Capitolo 4.

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Sono pronto per andare alla festa di Scarlett. Appena sento il clacson dell'auto di Penny, esco di casa e la raggiungo.
- Ciao Penny -
- Ciao Jo. Senti, ma tu bevi, vero? Non mi sarai mica un santarellino? -
- Ehm, no. Bevo - mento.
- E lo reggi? -
- Si, certo -
- Forte. Possiamo partire -

Sfrecciamo a tutta velocità verso la festa, dove tutti ci stanno aspettando.

Appena entro in quella casa vengo invaso dalla musica assordante, accompagnata dalle luci stroboscopiche e da una grande folla di gente ubriaca.
Non ero mai andato in posti così e non nego che mi potrebbe pure piacere.

Scarlett ci viene incontro con una birra in mano:
- Ciao ragazzi! - urla per farsi sentire.
- Ciao Scar! Senti hai roba forte?! -
- Ma per chi mi hai preso?! Ovvio che ce l'ho, Penny! Vai in cucina! -

Ci facciamo largo tra quelle persone esaltate a dismisura, ridacchiando nel vedere come un po' d'alcool fa uscire di testa certa gente.
In cucina ci sono Coby, Paul, Sebastian e Abel seduti al bancone, che si sfondano di vodka e altri alcolici.
- Ragazzi, vi lascio il mio amico. Qualcosa di forte per lui - dice Penny andandosene a ballare.

Sebastian mi allunga una bottiglia di birra:
- Non sembri uno da roba forte -
- In effetti non bevo quasi mai -
- Rimedieremo. Stasera si gioca a beer pong, ma con la vodka, belli -

Mi trascinano sul porticato.
Di fronte a me c'è un tavolo e sopra di esso ci sono dei bicchieri di vodka.
- Allora, si tira la pallina. In base a dove arriva, devi bere un dato numero di bicchieri. Ci stai? - chiede Paul.
- Certo -

Dopo un paio di partite di seguito, il mio corpo mi fa capire che ho fatto una cazzata e vomito tutto quello che ho bevuto. A ruota anche Coby ed Abby mi seguono e tirano su tutto.

Sono circa le quattro e gli invitati se ne sono andati tutti. Siamo seduti sul prato a guardare le stelle.
- Ragazzi, credo sia tempo del rito di iniziazione per Jonathan - dice Scarlett.
- Quale, quale rito? -
- Seguici -

Andiamo sulla spiaggia, dove non c'è nessuno. Accendiamo un falò e ci sediamo attorno.

- Bene Jo - dice solenne Penny - il rito consiste in uno spietato obbligo o verità, devi fare e dire tutto. Ci stai? -
- Ci sto -

Passo la successiva ora a rispondere alle domande più stupide e buffe che abbia mai sentito ed a fare obblighi come "lecca la sabbia" o "bevi il mare".

È il turno di Abby, è lei a dover fare una domanda stavolta:
- Obbligo o verità, Jo? -
- Verità -
- Perché sei qui da solo? Da chi vuoi scappare? -
- Che domanda stupida - non voglio parlare di queste cose, non sono più importanti per me.
- D'accordo, limona con Abel -
- Ma che dici? -

Cazzo. Ho paura che si sia capito che sono gay.

- Dai, è un obbligo, Jo -
- Si ma lascia perdere, l'obbligo è mio, non di Abel -
- Tranquillo, Abel è il re di questo gioco, non perderebbe mai, vero Abel? -
- Facciamo sta cosa - dice lui.

Mi avvicino imbarazzato al suo viso; sono terrorizzato dall'idea di baciare chiunque altro non sia Dylan, soprattutto perché si tratta di un ragazzo.
Le nostre labbra sono ad una distanza di cinque centimetri, ma mi blocco.

- Che fai Adams, non vuoi vincere? - domanda sottovoce Abel.

Chiudo gli occhi e lo bacio. Le sue labbra calde stringono le mie, le nostre lingue si sfiorano delicatamente, ed io non posso fare a meno di continuare a baciarlo.

- Può bastare - ridacchia Abby con un pizzico di malizia.

Abel si stacca di scatto; sputa sulla sabbia e si rivolge al gruppo:
- Il re ha mai perso? -

Tutti ridono e scherzano, parlando del più e del meno.
Io però non posso fare a meno di odiarmi. Cazzo, non potevo staccarmi prima? È stato umiliante, sono stato ridotto ad uno stupido obbligo.
Non avrei nemmeno dovuto accettare.

Sono ormai le sei del mattino, ed ognuno torna alla propria casa.
Sono stremato, è stata una bella serata, ma credo che per un po' non toccherò alcool.


Angolo Autrice 📌
Grazie per le stelline, mi fanno capire che vi sta piacendo la nuova storia ♡.

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