15.

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L'aria era già calda quella mattina, entrava dalla finestra della sua camera da letto e la invitava a togliersi le lenzuola da dosso e ad alzarsi. Era una giornata bella e calda, il cielo era sgombro di nuvole ma lei voleva solo tornare a dormire e continuare a sognare persone che non avrebbe rivisto mia più. Svegliarsi lì tutti i giorni, in quel letto, in quella camera, le sembrava di vivere in un incubo e non vedeva l'ora di lasciare quel sogno, ma più la giornata andava avanti più capiva che quello non era un sogno dal quale poteva risvegliarsi ma era la sua nuova vita, una vita eterna, una vita che non avrebbe più potuto lasciare. Decise finalmente di alzarsi dal suo letto e andare a cambiarsi per cominciare la giornata. Si fermò davanti allo specchio e quello che vide fu una ragazza sola, triste e disarmata, una ragazza che aveva perso tutto, tutto quello che amava, tutto quello in cui credeva e per cosa? In cambio di che cosa? In cambio di dolore e sofferenza? In cambio di una vita eterna senza gioia o amore o felicità? No, non era quella la sua vita, non era quella la vita che aveva sempre desiderato, non era quella la vita a cui era destinata. Lei voleva conoscere l'amore, l'amore vero, l'amore fatto di baci e di passione ma anche di coccole, di coraggio e di forza, l'amore che ti fa perdere la testa, quello che non ti fa vedere altro se non lui, lui e solo lui, l'amore che ricorderai per tutta la tua vita. Lei voleva avere degli amici che la capissero e la comprendessero, gli amici che si battono per te quando stai male e fanno di tutto per farti sorridere, gli amici che sono sempre lì con te pronti a rialzarti dopo ogni tuo errore, dopo ogni tuo sbaglio, gli amici che sanno come sei veramente e ti stanno accanto anche se ti credevano diversa, anche se non sei la ragazza perfetta, anche se non sei l'amica dei loro sogni. Lei voleva avere un'istruzione, lei voleva avere dei figli e voleva anche morire, si perché le persone normali muoiono, ma lei non era una persona normale, non più ormai. E doveva accettarlo, doveva dire grazie per questa nuova opportunità che le veniva data, ma lei non se la sentiva di dire grazie, lei voleva solo tornare a casa e portare con sé Jason e dirgli che in qualche modo credeva di amarlo più della sua stessa vita. Voleva urlare, ma non poteva; voleva sfogarsi su qualcuno o qualcosa, ma non poteva. Non poteva andare in giro per le strade del nuovo mondo e urlare, urlare che amava Jason e che appena lui la sfiorava con una mano lei sentiva di essere in paradiso, urlare che Hailey era forse l'unica vera amica che avesse mai avuto e che le voleva un bene dell'anima, urlare cos'era l'amore o l'amicizia, urlare che c'era altro, che esisteva altro oltre a quella cupola di vetro, urlare che c'era un altro mondo dal quale erano stati tutti rapiti e strappati alla loro famiglia, ai loro amici, al loro amore.

Solo in quel momento notò di essere nella camera da letto di Jason e non nella sua, i ricordi cominciavamo a riaffiorare nella sua mente e improvvisamente sentì di nuovo le braccia del ragazzo dai capelli lunghi che la stringevano in un tenerissimo abbraccio, ma lui non c'era quella mattina, in quella camera, sdraiato nel suo letto. Al suo posto solo un bigliettino sulla scrivania. Agatha lo prese in mano e lo lesse: "Buongiorno dormigliona, spero tu abbia dormito bene, mi dispiace per ieri seria, per Tarik, per quello che hai visto e anche per me, insomma quando ti ho parlato di mia madre, ho visto che ci sei stata male. Ti aspetto di sotto a fare colazione quando ti decidi ad alzarti e poi andremo ad allenarci. Jason". La ragazza porse il bigliettino nella tasca del suo cardigan color crema che ieri non si era tolta prima di andare a dormire e poi uscì dalla camera per raggiungere Jason in salotto. Il ragazzo dagli occhi blu non doveva farsi perdonare nulla, non era colpa sua e soprattutto non doveva chiedere scusa a lei perché le aveva parlato di sua mamma e le aveva aperto il cuore. Aveva visto il suo compagno d'abitazione piangere per la prima volta da quando era arrivata lì e si era resa conto che anche lui aveva un cuore, un cuore buono e gentile, capace d'amare, il capo supremo non gliel'aveva portato via, con tutti i suoi innumerevoli sforzi non ce l'aveva fatta, Jason era un buono, un ragazzo dolce che quando ama, ama con tutto sè stesso. Andrew Star poteva portagli via tutto, la sua famiglia, i suoi ricordi, le sue emozioni; ma non poteva cambiare il suo carattere, non poteva cambiarlo, non poteva renderlo come lui voleva. Jason era una persona buona e così sarebbe rimasto per sempre, niente e nessuno poteva cambiarlo, nemmeno Andrew Star, nemmeno Jordan Brown, nessuno.

Domani è un altro giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora