~ Cap. 8 ~

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Denis pov
Sono sdraiato di fianco a Luca ancora col fiatone, ci giriamo contemporaneamente, e ci fissiamo negli occhi per un tempo indeterminato, fino a quando, il fastidioso rumore del citofono, non ci interrompe.
Luca sbuffa e si affaccia alla finestra
"Oh cazzo mi ero dimenticato"
Gli rivoglo uno sguardo interrogativo, lui mi guarda, e con voce ferma e severa dice
"Devo discutere con una persona, non uscire dalla stanza Denis"
Annuisco, pensando che sono fatti suoi, e mentre lui esce dalla stanza decido di alzarmi.
"Cazzo che male"
Una forte fitta mi parte dal fondo della schuena e mi fa congelare sul posto.
Dopo essermi vestito, sento delle forti urla dal piano di sotto, e divorato dalla gelosia decido di scendere.
Mentre percorro silenziosamente i gradini delle scale sento le urla divenire sempre più forti, riuscendo a capire che con Luca c'è una ragazza, mi affaccio leggermente dallo scorrimano, e vedo una ragazza alta e magra, con labbra molto carnose, e capelli corvini e lunghi.
"Luca che cazzo ogni volta mi dai buco non è possibile"
"Lo so ma ora sono impegnato"
"Ah di certo cosa dovrai fare eh? stai continuando a scoparti gente invaghita di te?"
"No..."
"Bugiardo, perchè sei in boxer?"
"Perchè sono a casa mia e sto comodo così?"
"Ah si? E se vado sopra non trovo nessuno?"
"C'è un mio amico"
"Ah certo 'amico' "
La vedo dirigersi verso le scale seguito da Luca che prova a farfugliare qualcosa, e io velocemente tento di tornare in camera il prima possibile, sedendomi nel letto.

La ragazza entra con uno sguardo di fuoco, e appena mi vede, si avventa su di me spostando la mia testa di lato vedendo i succhiotti.
Luca appena entra, viene colpito dalla mano della ragazza sulla guancia con uno schiaffo, io mi alzo per andare da Luca ma la ragazza si gira verso di me, e dice
"Non provare ad avvicinarti, dopo aver sentito anche tu quello che ho da dire a lui, puoi andare da lui, ma non credo che lo farai"
"Virginia basta"
"No Luca mi sono rotta i coglioni, che devo sempre soffrire per colpa tua, non fai altro che tradirmi da quando stai con me, potrei capire se non facessimo mai niente, ma porca troia scopiamo ogni volta che ci vediamo, ma a te non basta mai, ogni volta sento che non facciamo altro che stare insieme per convenienza, ma tu non capisci che io ti amo? Che mi stai ditruggendo?"
"Virginia, mi spiace ma forse non hai capito che a me di te non frega un cazzo"
Virginia, così ho capito che si chiama, scoppia in lacrime, e dopo essersi girata mi rivolge uno sguardo pieno di tristezza e compassione nei miei confronti
"Non farti abbindolare, tanto non cambierà mai"
e dopo questa frase esce dalla camera, e pochi secondi dopo, sentiamo la porta d'ingresso aprirsi e poi chiudersi.

"Porca puttana se le donne sono tutte così altro che pansessuale divento più gay di Cristiano Malgioglio"
Luca si avvicina, e si siede di fianco a me, io ho lo sguardo basso da quando Virginia è entrata
"Oi sfigato, vuoi rimanere lì a fissare il pavimento?"
"Per te q-quindi sono solo uno dei tanti eh?"
"Sfigato cosa?"
"Sono una delle tue puttane, sono caduto nella tua trappola eh?"
"Den ascol-"
"No Luca ascolta tu, non volevo essere un tuo giochino, e continuavo a trattenermi, non volevo cedere, ma dopo quello che mi hai detto al sushi pensavo di essere in qualche modo speciale, o comunque diverso dalle tue puttane da quattro soldi, ma mi sbagliavo"
"Cosa ti aspetti che io cambi per uno come te? sei uguale a tutti gli altri, non me ne frega un cazzo di nessuno, figurati di uno come te"

Queste parole lacerano completamente il mio cuore, che viene attraversato da una forte fitta, inizio a piangere più forte e preso dalla rabbia mi alzo e mi dirigo al piano di sotto, apro la porta ed esco sbattendola alle mie spalle.
Mi volto guardando la finestra della camera nella quale vi è il ragazzo che mi ha spezzato il cuore, e noto  Luca che mi guarda dalla finestra con sguardo arrabbiato e malinconico.
Incrociamo per un secondo gli sguardi, ma non volendo cedere di nuovo, gli rivolgo il dito medio e mi allontano a passo svelto dalla sua abitazione.
Non so cosa mi stia passando per la testa, so soltanto che devo calmarmi, e decido di andare in un vecchio parco abbandonato immezzo alle boscaglie, oromai non ci viene più nessuno.
Dopo circa 6-7 minuti di camminata ho raggiunto il parco, se si può chiamarlo ancora così.
Le altalene hanno una catena spaccata consumata dalla ruggine, i colori sono sbiaditi e scrostati, lo scivolo è sporco e pericolante e le scalette per salirci sopra si spezzerebbero sotto il minimo peso, l'unica cosa che si salva è una panchina in ferro sotto l'ombra di un pino.

Un vicino particolare ~ ( Denis Dosio x Luca Vittozzi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora