19.

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Agatha rientrò in casa dopo l'incontro con Andrew Star e la chiacchierata ancora più agghiacciante con Francesca. Se lo odiava così tanto perché non faceva scoppiare lei una rivoluzione? Francesca sapeva ogni cosa, ogni più piccolo segreto del capo supremo. Voleva tornare  disperatamente a casa, forse lo voleva anche più di Agatha, ma rimaneva comunque incollata e fedele a lui, al suo rapitore, all'assassino della sua felicità. Perché? Era inutile pensarci; Francesca non l'avrebbe mai aiutata in niente. Gliel'aveva detto chiaro e tondo qualche minuto prima: "Se scoppierà una guerra sappi che io rimarrò con lui e non combatterò con te, aspetto solo di morire". Agatha non riuscivano a capire le persone come lei, le persone che buttano via la loro vita così, senza nemmeno provare a combattere per cambiarla. Sulla Terra non aveva più nulla, più nessuno ad aspettarla, questo era vero; ma poteva comunque rifarsi una vita, ricominciare tutto daccapo e tornare un giorno ad essere felice come lo era un tempo, non doveva per forza rinunciare alla sua vita. Poteva benissimo crearsene una nuova: lei era bella, giovane e intelligente, sarebbe di sicuro stato facile. Ma sembrava lei avesse già deciso il suo destino, lei voleva morire.

Agatha salì le scale per tornare in camera di Jason e continuare a prendersi cura di lui; lo trovò sveglio che stava mangiando il mandarino. Le nacque un sorriso spontaneo in volto a vederlo così: sembrava un bambino felice, un bambino che vedeva per la prima volta in vita sua quel frutto arancione. Sembrava così piccolo e indifeso e lei era lì per proteggerlo. Non l'aveva sentita entrare e non aveva nemmeno alzato lo sguardo alla porta; era troppo intento a sbucciare il suo frutto, sembrava molto affamato. 

-Sei sveglio?- disse lei appoggiata ad un stipite della porta con ancora indosso le scarpe col tacco mentre teneva in mano la borsa.

-Si mi sono svegliato poco fa- la contemplò per un momento; era davvero meravigliosa, come sempre  - Com'è andata con Andrew Star?-

-è andata- disse mentre si sedeva sulla poltrona accanto al letto di lui - Mi ha fatto alcune domande su di te, sulla tua salute, su di noi e anche un'ultima domanda un po' strana che però non mi lasciato molto sorpresa, me l'aspettavo sinceramente-

-Che domanda ti ha fatto?- Jason era curioso, ma anche molto preoccupato.

-Mi ha chiesto cosa mi veniva in mente nel dirmi la parola "amore"; non so, ho paura che stia capendo tutto e che vuole farci confessare con le buone o le cattive- disse lei abbassando lo sguardo a terra, ad osservare il pavimento.

-Si forse hai ragione. Andrew Star non è affatto uno stupido-

-è per questo che ti chiedo di dimenticare ogni cosa e di non parlare mai a niente e nessuno di tutto quello che è successo tra di noi- adesso Agatha lo stava pregando ma sapeva che Jason era abbastanza intelligente da capire e rispettare le sue scelte. Magari un giorno avrebbero potuto amarsi oppure non era il loro destino e non lo sarebbe mai stato.

-Si ma certo, lo farò- 

Mentre Jason mangiava ciò che la sua compagnia d'abitazione gli aveva preparato lei pensava ad altro, a Francesca e a quanto poteva essere infelice lì, in quel nuovo mondo. Non aveva mai pensato che ci potesse essere qualcuno che soffrisse più di lei. Era stata egoista a pensare che solo lei sentiva dolore per il suo rapimento. Invece anche Francesca voleva tornare, tanto quanto lo voleva lei. O forse voleva tornare a casa, quando sapeva che ci sarebbe stato qualcuno ad accoglierla a braccia aperte. Adesso, che sapeva che erano tutti morti, voleva morire anche lei e raggiungerli. Erano pensieri cupi per una ragazza di 19 anni, ma Francesca certo non aveva quell'età. Era stata la prima ragazza rapita e portata lì. Chissà cosa avrebbe potuto fare sulla Terra in tutti quegli anni trascorsi sul nuovo mondo. Non aveva più importanza ormai, per la Terra lei era morta e sepolta chissà dove, in un luogo che non avrebbe scoperto mai nessuno. Lei adesso desiderava solo morire. Agatha non era d'accordo col suo punto di vita, per lei era indispensabile lottare per qualsiasi cosa, anche per quella più banale. Ma Francesca era stanca della vita, di quella vita e Agatha non aveva mai combattuto una volta in tutta la sua vita e aveva sempre guardato il mondo dalla prospettiva di Paulette e solo da quella, non aveva mai detto nulla per farsi ascoltare, non si era mai ribellata, non aveva mai cambiato strada, quindi lei non era esattamente la persona più indicata per dire alle altre persone come vivere la propria vita.    

Domani è un altro giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora