18. margherita e si avvicina il ramadan

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[TRIGGER WARNING: lievi menzioni di droghe e disturbi alimentari, si parla di ansia, insonnia e medicinali. metterò questo segno (*) all'inizio dei paragrafi in cui viene menzionato ciò che ho appena elencato, se non ve la sentite, non leggete ❤️]

Quando ho detto alla Peruzzi che finalmente avrei parlato a qualcuno di ciò che mi è successo quattro anni fa, ho visto un puro sorriso di soddisfazione sul suo volto.
Era contenta e mi ha stretto in un abbraccio che io mi sono trovata costretta a ricambiare.
Ge, Giovanni e Mia l'avevano scoperto quasi per caso ed era stata mia madre a dirglielo, il tutto perché mi avevano beccato in un periodo no e ne era saltato fuori un putiferio.

Enea ha l'onore di essere il primo ad ascoltare la mia stessa storia raccontata da me.
Nemmeno con la Peruzzi avevo parlato io. Erano sempre stati i miei genitori a fare da tramite, persino con Amar, e io non ho mai aperto bocca se non per correggere i loro racconti.
Non consocevano i retroscena, la verità della faccenda, e forse un giorno dovrei parlarne anche con loro.
Sanno la maggior parte di ciò che è successo, ma papà non ha mai capito il perché. Nemmeno io l'ho mai capito, se devo essere sincera, ma so che è stato qualcosa di premeditato, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Non sono pronta.
O almeno credevo di esserlo fino a qualche momento fa, ma adesso l'ansia mi sta assalendo e il tempo pseudo primaverile di Milano non aiuta.
C'è vento, sul terrazzo dell'appartamento di Enea, e a me il vento non piace. Mi scompiglia i capelli e io passo interi minuti a prendermi cura di essi.

Glielo hai già detto????

Il messaggio di Giovanni fa trillare il cellulare nella tasca della mia felpa, obbligandomi ad aprire la chat di gruppo con i miei amici.

ma se è andata da lui tipo dieci minuti fa, deficiente

Ge ma che cazzo vuoi??? lasciami fare il pettegolo in pace

AMIRA RISPONDI!!

Leggo l'ultimo messaggio mandato da Mia sorridendo tra me e me, per poi scrivere un veloce sto per farlo e mettere il cellulare in silenzioso.
Oggi, autoinfliggendomi del dolore, ho deciso di indossare una felpa nera extra-large giusto per rendere l'atmosfera della giornata ancora più cupa. Non mi metterei mai una felpa in una giornata normale perché io ci tengo al mio stile, ma oggi ho voluto fare un'eccezione.
Tra l'altro, il nero risalta le ciocche più chiare dei miei capelli, rendendole quasi biondo scure.

Aspetto Enea seduta su una delle sdraio in terrazzo. Aveva detto che non ci sarebbe stato nessuno in casa ed effettivamente quando sono arrivata Blanche se ne stava andando.
È venerdì e io sto per fare la mia confessione. E credo che sarei capace di saltare giù dal terrazzo nel caso in cui l'ansia prendesse il sopravvento.
Avrei dovuto bere una di quelle tisanine di merda che mi prescrive la Peruzzi.
Ovviamente è inutile dire che ieri notte non ho chiuso occhio. I miei progressi con l'insonnia sono andati a farsi fottere, ma secondo la Peruzzi è normale perché sto per fare il mio grande passo.

"Non stai dormendo, vero?" Apro gli occhi di scatto, rendendomi conto che non mi ero nemmeno accorta di averli chiusi.
Enea è appoggiato alla portafinestra che fa accedere al balcone, in mano ha una tazza di té e tutto del suo aspetto indica chiaramente che stava studiando.
Quando sono arrivata mi ha accolto con un libro di giurisprudenza sotto al braccio e l'espressione stravolta di chi voleva solo sbattere la testa contro al muro. Dammi cinque minuti mi ha detto, e io quindi ho ascoltato Blanche parlare di operazioni ad organi interni per ben sette minuti.
La nostra conversazione mi ha fatto capire che non ho alcuna intenzione di fare medicina.

Ora, Enea indossa sempre i soliti pantaloncini e la solita felpa grigia di prima, ma è decisamente meno scosso e più tranquillo.
O almeno spero, perché uno di noi due deve essere tranquillo. Altrimenti questa giornata non andrà a finire bene.

L'infinito senza limiti [2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora