è fatto sentire. Non un messaggio, una chiamata, una storia su Instagram.
Sembra essersi volatilizzato nel nulla e io sono troppo orgogliosa per andare da Nina e chiederle come si sia risolta la situazione col padre di Enea.Entro a scuola e mi dirigo subito in classe. È relativamente presto, quindi quando appoggio lo zaino sul mio banco accanto a quello di Genevieve, mi rendo conto che in classe ci siamo solo io e Lorenzo.
Tutto ciò che passa tra di noi è un semplice sguardo, e io distolgo subito gli occhi, come se il solo rendermi conto della sua esistenza mi facesse ribollire il sangue nelle vene.
È più forte di me, quindi cedo e gli rivolgo la parola."Cosa ti è successo?" Gli domando, perché il Lorenzo che conoscevo io era un ragazzo timido e mai inopportuno, che le ragazze non le sfiorava nemmeno per sbaglio, che balbettava tutte le volte che qualcuno gli rivolgeva la parola.
Me l'hanno detto in tanti che Lorenzo ha sempre avuto un punto debole per me, forse perché ero l'unica che invece che prenderlo in giro lo accettava per il suo essere semplicemente Lorenzo.
E forse il problema era il suo essere Lorenzo, il suo essere schivo e timido.
Avrei potuto innamorarmi di lui, magari, in un futuro imprecisato, se lui non fosse cambiato, ma credo che in un modo o nell'altro l'avrei comunque lasciato andare perché il fatto che sia cambiato così tanto mi fa capire che forse non l'ho mai conosciuto davvero.
E mi sono fidata troppo presto.
Di nuovo.
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L'infinito senza limiti [2]
عاطفية[COMPLETA] Quando Enea Gori ti apre la porta di una casa che non dovrebbe essere la sua dovresti iniziare a farti qualche domanda, perché rivederlo così dopo due anni è troppo strano per essere un semplice caso del destino e soprattutto perché quel...