Capitolo 17

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"Ogni volta a Natale andiamo sempre a casa dei nonni, no?"

Annuii incitandola a continuare.

"Beh io... Ho conosciuto un uomo." Disse.

"E..?"

"E credo che mi piaccia.."
Non ci potevo credere.
Sorrisi, stavo per rispondere ma le mi batté col tempo.

"E lui mi ha chiesto di trascorrere il Natale con lui.. Lui non sa che ho una figlia, quindi saremo-"

"Si si sarete da soli!" Buttai le braccia attorno al suo collo e la abbracciai.
É sempre stata sola e ho sempre voluto che trovasse un altro, sembrava depressa ed io non volevo.

"Sono molto contenta per te e-"

Harry si schiarì la voce e fece un sorrisetto.

Mia madre ridacchiò, "Scusami Harry."

"Ora dovrei.." Indicò la macchina col braccio e si grattò il retro del collo.
Mia madre lo rendeva timido.

"Okay, ciao amore." Dissi, mi avvicinai e gli diedi un bacio a fior di labbra e se ne andò.

"Entriamo." Dissi.
Mia mamma sorrise ed io la spinsi in casa e chiusi la porta.

"Ora mi dici tutto, per filo e per segno!"

La tirai verso il divano e la feci sedere, io mi sistemai su di esso e misi le gambe incrociate.
Lei mi guardò come de fossi pazza.

"Dai!" la incitai, alterando la voce.

Lei sbuffò e si passò le mani sugli occhi.
"Okay."

KAYLA'S POV

Decisi di raccontarle tutto, infondo è mia figlia.

*flashback*

"Il supermercato era pienissimo, non si capiva niente.
La mia Jessie era da quell'Harry. Ha un'aria da bulletto ma mi piace.
È la prima volta che va a casa di un ragazzo, sarà il primo..? Bah, lo scoprirò più avanti.

Andai al reparto dolciumi e cercai le barrette ai cereali, ma non le trovavo.
Cercai da tutte le parti facendo un macello, così chiamai un'addetta.
"Emh, mi scusi, sa dove ci sono le barrette ai cereali?" Chiesi.
Non rispondeva.

Vedi sta troia.

Lei se ne andò, sembrava sorda.
Quando se ne andò sentii una voce alle mie spalle.
"Aveva le cuffiette, signora." Mi girai e vidi un uomo più o meno della mia età, alto, moro e molto attraente.

Mi girai dalla parte della ragazza a cui avevo chiesto 'aiuto', e mentre prendeva uno scatolone nel reparto affianco le cadde una cuffietta.

"Ah." Dissi.
Mi girai verso di lui.

"Mi scusi." Dissi ridendo.

"Comunque." Si avvicinò, il mio cuore iniziò a battere, sembravo una ragazzina..

Il mio cuore perse un battito quando prese una barretta vicino a me, a pochi centimetri, e me la porse.
Era quello che cercavo.

"Era quello che cercavo." Ripetei.

"La ringrazio." Gli sorrisi.

"Di nulla." Lui si allontanò ed io rimasi lì,

Con la barretta in mano,

Con la faccia da ebete,

A guardare un bell'uomo..

"Comunque mi chiamo Des."

"Uhm, ehm io sono Kayla."
Mi sorrise prima di continuare, "Arrivederla."

Girò i tacchi e se ne andò, io intanto lo guardai mentre diventava più piccolo per i miei ormai vecchi occhi, ripetendo un' "Arrivederci" impercettibile.

(...)

Ripensai a tutte le belle cose che passai con mio marito Carl.. Mi mancava. Eccome se mi mancava; ci ha lasciati troppo presto, quando Jessica aveva ancora otto anni.

Non potevo piangere sempre, ormai non tornerà più.
Quando uscii dal supermercato mi diressi a casa mia per portare le borse della spesa e uscii di nuovo, era da tanto che non uscivo da sola, persa nel mio mondo con Jess e soltanto io.
Volevo però anche Carl..

No. Basta. Ho sofferto abbastanza per sopportare tutto questo: ogni singola notte piango nel cuscino di Carl, non ho mai superato la morte di lui. Gli adolescenti dicono che quando incontri la persona giusta, è come se avessi l'atra metà del suo cuore.

Ecco.

Mi diressi in un bar qui vicino.
Si, anche le mamme fanno questo,
E si, anche le donne lo fanno.

Volevo dimenticarmi tutto un-"
-

"Mamma!" Jessie mi interruppe. Io la guardai stranita, come se la cosa fosse la più ovvia di tutte.
"Beh che c'è? Anche le mamme per dimenticare bevono." Dissei con noncuranza.

"E, tesoro, lasciami finire."
-

"Volevo dimenticarmi tutto una volta per tutte.

Mi sedetti al bancone, arrivò un barista barbuto, mi sembrava che avesse la mia età.

Mi guardò stranito ed iniziò, "Cosa le porto?"

"E c'è da chiedere? Dammi qualcosa di forte per una donna vecchia come me e con un problema di merda che la tormenta." La mia voce si strozzò all'untima parola.

L'uomo mi guardò con compassione prima di rispondere, "Ho qualcosa che fa per lei." E sorrise.
Proprio in quel momento entrò una persona che di sedette accanto a me.

"Kayla?" Parlò la voce.. Roca. Ma certo! Era Des.
Ma che ci faceva qui?

"Des? Ma che ci fai qui?" Gli chiesi con un sorriso, che lui non ritardò a ricambiare.

"É quello che pensavo anche io." Disse.

*Fine flashback*

"E poii?" Mi chiese mia figlia.
Sbuffai alzando gli occhi al cielo, "Parlammo, mi sa anche troppo; poi mi invitò a casa sua-"

"Lo avete fatto?!" Urlò mia figlia.

Cosa?

"Cosa? Ma ste cose non si chiedono! Ma chi ti ha insegnato questo?"

Sbuffò, "Mamma, ho 18 anni."

"Allora?" Mi incitò.

"...si..."

Gesù.

"Vedi che mamma ho? La migliore scop- ehm mamma del mondo!" Si riprese, e mi abbracciò. Mi piaceva vederla felice.

Ma da quanto in qua parla così?

"Si vabbeh non esageriamo!" Dissi.

"Mmh, lasciati andare!"

Io la guardai e risposi in un modo troppo perverso, "Già fatto tessò."

Lei mise di fare il broncio e mi guardò stupefatta.

Non potevo trattenermi, scoppiai in una fragorosa risata, seguita poi anche da lei.

"No okay sto morendo!" Disse, ancora con il suo splendido sorriso nel suo viso.

Il suo sorriso le stava benissimo.

"Ma quindi vi siete conosciuti e sta mattina quando ti sei svegliata a casa sua lui ti ha chiesto se volevi passare il Natale con lui?" Chiese.

"In un certo senso, sì." Dissi sorridendo.

"Ma a parte questo." Si riprese.

"Come lo definiresti? Un rubacuori?" Chiese.

Non aspettavo altro, "Tesoro." Dissi, prendendole il viso fra le mani.

"Lui ha già rubato il mio cuore."

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