26.

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La mattina dopo i due giovani dormivano ancora abbracciati, così come si erano addormentati, vicino al fuocherello ormai spento dal vento che soffiava nella gelida notte appena tracorsa. Ma loro non avevano sentito freddo perché il calore dei loro corpi vicini e del loro amore li aveva tenuti al caldo e sicuri. Sicuri da un mondo che non era più il loro; ma anzi, non lo era mai stato. Sicuri da quel dittatore senza cuore che loro stessi avevano seguito come un leader. Sicuri dall'ignoranza che per decenni li aveva costretti a chinare la testa.

Mentre la giovane si sforzava di aprire gli occhi ripensò a tutto quello che avevano passato, a tutto il dolore silenzioso che le era stato inflitto, a tutte le bugie che le erano state raccontate. Aprì gli occhi sicura che quello sarebbe stato il giorno della vendetta e del riscatto, il giorno che avrebbe cambiato le loro vite per sempre, il giorno che avrebbe ridato loro la libertà, quello che il capo supremo odiava. Quello sarebbe stato il futuro, un altro giorno. La loro vita era finita nel momento in cui erano stati rapiti ma ricominciava oggi.

Dietro di lei, il ragazzo che sognava ogni notte, quello che aveva sempre desiderato di conoscere, l'uomo che la faceva dannare. Adesso erano lì insieme, Agatha poteva sentire le braccia di lui strette intorno alla sua vita e il suo respiro sul suo collo. Era tutto quello che aveva sempre desiderato fin da quando era bambina. Lei e lui soli, abbracciati e avvinghiati come fossero un corpo solo. Forse era per quello che lei era così legata alla sua famiglia. Forse era per quello che la sua storia la tormentava. Forse Jason aveva ragione: erano legati dalla nascita e destinati ad incontrarsi e ad amarsi. Non le piaceva che qualcuno scegliesse il suo futuro per lei, non credeva nel destino o nel caso, preferiva attribuire tutto a un grosso colpo di fortuna, tranne quella volta, era convinta che il destino le avesse riservato tutta quella felicità e li avesse fatti incontrare. C'era sicuramente una spiegazione logica a tutto quello ma la giovane ragazza dai capelli castano-dorati e dagli occhi come smeraldi preferiva considerare il tutto da una prospettiva un po' diversa, come se fosse tutto opera di una benevola magia, perché infondo c'era qualcosa di magico in tutto quello.

Si sentiva bene, come se fosse rinata. La ferita non era altro che un lontano e brutto ricordo, dormire fra le braccia dell'uomo dei suoi sogni l'aveva guarita. In quel momento si ritrovò a pensare di nuovo alle ultime parole che aveva scambiato con Andrew Star. Come poteva essere stata così sciocca e ceca da credere a una stupidaggine del genere? Si sentiva una specie di mostro ad aver ceduto a quelle bugie e a non aver creduto alla lealtà di Jason. Quante bugie le aveva raccontato il capo supremo? Troppe. Troppe anche a tutti i ragazzi del nuovo mondo. Era giunto il momento di raccontare qualcosa di vero e di smacherare tutte quelle bugie. Basta menzogne. Era stanca e lo erano anche tutti loro. Per decenni avevano vissuto nelle menzogne ignorando completamente una vita che, seppur fatta di delusioni e insuperabili sconfitte, aveva anche qualcosa di buono che lì non potevano avere. Potevano considerarsi almeno come essere umani invece che essere dei robot nelle mani di Andrew Star, incapaci di provare sentimenti, emozioni e compassione.

Agatha si alzò in piedi e osservò il paesaggio. Il deserto le parlava, il vento, il sole e il silenzio le parlavano. Le parlavano di quanto fosse bella la vita e la libertà. Le parlavano del sapore che avevano la vita e la libertà e le dicevano che mai le avrebbe assaporate di nuovo. Sentiva che le stava per perdere per sempre, sentiva che stava per perdere sé stessa, la sua fonte, il suo punto di riferimento e i suoi amici. Se perdeva sé stessa come poteva andare avanti? Come potevano andare avanti gli altri? Sentiva di essersi lanciata in qualcosa più grande di lei. Quanta disperazione, quanta miseria. Ciò che aveva scoperto soltanto una settimana prima e ciò che solo ieri aveva visto era uno shock per tutti. Non c'è l'avrebbero mai fatta a vincere, il capo supremo era potente e aveva un sacco di soldati e loro erano così pochi.

"Bada a non ripetere quelle sciocchezze una seconda volta o io ti faccio uccidere immediatamente. Nessuno farà impaurire il mio popolo con simili menzogne" le aveva detto un giorno andandola a trovare in prigione, nella sua minuscola stanzetta. Lui era troppo forte e non voleva certo scendere a compromessi con lei, una stupida ragazzina. Né tantomeno ammettere che lei avesse ragione. Questo era il motivo per cui quel mondo faceva tanta paura; Era Andrew Star il problema di tutto, lui è la sua mente malata.

Domani è un altro giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora