Capitolo 17

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Gli uffici Infernali erano, chiaramente, un Inferno. Crowley, per un po', camminò insieme a Dagon, Beelzebub e Aziraphale per i corridoi affollati di demoni e creature orribili di ogni genere. Il rumore, l'ambiente stretto, sporco, le luci sfarfallanti sul soffitto, terribili.

Crowley riconosceva la zona dove si trovavano, ovviamente. I demoni semplici come lui, i signor nessuno, lavoravano da quelle parti. Era dove Crowley era stato prima di essere mandato nell'Eden con l'ordine di fare casino, dove ogni tanto doveva disgraziatamente tornare per qualche stupida questione burocratica o per fare rapporto.

Ma essendo un demone assegnato alla Terra aveva passato gran parte del proprio tempo proprio lì, e non in quel luogo letteralmente dimenticato da Dio.

"Bene - disse Beelzebub, fermandosi in mezzo a una biforcazione del corridoio - Dagon, porta Azazel al blocco dove dovrà lavorare. Crowley, devo farti vedere la zona dei luogotenenti."

Crowley e Aziraphale si guardarono. Ci vediamo, voleva dirgli Crowley, non ti perderei neanche in questo labirinto. Ma non poteva.

Rimase zitto e lo vide allontanarsi, un piccolo puntino chiaro che ogni tanto si voltava a guardarlo, in silenzio totale. Bastava uno sguardo, in quel caso, anche perché parlare non sarebbe stato molto sicuro, davanti a due demoni. Si voltò verso Beelzebub.

"Quindi ora sono un luogotenente?"

"Esattamente. Certo, adesso un bel po' di gente qua ti odia ancora, in particolare Hastur... ma tornerai a uniformarti a noi molto presto."

"Certo, da quando gli è morto il fidanzatino." disse Crowley, cercando di suonare il più cattivo e perfido possibile.

"Quello è stato un grosso errore, Crawly."

Beelzebub iniziò a camminare e Crowley la seguì, fino a una scalinata che andava verso il basso.

I luogotenenti erano il secondo grado più basso, subito dopo i normali demoni tentatori. Crowley aveva fatto fatica anche solo a essere un bravo demone (infatti era un pessimo demone) e non aveva la più pallida idea di ciò che avrebbe dovuto fare.

"Dunque... in cosa consiste esattamente il mio lavoro, adesso? Non ho più tentazioni sulla terra da fare, quindi..."

"Amministrerai il lavoro dei demoni semplici. Darai a ciascuno un minimo di tentazioni da compiere, un luogo, un tempo. Dopodiché dovrai controllare i loro rapporti. E quando arriverà il secondo Armageddon quella stessa squadra di demoni sarà sotto il tuo comando."

In sintesi, pensò Crowley ben guardandosi dall'esprimersi a voce alta, scartoffie. Beh sempre meglio che starsene tra le fiamme infernali a infilzare dannati. Sarebbe finito per vomitare.

I corridoi della zona dei luogotenenti non erano assolutamente più puliti di quelli normali, né più ordinati o meglio illuminati. Beelzebub gli mostrò il suo ufficio, che stava dietro a una porta di metallo arruginito e di fianco a un poster con su scritto "È assolutamente vietato staccare le porte e lanciarle attraverso il corridoio per cercare di colpire i vostri colleghi."

"È così specifico da farmi pensare che qualcuno lo abbia effettivamente fatto - disse il demone dai capelli rossi - Mi sbaglio?"

"In effetti, no. In ogni caso, entra e inizia a lavorare. Tra due ore celebreremo il tuo ritorno e il tuo aumento di grado. L'Inferno intero gioisce all'idea che un Angelo, dopo seimila anni dall'ultima volta, sia caduto."

Detto ciò, Beelzebub fece dietro front e sparì. Crowley fissò la sua schiena che lentamente si allontanava per un paio di secondi, poi si voltò verso la porta. Beelzebub non gli aveva dato una chiave, quindi una chiave non c'era.

Il demone si limitò ad abbassare la maniglia, trovandosi in una stanza stretta e muffosa, che odorava di umido. L'illuminazione consisteva in una lampadina sfarfallante che pendeva dal soffitto con i fili scoperti, e sulla scrivania di metallo rugginoso erano già appoggiati, disordinatamente, circa una trentina di fascicoli.

Si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso l'unica altra cosa presente nella stanza spoglia, oltre alla suddetta scrivania e al vecchio telefono che vi stava poggiato sopra, cioè una tenda spessa, grigiastra, che sembrava non aver ricevuto alcun lavaggio per molto, molto tempo.

Incuriosito da cosa potesse esserci oltre la tenda, oltre a un'eventuale finestra, Crowley la scostò, scoprendo solo il muro grigiastro e una grossa macchia di muffa azzurrina.

"Ma allora perché hanno messo una tenda?" disse il demone ad alta voce. 

Sospirò, poi si sedette sopra la scrivania, con i piedi sulla sedia. Sbuffò, rimase in silenzio.

Era fatta, era all'Inferno. Niente più Terra. Niente... niente cene con Aziraphale, o passeggiate al parco passate come due giovani innamorati, due ragazzini sprovveduti e innocenti. Niente corse in auto, niente sere passate a guardare le stelle, niente cottage sperduto nel nulla, niente serate passate sotto una coperta, avvolti l'uno nell'altro, a guardare un film e coccolarsi. Niente musica, neanche quella, se non quella che ogni tanto mettevano nei corridoi, disco. Quella sì che era infernale, si disse Crowley ridacchiando tra sé e sé.

Niente Queen, o Velvet Underground, niente più umani o stupidi ragazzini che ogni tanto guardava mentre giocavano e ridevano e non avevano un solo problema al mondo se non una sbucciatura sul ginocchio. Niente arte, niente piante, niente di niente.

Niente Angelo.

Crowley si asciugò una lacrima. Sì, erano nello stesso luogo, ma non poteva essere lo stesso. A Crowley tutto sarebbe andato bene, se Aziraphale avesse potuto restare con lui. Peccato che all'Inferno nessuno avesse o vedesse di buon occhio dei dannati fidanzati. Se i demoni hanno una cosa che dovrebbero assolutamente aborrire, quella è l'amore.

Prese in mano le scartoffie, una penna che era stata semplicemente lasciata, abbandonata come per caso lì, e iniziò a dare un'occhiata ai fogli.

Buona eternità a me, si disse.






















Beh che dire.

Questo capitolo è corto e di passaggio. Ma, cosa accadrà presto? Giustamente non ne ho idea. No ok so cosa voglio fare, è una cosa abbastanza assurda ma è ok, spero non sia una scelta assurda o troppo prevedibile.

Ma devo farvi un piccolo annuncino. Ho iniziato a scrivere un'altra storia sugli Ineffable Husbands. Questa è breve, ma per davvero stavolta, e molto semplice. Fluffosa, tranquilla, Human AU ambientata nei primi anni settanta, scritta per curare le ansie e dedicarmi a qualcosa di molto positivo.

In sintesi, non leggetela se volete cose angst. Si chiama Precious e boh, spero vogliate farci un salto :D

The Fall | Good OmensDove le storie prendono vita. Scoprilo ora