12.

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"Immagina un campo verde in primavera, pieno di fiori dai mille colori. Immagina te sdraiato in quel campo che respiri l'energia della primavera, il caldo non fastidioso sulla pelle, che ti riscalda l'anima, che ti riscalda il cuore. Immagina il senso di pace che provi ad essere lì, con gli occhi chiusi, mentre sogni. Sogni di farfalle che volano lontano, farfalle un po' blu, un po' arancioni, un po' nere e un po' bianche. Sogni di api che passano da un fiore all'altro e il loro ronzio inconfondibile. Sogni di un cielo azzurro e limpido, senza nemmeno una nuvola sopra di te. Sogni di raggi di sole che ti accarezzano la pelle e ti fanno sentire forte, sicura e libera. Fantastico non è vero?  E mentre tu sei lì. sdraiato a goderti il sole e le meraviglie della natura, qualcuno o qualcosa decide di turbare il tuo benessere. Il cielo si fa scuro, terso di nuvole grigie e minacciose. Le farfalle volano via, lontano e così anche le api. Tu vieni risucchiato in un vortice, un vortice nero e scuro che non ti lascia scampo. I colori, il verde del prato, l'azzurro del cielo, il giallo del sole, il rosa dei fiori, l'arancione e il bianco delle farfalle tutto spazzato via da cosa? Non saprei dire cosa ma so per certo che tutto ciò che vedo adesso è un turbine scuro, l'unico colore che mi circonda è il nero. Ed io vengo sbattuta in ogni angolo di questa stanza, in ogni angolo, se c'è di questo turbine vorticoso e violento che non mi da scampo che non mi fa vedere nient'altro se non quel nero. E improvvisamente tutto cessa e rimaniamo solo io e il buio, un buio opprimente, un buio testardo, buio e nient'altro. Dove sono? Dove sono finita? L'ultima cosa che ricordo è il cuore umano che pulsava tra le mani di Andrew Star poi mi sono ritrovata qui, in questa camera nera, senza finestre, senza una porta per uscire e andarmene. Dove sono finita? Nei meandri più profondi e bui della mia testa? So solo che qui non voglio restare voglio andarmene e improvvisamente mi trovo a chiedermi: rivedrò mai la luce? 

Aspettarono ore e ore prima di avere notizie di lei. Stava bene ed era sveglia ora ma l'avrebbero trattenuta per l'intera notte per degli accertamenti se, successivamente, i medici ritenevano che la sua salute era ottimale avrebbero concesso a Jason di riportarla all'abitazione con lui. Il ragazzo, in compagnia di Hailey, era stato per cinque ore fuori dalla saletta di rianimazione in attesa che lei si risvegliasse. Quando aveva ripreso conoscenza era sgusciato nella stanza veloce come un gatto, le aveva preso le mani e le aveva baciate. Agatha aveva sorriso e l'aveva salutato. Faceva finta di non ricordare nulla dell'accaduto, di Matthew e del cofanetto che riportava le iniziali di Andrew Star che conteneva quel cuore ancora pulsante. Invece ricordava ancora tutto nei minimi dettaglia compreso il dolore lancinante che l'aveva lasciata priva di sensi lì,  in mezzo alla strada. Non aveva parlato di questo con i suoi due amici quando le avevano chiesto cos'era successo, era una cosa che preferiva tenere per sé. 

Dopo circa un'ora dal suo risveglio fecero capolino nella stanza Stephen e Matthew. I due trovarono Jason seduto sul lettino accanto ad Agatha e Hailey seduta su una sedia ai piedi del letto. Agatha fu felice di vederli, le faceva pensare che in fondo quei ragazzi le volevano bene se si erano precipitati lì solo per vedere le sue condizioni. La ragazza dagli occhi color smeraldo abbracciò prima Stephen e poi Matthew anche se con un po' di riluttanza. Infatti non riusciva a dimenticare lo sguardo vuoto e perso del ragazzo che aveva portato quel cuore al capo supremo. Il suo gesto, il suo passo e la sua espressione le ritornarono alla mente il quel preciso istante provocandole un dolore immenso alla testa che cercò di mascherare come meglio poté. Sorrise ai quattro amici che erano sopraggiunti in ospedale per vedere come si sentisse, voleva un bene immenso a tutti quanti e si meravigliò ancora nel vedere che anche i suoi amici volevano bene a lei. Non ne era abituata, mai nessuno le aveva dimostrato affetto nella sua vita, tranne la sua sorellina Zoe o i suoi genitori o Oscar, ma questo era diverso. Ora aveva degli amici e sapeva di averne e sapeva che lei era importante per loro. Non era come per Paulette, anzi, a ben pensarci, probabilmente il gruppo ora era più felice senza di lei e non sentivano minimamente la sua mancanza. 

Domani è un altro giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora