Il mio professore Tae.

Mio Padre

La storia di Ginevra
Ragazzi questa parte è sensibile se non ve la sentite è meglio che non la leggete.

Quand'ero piccola io e mia madre e mio padre giocavamo sempre.
Erano la mia vita.
Ogni volta che mi sentivo triste loro c'erano sempre.
In pratica la mia vita era perfetta, perché c'erano loro.
Mia madre una donna alta, capelli mori, occhi verdi, magrolina, era una lavoratrice che si affaticava troppo per portare il pane a casa.
Mio padre la stessa cosa.
Erano lavoratori perfetti.
Anche se c'era una cosa che mi sfuggiva.
Mia madre per quanto fosse una donna gentile, perfetta nel suo essere aveva qualcosa di strano.
Era sempre triste anche se non lo dava a vedere, era cupa, senza sentimenti.
Quando c'ero io diciamo che qualcosa cambiava si sforzava.
Ed ogni attimo, minuto, secondo, anni, ore, era sempre un fiore che piano piano gli si cadevano i petali.
Un giorno mi avvicinai
E le chiesi cosa avesse
E perché era così
Mi rispose che era per il lavoro e che dovevo stare tranquilla che niente accadeva e che se stava male me l'avrebbe detto, perché noi eravamo una cosa sola e ci dicevamo tutto.
Ma sapevo che aveva mentito
Lo sapevo eccome
Sapevo che nascondeva
Qualcosa.
Così feci finta di niente regarandole un sorriso per farle capire che io c'ero anche se qualcosa andava storto.
UNa notte dormivo però mi svegliai per dei rumori, ovvero, urla che non mi facevano dormire.
Così scendendo per le scale vidi mi madre per terra con il labbro spaccato il pavimento pieno di sangue mio padre con una bottiglia mezza rotta e lei che urlava di smettere di picchiarla.
Ma mio padre non si fermò la cominciò a picchiarla sempre di più.
Lei che urlava
Lui che nel frattempo si sbottonava I pantaloni e la uccideva.
Io che tremavo.
Decisi così di andare al soccorso di mia madre rischiando di morire e quando di nascosto presi il coltello per difendere mia mamma, mi avviai, arrivai, e lo colpi dietro la schiena.
Il sangue usciva
Mia mamma urlava
E cercava
Di dirmi
Allontanati
Mio padre che alzandosi non morendo mi sbattè la testa vicino al muro.
Mia madre si avvicinò a Me e mettendosi davanti a me diceva a mio padre, supplicandolo, di smetterla, almeno non davanti a loro figlia, e di picchiare lei.
Così mio padre prese mia padre, si mise il preservativo ed entrò in lei.
Io cercavo di tutto per cercarla di proteggerla.
Ma lei si metteva dietro di me, mentre quel mostro la violentava senza sosta, mentre lei tra la vita e la morte lottava  per me.
Io tremavo, urlavo, perché mia madre soffriva e quel figlio di puttana non la smetteva.
Così io andai a cercare il telefono e dopo quel terrore arrivò la polizia che ci salvò e che ci curò dal quel mostro che aveva rovinato la vita di nostra madre e che lei mi aveva fatto di tutto per cercare di proteggere sua figlia, perché una madre farebbe qualsiasi cosa per una figlia, anche a costo di Morire.
Perché una madre ha un cuore.
Una madre sa che quando si partorisce si soffre
E per un figlio si soffrirà per sempre
E la. Mamma e l'unica donna che ci amerà per sempre
Che a qualunque costo sacriferà la sua vista a posto della sua.
E così ha fatto mia mamma contro mio padre
La violentata, la marcata mentalmente, ha rovinato la nostra vita.
Però abbiamo superato questo dolore.
Lui ora sta in carcere
Anche perché
Si è scoperto
Che lui
Ha ucciso una persona
Di omicidio di 2° grado.
UN mostro non si deve permettere di violare una donna
Non deve proprio
Perché noi donne non meritiamo qualcuno che ci tocca senza permesso, o ci maltratta.
Abbiamo bisogno d'amore
Non di mostri
E il mio mostro lo sconfitto insieme a mia madre

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Autrice:
Allora ragazzi
Questa è la metà storia di Ginevra
Ma ho scritto questo capitolo per la violenza sulle donne e per tutte le cose brutte che subiscono e subiamo.
Volevate come andava a finire la cena? Lo so
Però le storie che scrivono devono essere profonde e avere un significato.