LA PARTENZA

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Al canto del Hokrok (sottospecie di gallo, più grande e che sa volare) mi svegliai.
Trafelato e con svogliatezza presi la bisaccia e mi avviai l'ultima volta verso il grande portone alternando ad ogni passo un pezzo di Changu...
Volevo uscire da lì il prima possibile, per soffrire il meno possibile.
Abbassai il ponte levatoio che si richiuse l'ultima volta alle mie spalle e mi avviavi verso la Valle dei Tok Tuk.
Un ultimo sguardo, fulmineo accompagnato dal leggero soffio del vento a spostarmi la frangia " A presto" le ultime tremolanti parole che volarono e scomparirono col vento...
Riunii l'equipaggiamento e partii verso il futuro, verso il mio destino.
Non passò molto ai primi incontri, cervi, uccelli , sciami... Tutta la musica della foresta in anteprima accompagnata da una cascata d'acqua...aspetta?! Una cascata d'acqua! Corsi, guidato da quel soave rumore e mi fermai solo sulla sponda dello stagno in prossimità della fonte.
Felice mi rinfrescai, rifornii le mie scorte...e mi riposai all'ombra di un acero accarezzato dalla brezza di montagna. Il sole splendeva in alto in un cielo privo di nuvole.
Dopo il riposo, ripartii.
Il profumo di muschio mischiato a quello di tiglio pungeva leggermente le
mie narici...attraversata la foresta mi ritrovai al limite di una faglia, probabilmente causata dall'erosione di un fiume estinto... Come fare a superarla?
Iniziai ad accumulare rami secchi, escrementi secchi e bacche : per quella notte mi sarei accampato lì, non solo perché non avevo ancora la soluzione ma anche perché il vespro si avvicinava trascinando con se le pietre ardenti uscite dal caldo torrido del giorno .
Cercai di accendere un fuoco, invano.
Il lamento del cielo ebbe inizio, improvvisi lampi di luce facevano breccia al buio improvviso... " Se il fuoco non vuole venire da me io andrò da lui" pensai... Cercai il bersaglio di un fulmine... Arrivato ad un tiglio in fiamme attizzai il fuoco ad una torcia che trasportai fino al provvisorio accampamento... Potevo dormire al caldo e al sicuro per fortuna; la pioggia non riusciva a filtrare nei fitti rami degli aceri soprastanti a me.
" Buona notte! " il mio ultimo saluto al lamento della natura.

La furia dell'orsoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora