Capitolo 19

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"Allora - Crowley incrociò le braccia al petto - Come... va?"

Aziraphale parlava molto di più con il linguaggio del corpo di quanto potesse sembrare. La testa incassata tra le spalle, le sopracciglia corrucciate, le spalle alte, parlavano più chiaramente di quanto avrebbe mai potuto fare la sua voce.

"Puoi immaginare, suppongo. N-non mi hanno ancora fatto nulla, loro, ma..."

Crowley sapeva bene cosa turbava per davvero l'angelo. Fece un passo verso di lui, stringendogli per un attimo la mano soffice e calda "Ti senti abbandonato, non è vero?"

"Finora avevo sempre pensato che in fondo in fondo Lei non avesse nulla in contrario a me, a noi. Avevo pensato che questo fosse un altro passo del suo piano, ma che alla fine tutto si sarebbe risolto per il meglio. Io non pensavo che tutto questo, tra di noi, potesse davvero essere sbagliato."

Crowley alzò un sopracciglio "E perché non dovrebbe? Io sono un demone, tu sei un angelo. Non dovremmo nemmeno piacerci a vicenda. O sbaglio?"

"No, non sbagli. È che... non lo so. Avevo come l'impressione che tutto... questo, questo noi, fosse non così sbagliato. Ma è sbagliato, no?"

"Angelo, non metterla in questo modo... - sussurrò Crowley - Non dobbiamo stare al giudizio di nessuno, no? Anche quaggiù noi stiamo dalla nostra parte, non esiste davvero uno sbagliato."

"Nella nostra... zona grigia?"

"Esattamente. E finita questa stupida festa, che tu sia caduto o non caduto, cercheremo un modo per tornare a fare ciò che abbiamo sempre fatto."

"Cioè?"

"I cazzi nostri."

Aziraphale rise, forse più per nervosismo che per effettivo divertimento, ma parve rasserenarsi un poco.

"Il fatto è che... credo che un conto sia il giudizio degli altri angeli, mentre il Sup..."

Lei. Quanto Le era stata fidata un tempo. Quanto aveva sofferto quando aveva sentito tutto il Suo amore svanire dalle sue membra, abbandonandolo come la vita abbandona un cadavere. Aveva fatto male, perderLa.

"So che fa male, Aziraphale."

Crowley lasciò che l'altro si stringesse a lui in un abbraccio timido e spaventato.

"Sapere che Lei probabilmente ha rinunciato a me, che ora è mia nemica... non so come mi faccia sentire. Io non sono mai stato contro di Lei. Anzi. E credo, sì credo... che tutto questo mi stia facendo sentire solo."

Non c'e luce, amore o gioia per i caduti. Solo il buio e la follia dell'Inferno.

"Io sono qui." rispose Crowley.

"È un'altra cosa - commentò aspramente Aziraphale, alzando lo sguardo verso di lui - Se io cadrò del tutto, se Lei mi abbandonerà definitivamente..."

"Diventerai un dannato. Ma sopravviverai. Per tutto il tempo mi avevi detto che saresti stato forte e avresti sopportato. Lo farai, no?"

"Lo spero..."

Crowley gli passò una mano sul viso morbido "Ascoltami. Nel momento in cui hai accettato di cadere ne hai anche accettato le conseguenze. Non lo dico per essere cattivo, ma devi restare forte. E non cedere. Per quanto possa fare male, non puoi lasciare che il dolore diventi l'unica cosa presente nella tua vita. Intesi?"

"Certo - sussurrò Aziraphale - Intesi."

Crowley avrebbe voluto portarlo al sicuro. Lontano, lontano da lì.

"Ce ne andremo, correremo via. Ma prima devi riuscire a resistere. Intesi? Andiamo a vedere dov'è il tuo ufficio, così posso sapere come trovarti."

The Fall | Good OmensDove le storie prendono vita. Scoprilo ora