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" 2 febbraio 2040, Manhattan

Caro diario,

Oggi è l'anniversario della scomparsa di quel ragazzo, Jason. Quello scomparso 20 anni fa. Non l'hanno mai ritrovato, né vivo né morto. Ogni anno questo giorno mi mette soggezione, è come a ricordarmi lui. È qualcosa di oscuro e difficile. Mi fa ricordare il pericolo costante. Ogni tanto mi ritrovo a chiedermi come sarebbe lui ora. Avrebbe 39 anni. Oggi all'università l'abbiamo ricordato con molti onori. Era uno studente facoltoso, veniva da una buona famiglia di Manhattan. Frequentava la mia scuola quando io non ero ancora nata. È stato strano e bello allo stesso tempo. Ricordare una persona così. Vedere le sue foto nel corridoio dell'università mi dice che prima o poi potrebbe tornare e, guardandolo, mi sembra di conoscerlo da sempre"

-Agatha. Ci sono le tue amiche. Scendi-

Agatha, una ragazza allegra, solare, divertente, unica ma...difficile da comprendere per le sue amiche, così diverse da lei. Agatha, una bellissima ragazza, con i capelli lunghi di un castano quasi dorato che teneva sempre legati in una coda o in una crocchia in cima alla testa. I suoi capelli soffici e delicati come i petali di un piccolo fiore. I suoi occhi, verdi, come uno smeraldo senza difetti, perfetto. Il suo fisico, alto e magro. La sua pelle abbronzata. Il suo sorriso bianchissimo e delicato. Tutto in lei la faceva sembrare una persona fragile e debole. Chi la conosceva bene invece poteva dire che Agatha non era affatto una ragazzina insicura, tutto il contrario. Agatha era tutto quello che le sue amiche non erano: bella, intelligente, vigorosa, una ragazza per bene. Agatha era una ragazza semplice, amava vestire in jeans e camicette col collo alto, o maglioni sformati, larghi il doppio di lei. Non si truccava mai, solo un filo di mascara quando doveva uscire con i suoi amici. Le scarpe col tacco non sapeva nemmeno cos'erano. Ad Agatha piaceva studiare, faceva il primo anno di università. La chimica la affascinava, era il suo più grande mistero, voleva scoprire tutto ciò che la riguardasse.

Agatha non sapeva dire cosa quel ragazzo provocasse in lei ma, quando scorgeva la sua foto sorridente nel corridoio della scuola, il cuore le si colmava di lacrime e di sentimenti mai provati. Jason era un bel ragazzo, si diceva spesso. Ma non capiva come mai la affascinasse tanto. Si, aveva grandi occhi azzurri e intensi come il mare, lunghi capelli mori e ricci, un volto allegro e felice. Non l'aveva mai neppure visto, eppure, come diceva lei, le sembrava di conoscerlo da sempre. Almeno dentro di se.

Agatha aveva 19 anni eppure non si era mai innamorata, non sapeva cosa si provasse nel dire "ti amo" ad una persona. Non aveva mai provato nulla di tutto quello che invece le sue amiche avevano già provato e riprovato almeno una decina di volte.

-Ciao mamma ci vediamo più tardi-

- Ehi Agatha, non bere-

Agatha circondò con un braccio le spalle della madre come per rassicurarla poi uscì di casa e chiuse la porta. Davanti a lei c'erano tutte le sue amiche e tutti i suoi amici, ovviamente le sue amiche erano tutte vestite di nero, con i tacchi super alti. Paulette, la ragazza più popolare dell'intera scuola, indossava un abito cortissimo che le copriva a malapena le cosce. Il gruppo era composto da due ragazze: Paulette, la ragazza dalle gambe lunghe e dalla chioma nera come la pece, e Rosie, una bellissima ragazza con gli occhi color del fuoco ma con un passato difficile, e tre ragazzi: Victor, l'ex-fidanzato di Paulette, ex-capitano della squadra di football del college, bello e affascinante, rubacuori e farfallone, Fabian, il miglior amico di Victor, ricchissimo e molto snob e arrogante, tutto ciò che desiderava doveva avere, anche le persone, e infine Andrea, il ragazzo più genuino di tutto il gruppo, il più simile ad Agatha.

-Ciao ragazzi-

-Agatha tesoro, ma perché non ascolti i miei consigli?-

-Ci ho provato Paulette, lo sai. Ma non riesco a camminare sui tacchi bene come voi e poi non mi sento a mio agio in quei panni-

Domani è un altro giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora