Capitolo 7

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La mia testa ormai aveva l'obbiettivo di capire ciò che stava succedendo ad Harry. Nella mia vita ho sempre odiato le bugie e soprattutto chi le raccontasse, ma sapevo che questo non era il suo caso. Harry era la persona più buona ed ingenua del mondo, a volte anche troppo e per questo lasciava che le persone si approfittassero di lui e  della sua bontà. Il ritorno a casa fu silenzioso, non ci mettemmo a cantare le canzoni a squarciagola come avevamo fatto prima. Lo osservai mentre era intento a guidare. I lineamenti del volto erano tesi, le mani strette saldamente intorno al  volante e  le nocche ormai diventate bianche  riflettevano il suo stato d'animo: Rabbia. Faceva quasi paura a vederlo così. Non era l'Harry di prima: solare, dolce e divertente. Ora quel suo lato era stato coperto da una nube oscura, carica di pensieri negativi e preoccupazioni. Durante il tragitto mi feci una lista, nella mia mente, di tutte le possibili ragioni della sua rabbia, ma sfortunatamente non mi venne niente di altamente plausibile. Probabilmente aveva litigato con qualcuno dei manager ..ma perchè??... Ci pensai un po' su finchè una lampadina nel mio cervello non si accese. E se volessero che tornasse a casa? Magari non volevano che continuasse a stare quì in Italia, magari avevano bisogno di lui. Poi però pensai che se Harry fosse dovuto ripartire mi avrebbe avvisata, non se ne sarebbe mai andato così, su due piedi, non lo avrebbe mai fatto.Di questo ne ero sicura. Quel silenzio era diventato straziante, così mi feci coraggio e parlai.

"Harry per qualsiasi cosa io sono quì. Non so cosa ti stia succedendo ma-" e venni bruscamente interrotta

"Lo so Chiara. Lo so. Va tutto bene, stai  tranquilla" disse prendendomi improvvisamente la mano facendola intrecciare  con la sua, mentre con l'altra continuava a tenere il volante. Si girò per un istante a guardarmi. I nostri occhi si incastrarono, ma io potei notare nei suoi qualcosa di diverso. Non possedevano quella luce che li caratterizzava, non brillavano più come prima, ma erano spenti e tristi. La sua mano però lasciò ben presto la mia, altrimenti ci saremmo schiantati contro qualcosa e non saremmo andati a finire particolarmente  bene. Quando tornammo a casa  si era fatta ormai ora di pranzo, ma io non avevo fame, anzi, mi sentivo terribilmente male, ma non a livello fisico bensì umorale. Avevo un nodo in gola che non aveva intenzione di lasciarmi in pace e non potei far altro che sopportarlo per tutto il pomeriggio fin quando non scoprii la verità....

A pranzo nè io nè Harry avevamo mangiato molto, ci limitammo solo a fare presenza sotto gli sguardi interrogativi dei miei genitori. Era buffo il modo in cui Harry cercava di rassicurarmi che era tutto apposto, ma non aveva capito che una delle mie doti era proprio guardare negli occhi una persona e dedurre se stava bene o meno. Quando non se ne accorgeva mi mettevo a fissarlo. Lo guardavo mentre teneva lo sguardo basso sul suo piatto limitandosi ad assagiare un quarto di quello che c'era dentro, ma poi appena alzava la testa e vedeva che lo stavo guardando mi sorrideva. Era uno di quei sorrisi caldi che ti dice "hey sto bene" .

Se non conoscevi la persona potevi anche pensare che andasse tutto alla grande, era bravo a nascondere le sue emozioni dietro un sorriso, una maschera che lo teneva protetto  e pensai che se era così bravo chissà quante volte ha dovuto indossarla quest'orribile maschera.Il pomeriggio passò tranquillo. Io mi ritrovai ,come al mio solito, a chattare sul divano mentre Harry era andato sopra per riposarsi un po' con ancora il fuso orario nelle vene. Verso le 15:30 i miei uscirono di casa. Mi chiesero se volevamo andare con loro, ma risposi gentilmente di no. Io ed Harry dovevamo parlare, ma questa volta volevo la verità. Salii di sopra in direzione della mia stanza, mi trovavo alla fine delle scale quando lo sentii parlare sottovoce, ma non così bassa da evitare di essere sentito. Lo so, origliare è una cosa sbagliata, ma questa volta avevo bisogno di risposte. Nel caso non si fosse capito quando mi  mettevo in testa qualcosa  non mi arrendevo finchè non sarei riuscita nel mio intento.

"no te l'ho già detto".... "è da stamattina che non la smetti di chiamarmi un attimo"... "si può benissimo spostare"...." voi lo sapevate che sarei venuto quì" ... "spostatelo !! " .

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