14.

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Mike si svegliò con un dolore acuto alle costole, come se un alieno stesse cercando di uscirve dal suo petto rompendo le ossa della sua gabbia toracica. Aprendo gli occhi non distinse nitidamente i contorni del poco arredamento della stanza di Theo. Gli girava forte la testa e un'profondo senso di nausea si impadronì del suo stomaco. Lentamente girò la testa di lato giusto in tempo per notare il viso addormentato dell'amico poggiato sul suo petto. Il ragazzo tornò con lo sguardo sul soffitto concentrandosi sui pochi raggi di luce provenienti dalle serrande abbassate.

che ore sono?, pensò sbadigliando e richiudendo gli occhi per alleviare il dolore alla testa che, come un martello pneumatico, gli ricordò della sera prima quando Theo, trionfante, era tornato dalla cucina con una bottiglia chiusa di bourbon appena comprato.

Il biondino non si faceva molti problemi, sapeva che Hobie non si sarebbe mai accorto dell'assenza di quella sostanza alcolica e, se anche fosse stato, non avrebbe certo attribuito la colpa a lui. Gemendo di dolore Mike si alzò a sedere lasciando che il ragazzo di fianco a lui continuasse a dormire beato. Mike lo guardò per qualche secondo prima di alzarsi per andare alla ricerca di qualcosa da prendere per la testa che, ad ogni suo passo, sembrava stesse implodendo. Ormai si era abituato a quella routine: scuola, casa di Theo e a volte, con grande gioia di Karen si concedeva una cena con la famiglia.

L'impatto con l'alcol non era stato traumatizzante, si era così abituato ad avere quella sostanza in corpo che a volte si chiedeva come lui, ragazzino di quasi quindici anni potesse sopportarlo. Stessa cosa con la droga. Non sapeva come Theo se le procurasse e ne perché uno spacciatore si fidasse di un ragazzino, ma quelle sostanze lo facevano stare bene. Lo rilassavano, lo facevano sentire se stesso per una volta. Come immaginato, sul fondo del cassetto della biancheria Mike trovò un fentanyl che non esitò a mandare giù. Si stiracchiò guardandosi alla specchiera accanto alla cassettiera. Il suo corpo smunto calzava grande nelle felpe che aveva rubato a suo padre o dall'armadio di Theo. A volte si chiedeva chi a sua volta le avesse date al ragazzo.

I ricci gli ricadevano ribelli sul viso e gli occhi rossi gli donavano un aria da zombie appena resuscitato e in cerca di cibo.Si stropicciò nuovamente gli occhi e si sistemò i capelli per poi uscire dalla camera da letto di Theo e dirigersi verso la fine del corridoio. Mike cercò di immaginare cosa avrebbe potuto dirle, se fosse presentabile per presentarsi in camera di una ragazza alle otto di mattina. Si fermò davanti alla porta di legno ed esitò qualche secondo per poi bussare lievemente, avendo paura che Pippa stesse ancora dormendo.

<Avanti>, la voce gutturale dal sonno della ragazza gli giunse come una specie di richiamo che, ovviamente, lo fece entrare velocemente nella stanza.

<Giorno Mike>, la rossa era seduta sul letto con un pigiama verde pallido e un quadernino tra le mani. I capelli le ricadevano sul viso coprendo le sue bellissime lentiggini. Mike si morse il labbro avvicinandosi al letto e sedendovisi sul bordo <Hey, mattiniera?>, chiese alzando lo sguardo verso di lei.

Pippa annuì guardandolo <Mike, non voglio che tu e Theo beviate quando io sono qui, anzi che beviate in generale>, il suo sguardo penetrante bastò a far raddrizzare Mike <Noi non...>

<Mike non mi prendere in giro>

<Ascolta, succede solo qualche volta. Non ti preoccupare, dirò a Theo di non comprare più alcol in tua presenza. Mi dispiace>, disse mortificato. Non voleva dare l'idea sbagliata a Pippa e, se era davvero innamorato, doveva contenersi e fare come lei aveva detto.

La ragazza sospirò <Va bene>, poi sorrise e Mike si sentì morire dalla felicità, amava vederla sorridere. Amava lei.

<Oh se Theo si svegliasse...andiamo a fare colazione fuori? Cioè se vuoi, nel senso che se non vuoi non mi offendo perché effettivamente è presto e...>

Come Together | Mileven Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora