Capitolo 11: Ricordi (Fuoco p.o.v.)

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Ciao a tutti, eccomi di nuovo... spero puntuale! Poiché questo sarà un capitolo corto nel fine settimana ne pubblicherò un altro... intanto buona lettura!

Siamo stesi su un prato, mano nella mano, anima nell'anima e guardiamo le stelle sopra di noi splendenti nel cielo notturno. I nostri abiti lasciano pensare ad origini nobili, siamo nella campagna di Veio, la più importante città etrusca sorta sulla riva destra del fiume Tevere. Corre l'anno 396 a.C. e i Romani stanno assediando la città che piano piano cede sotto la pressione armata dei conquistatori. So per certo che è tutta colpa nostra, è tutta colpa del nostro amore, ma lei mi guarda e sorride. Abbiamo sconfitto Caos, ma non abbiamo salvato gli uomini da loro stessi.

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Corre l'anno 410 d.C. e ci troviamo alle porte di Roma sui colli protetti dai boschi, vediamo e percepiamo sulla nostra pelle il sorgere del sole, siamo io e Terra, soli. Stiamo facendo l'amore, lei è sopra di me, bella e potente come sempre. La sua pelle riflette i primi raggi del sole e sembra fatta di seta e di ambra. Le sue labbra sono schiuse e geme il mio nome nel pieno dell'amplesso. Io sono perso nei suoi occhi e la amo senza possibilità di scelta. Intanto i Vandali di Genserico abbattono le difese e invadono Roma, saccheggiandola, deturpandola, violentando donne e uccidendo bambini e anziani e io so che è tutta colpa del nostro amore, ma lei mi guarda e sorride. Abbiamo sconfitto Caos, ma non abbiamo salvato gli uomini da loro stessi.

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E così via, uno dietro l'altro, i ricordi si affollavano nella mente di Fuoco... dai più antichi ai più recenti.

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Siamo abbracciati, corre l'anno 774 d.C. e ci troviamo tra la folla che assiste stupefatta alla riconciliazione tra Carlo Magno e Papa Adriano I che con più rispetto ed onore di quanto meriti lo accoglie sul sagrato della basilica di San Pietro Vaticano sugellando la loro amicizia e alleanza. Noi sappiamo però che appena ritornerà al suo accampamento di Pavia, Carlo Magno invaderà la città pavese e la razzierà sottomettendo re Desiderio e l'intero regno Longobardo e io so che è tutta colpa del nostro amore, ma lei mi guarda e sorride. Abbiamo sconfitto Caos, ma non abbiamo salvato gli uomini da loro stessi.

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Corre l'anno 997 d.C. e fiamme altissime e spaventose illuminano il crepuscolo. Ci troviamo a Santiago de Compostela e Almanzor ha appena dato fuoco alla chiesa preromanica di San Giacomo. Terra è bellissima e nuda si bagna nelle acque del fiume Tambre invitandomi ad unirmi a lei con sguardi peccaminosi. Tra poco faremo l'amore e sarà l'esperienza più completa e inebriante di questa esistenza e io riesco a pensare solo a questo nonostante l'esercito mussulmano di Almanzor abbia appena distrutto la città. So che è tutta colpa del nostro amore, ma lei mi guarda e sorride. Abbiamo sconfitto Caos, ma non abbiamo salvato gli uomini da loro stessi.

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E così via, uno dietro l'altro, i ricordi si affollavano nella mente di Fuoco... dai più antichi ai più recenti e. le sue iridi si fanno sempre più cupe così come il suo animo consapevole che ogni ricordo sporca sempre di più quel sentimento che si chiama amore.

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Corre l'anno 1864 i fianchi di Terra ondeggiano sopra il mio corpo, i raggi del sole illuminano le goccioline di sudore che le percorrono la schiena. Non potrebbe essere più bella di così e più spietata. Abbiamo rispedito Caos e i suoi Predonum nelle profondità degli inferi e tanto basta a Terra per festeggiare sebbene il suolo su cui giacciamo sia lurida si sangue e lacrime. Sono le terre insanguinate di Sand Creek dove solo ieri le donne e i bambini delle tribù Cheyenne e Arapaho sono stati massacrati e io so che è tutta colpa del nostro amore, ma lei mi guarda e sorride.

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Fuoco sa che in realtà non è stata colpa loro se l'uomo si è comportato ogni volta in quel modo e nemmeno di Caos, perché una volta rinchiuso nuovamente nella gabbia di cristallo e sconfitti i Predonum, l'uomo veniva liberato dalla nebbia che gli offuscava il raziocinio e poteva scegliere il bene piuttosto del male e se questo non accadeva era per la sua natura instabile e volubile. Per l'uomo è sempre stato più semplice proseguire nella scia di dolore e sofferenza creata dai Predomun anche quando questa stessa si dileguava, piuttosto che scegliere il bene curando le ferite e perdonando il proprio nemico. Fuoco sa altresì che Terra dopo la battaglia avrebbe potuto versare tutto il suo potente amore sugli esseri umani per aiutarli a scegliere il bene, ma da sempre aveva preferito dedicare gli ultimi barlumi di magia sul loro rapporto sapendo che dopo quel momento l'uno sarebbe diventato estraneo all'altro. Come darle torto? Per assurdo era la sua stessa umanità che le imponeva di scegliere un bene personale e non uno assoluto.

Ad ogni risveglio, fin dal primissimo, si ridestava con noi la nostra passione, eravamo l'uno per l'altro e niente e nessuno avrebbe potuto separaci, chi ci avesse provato avrebbe assaporato la vendetta di Terra, inarrestabile e micidiale. Ad ogni risveglio Madre Natura riaffidava a noi Elements il nostro potere che però si esauriva con il compimento della missione, questo per permetterci di tornare a vivere un'esistenza pacifica tra gli esseri umani, uguali a loro, sebbene così dissimili. Se Terra avesse usato il suo potere per illuminare la strada agli uomini avrebbe perso la possibilità di vivere gli ultimi istanti con l'unico vero amore della sua esistenza, perché anche la nostra memoria insieme ai nostri poteri affievoliva fino a sparire e mai le nostre vite tornavano ad incrociarsi. 

Buona lettura da Tatystories!

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