So complicated, look how big you'll make it
Filled with so much hatred, such a tired game
It's enough, I've done all I can think of
Chased down all my demons, I've seen you do the sameLa ragazza poggiò le mani sulle ginocchia e si alzò dal terriccio, lasciando che il gatto giocasse con i lacci delle sue converse oramai distrutte.
< Gliele avrai attaccate tu, visto il tuo atteggiamento da cane rognoso. > Rispose lei fulminandolo con lo sguardo.
Ashton assottigliò gli occhi, sentendosi seriamente offeso, ma cercò di nascondere il suo dissenso con il sarcasmo: alzò teatralmente le mani in segno di resa.
< Scusa, la prossima volta eviterò accuratamente di insultare il tuo unico amico. >
Eveline scattò in avanti, facendo spaventare il gatto che pochi secondi priva giocava beatamente su e giù per le sue gambe, strinse i pugni lungo i fianchi e lo fissò nella penombra della notte.
< Ma come ti permetti? >
Lui scrollò le spalle.
< Sei tu che ti poni in maniera scontrosa, bimba >, spiegò.
< Sei tu quello fuori luogo che critica la gente in luoghi poco consoni! >
< Io non critico, io osservo, e solitamente quello che vedo non è mai sbagliato. >
Eveline era più bassa di lui di 8 o 9 centimetri.
Ashton fece un passo avanti, un passo così lungo e deciso da decimare in un solo istante la distanza tra di loro; la tensione era palpabile, il nervoso che attraversava il corpo di Eveline passava automaticamente attraverso le vene di Ashton rendendolo teso e pronto ad attaccare. In quella situazione gli animali sembravano loro.
Ashton Irwin odiava essere sfidato, odiava dover lottare per far prevalere la sua opinione, soprattutto contro una ragazza, ma Eveline lo stava mettendo tremendamente in difficoltà. Se fosse stato un ragazzo lo avrebbe già riempito di botte e l'idea di non poter risolvere la cosa così lo faceva sentire in deficit.
Il gatto si avvicinò alle caviglie del ragazzo, cogliendolo alla sprovvista e facendolo balzare indietro. Lo osservò con le sopracciglia corrucciate per qualche secondo, poi alzò un estremo delle labbra in un sorriso poco rassicurante.
Il riccio afferrò il gattino tenendolo tra i polpastrelli e lasciandolo penzolare, la povera bestia cominciò a dimenarsi nel vuoto ed Eveline scattò ulteriormente nella sua direzione.
< Lascialo andare >, gli ordinò e per poco Ashton non le rise in faccia.
Lo fece dondolare come un pendolo; la ragazza osservava la scena pietrificata, terrorizzata dall'idea di avere davanti un completo psicopatico. Per un attimo il ragazzo pensò di finire là quella scenetta, ma qualcosa gli disse di non farlo, di divertirsi ancora un po': infondo era solo uno stupido gatto, a chi sarebbe importato? Non aveva intenzione di ucciderlo, ma farlo piangere un po' non gli sembrava una terribile idea. Non era di certo qualcosa di importante come una macchina...magari quella di un professore.
Con la mano libera estrasse dalla tasca dei suoi pantaloni un accendino e ne liberò la fiamma con un gesto veloce del pollice, lo avvicinò lentamente alla coda del gatto quando qualcuno lo spinse violentemente per terra; atterrò sul terreno con un tonfo sordo ed Eveline gli saltò immediatamente addosso, portando le ginocchia ai lati del suo bacino e tirandogli le ciocche di capelli che sfuggivano dalla bandana rossa. Ashton l'afferrò per i polsi così minuti che avrebbe potuto spezzarli in una sola mossa, ma fu proprio quella la fortuna della ragazza: con un movimento veloce riuscì a sfilare le sue piccole mani dalla presa ferrea del ragazzo e riuscì a graffiargli il viso con le unghie leggermente cresciute e malamente laccate di nero.

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Wreck || Ashton Irwin
FanfictionHa l'impulso di distruggere tutto ciò che ama prima che esso distrugga lui. E lui la ama da morire.