L'autunno (I'm Back)

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Il vento fresco sfiorava le mie guance provocando una dolce sensazione sul viso, le foglie ormai ingiallite cadevano dolci e silenti sull'acqua del fiume, l'autunno era arrivato, imponente, su tutta la città, creando un miscuglio di romantici colori.
Camminavo sul sentiero lentamente, per assaporare l'odore degli alberi sembravo avvolta da una calma apparente, ma in realtà tremavo.
Appena arrivai a casa di Ginevra suonai alla porta, sperando che venisse ad aprirmi lei, invece arrivò Taehyung.
"Buon pomeriggio cara, su entra".
Le gambe mi tremavano, in casa non c'era nessuno eravamo soli.
Mi fece accomodare nel suo studio,ricordo ancora quando lo vidi la prima volta proprio in quella stanza, cominciò a spiegare, cercavo di ascoltarlo ma il suo sguardo penetrante mi distraeva, ancora per molto e non avrei potuto più resistere.
"Ti è più chiaro adesso!?"
'si guardi ora le equazioni mi escono!'
Dissi soddisfatta, era veramente un ottimo professore.
"Bene sono felice" sorrideva con i suoi occhi, era bello, ed elegante ero completamente ubriaca dalla sua essenza.
Mentre giravo le pagine del libro ad un certo punto le nostre mani si sfiorarono, ma lui tolse subito la sua senza guardarmi.
"Hey guarda abbiamo fatto tardi"
'eh si, ma Ginevra dove è?'
"è uscita con mia moglie, torneranno stasera, dai vieni ti accompagno a casa"
'ma no, vado da sola non si preoccupi'
"no, è tardi ed è buio, prendo la giacca".
Abitavamo abbastanza lontani dalla città, quindi fuori era quasi isolato, insieme uscimmo dal grande cancello di ferro e ci incaminammo per il sentiero del fiume.
"Com'è bello l'autunno, non trovi?"
'hahha si certo, ma preferisco l' estate'.
"è normale alla tua età"
Arrivammo vicino al ponte sul fiume e senza parlare si mise ad osservare il cielo, così cominciai anche io a guardare le stelle, ormai la luna era alta nel cielo, il vento freddo faceva muovere i nostri capelli, i miei erano tutti arruffati sugli occhi e mi misi a ridere.
'Professore non la vedo più!!!'
"cosa? Mi guardò sorridendo e inaspettatamente coi la sua mano calda spostò dal mio viso le ciocche di capelli, eravamo vicini, tanto vicini...
'Professore io...' uscì questa frase incompiuta dalle mie labbra, non so perché, ma volle uscire come un grido d'aiuto...
"hey, dai andiamo comincia a fare freddo".
Mi guardò con occhi malinconici, tristi tenendo con la mano il bordo della mia giacca.
Mi lasciò davanti casa mia... gli occhi bui e offuscati dal vento, i capelli bruni... Ed io... io rimasi a guardare la sua sagoma scomparire in quella notte d'autunno.
È inutile spiegare quanto ripensai alla sua mano sul mio viso quella fredda notte...



Spero vi sia piaciuto...

Il  mio professore Tae. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora