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Jason si rimise in piedi nel giro di pochi giorni e cominciò ad allenare, questa volta seriamente, Agatha. Aveva costruito un programma rigido e molto poco flessimibile: Andavano tre volte al campo delle voci, cinque volte in palestra e poi avevano entrambi due giorni di riposo che Jason sfruttava per andare al suo lavoro. Nonostante tutto quell'allenamento Agatha trovava anche il tempo per vedere Hailey e una volta ogni sette giorni organizzavano una cena tutti e cinque insieme o all'abitazione di Hailey o a quella di Agatha.

Jason era molto duro durante gli allenamenti, non lasciava mai il tempo per respiarare alla ragazza dagli occhi color smeraldo, non era per nulla magnanimo o clemente. Infondo Agatha se lo meritava ed erano molto indietro col programma, Andrew Star stava per dare in escandescenze. L'allenamento era molto duro e la notte Agatha dormiva non appena la sua testa toccava il cuscino. Era sempre stanchissima e Jason diventava giorno dopo giorno sempre più discattaco. Era chiaro che volesse mantenere le distanze da lei. Sperava tantissimo di non arrivare mai al punto di non guardarsi nemmeno più in faccia ma il suo compagno d'abitazione era davvero distrutto. Lei gli aveva spezzato il cuore e adesso lui stava facendo di tutto per ricucirlo. Anche ignorarla. Tutto questa situazione la faceva stare malissimo ma era sempre più convinta di aver preso la decisione giusta.

I giorni scorrevano via veloci, presto passarono le settimane, i mesi senza che Agatha se ne accorgesse. Tra lei e Jason era nato un rapporto tutto nuovo, strano, fatto di rispetto e parole mai dette, spezzate in gola. Ormai si parlavano solo con gli occhi e quello che lui le diceva non era affatto bello. Lui la odiava, la odiava per tutto quello che gli aveva fatto subire. Jason soffriva le pene dell'inferno per lei e si vedava, riflesso sulla sua pelle e nei suoi occhi. Ad Agatha veniva da piangere ogni volta che lo vedeva ma ormai non poteva più farci nulla. Lei non era riuscita a dimenticarlo, a dimenticare il sapore del suo bacio e il calore dei suoi abbracci così come anche lui non aveva dimenticato il bacio e il profumo della sua pelle. Sembrava solo il giorno prima quando lui l'aveva stretta tra le braccia per l'ultima volta e il dolore era forte come il primo giorno. Jason era un tipo molto orgoglioso, non dimenticava e non perdonava molto facilmente e si vendicava molto lentamente. Agatha non l'aveva ancora perdonata, non riusciva, era troppo orgoglioso per vedere aldilà del suo naso, troppo orgoglioso per vedere quanto lei soffrire di questo distacco. 

In breve passarono gli anni e Agatha perse il conto dei giorni che aveva passato su quel nuovo mondo. Concluse il suo allenamento con Jason, ormai conosceva tutta la città, sapeva combattere e difendersi e sapeva leggere nella mente delle altre persone perfettamente. Era una delle alunne migliori che lui avesse mai avuto. Quel giorno dovevano incontrare Andrew Star. Agatha era nella sua camera da letto davanti allo specchio. Era già pronta ma anche terrorizzata, non aveva la minima voglia di uscire da quella stanza e andare ad incotrare il capo supremo. Indossava un maglione di lana grigio, con i risvolti sulle maniche, larghe e lunghe, una gonna grigia plissettata lunga fin sotto il ginocchio, calze color carne e stivaletti neri in camoscio dal tacco altissimo e grosso. 

-Sei pronta?- disse Jason entrando nella sua camera da letto. Rimase sulla porta a guardarla ammaliato. Era bellissima, aveva il volto contornato da quei capelli castano-dorati, il rossetto bordeux sulle labbra le donava moltissimo e anche l'eyeliners, le accentuava il colore smeraldo dei suoi occhi.

-Si Jason, prendo il cappotto e arrivo- lei rimase a guardarlo un attimo, anche lui era bellissimo. Aveva una camicia bianca, la giacca e i pantaloni eleganti neri e il cappotto nero anch'esso. 

Agatha prese il cappotto nero che era poggiatto sul letto, la borsa e uscì dall'abitazione insieme a Jason dirigendosi verso la torre di vetro. La ragazza era molto timorosa, aveva paura dell'incontro e di cosa il capo supremo avrebbe potuto dire di lei o di Jason o di entrambi. Arrivarono davanti alla torre, metteva soggezione come sempre, talmente alta che non si vedeva la cima. Faceva abbastanza freddo fuori e la ragazza dagli occhi verdi non vedeva l'ora di entrare in un ambiente più caldo. L'ascensore a forma di stella non era in funzione quindi i due giovani entrarono nella torre e presero un'altro ascensore, più spazioso, con le pareti in vetro oscurato così che loro potessero vedere fuori ma chi invece era fuori non poteva vedere loro dentro. Arrivarono all'ultimo piano del palazzo del potere. Andrew Star era già lì che li stava aspettando seduto su una delle due poltrone, davanti al caminetto acceso a riscaldarsi dal freddo. Quando vide entrare i suoi ospiti si alzò in piedi e andò ad accoglierli, dopo averli fatti accomodare sul divanetto  offrì loro un tè caldo che i due accettarono con piacere. 

Domani è un altro giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora