2.

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<Il punto è un altro Dustin, più puntini mangi più punti ottieni. Quei polipi multicolor non vogliono che tu ottenga un buon punteggio ma...>, Mike sospirò e cercò le parole adatte per esprimere i suoi pensieri. Stava spiegando all'amico i trucchi per raggiungere un buon punteggio a PacMan. Si girò a guardare El mordendosi leggermente il labbro <Ti va di venire da me oggi? Studiamo insieme>, le sorrise vedendola annuire sotto lo sguardo confuso di Dustin <E questo cosa c'entra con il gioco?>, chiese alzando le mani mentre raccoglieva il cappello cadutogli per essersi piegato a raccogliere una matita. <Continuiamo dopo il discorso...>, si rivolse a Dustin che sbuffando si volse verso la cattedra.

El continuò a sentirsi lo sguardo di Mike addosso anche quando la professoressa iniziò ad illustrare il programma dell'anno.

<Ed infine faremo una ripetizione generale...>, borbottii da parte della classe si diffusero quando il bidello varcò la porta dell'aula per avvicinarsi alla signorina Elwood che subito dopo si guardò in giro in cerca di qualcuno in particolare. <Signorina Hopper?>, la ragazza alzò lo sguardo. <Può andare, suo padre la aspetta fuori>, le sorrise debolmente.

El si girò verso Mike confusa ricevendo solo un'alzata di spalle. Si alzò titubante rendendosi conto troppo tardi di avere il vestito impigliato nel chiodino della sedia. Strak. La stoffa le si lacerò sul fianco producendole un sussulto. Cercò di riunire i due lembi con le mani ma invano. Alzò lo sguardo e notò l'intera classe girata verso di lei e una profonda vergogna le si disegnò sulle guance.

Prese velocemente la sacca e con tanto di vestito scucito si diresse verso la porta. <Jane!>, si girò verso Mike che alzandosi dal suo posto le andò incontro con una graffetta in mano che le porse con un sorriso. Afferrò velocemente l'oggetto guardandolo negli occhi <Grazie>.

<Mamma?!>, sussultò sul sedile dell'automobile. Hopper la aveva presa prima per un valido motivo. Sua mamma aveva dato un segno di riconoscimento, aveva chiesto di lei. Ragionava e si guardava intorno senza dondolare continuamene e ripetere sempre le stesse cose. Le aveva sempre fatto impressione, quella donna in camice bianco. Eppure erano così simili. Lei era sua madre, quella vera. Anche se non c'era mai stata per lei, magari le cose sarebbero cambiate. Le piaceva stare con Hopper anche se avere un poliziotto per casa può dare tante noie. Lui aveva ancora paura che da un giorno all'altro lei gli fosse portata via.

Casa di sua zia Becky era molto diversa rispetto alla sua. I colori erano più fiochi e chiari e l'ingresso era piccolo e stretto, con un mobiletto pieno di carte e cianfrusaglie all'entrata. La zia non era una maniaca dell'ordine poiché aveva altro a cui pensare, ovvero sua sorella. Rimpiangeva di non averle creduto quando rotta dal pianto Terry le aveva spiegato che in realtà la figlia era viva. Poi piano piano era andata peggiorando fino a ritrovarsi a ripetere più volte parole senza senso "Respira. Girasole. Tre a destra. Quattro a sinistra. 450. Arcobaleno".

Quando invece quella mattina vide la donna camminare in corridoio affannatamente e con un sorriso in volto si commosse a tal punto che si precipitò a chiamare Hopper pregandolo di portare la ragazza con lui.

El si strinse il lembo lacerato e poi unito dalla graffetta di Mike e, insieme al padre, si diresse verso l'entrata. Sembrava che sua zia fosse appostata dietro la porta perché non ebbero nemmeno il tempo di suonare il campanello e già erano dentro casa. <Vieni Jane! Non vede l'ora di vederti>. Vedendo la ragazza indugiare accanto ad Hopper si accovacciò di fronte a lei <Sono sicura che andrà bene, è tua madre e dovete recuperare un po' di tempo perso. Sono sicura che si sistemerà tutto e diventerai una normalissima ragazzina>. Undici ridacchiò per l'ultima affermazione. Normale non lo sarebbe mai stata e Mike continuava a lodarle quei suoi poteri nonostante lei dicesse di non voleri, che erano pericolosi.

Come Together | Mileven Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora