Quel lunedì mattina-assurdamente- Ashton Irwin camminava per i corridoi scolastici.
< Non ci posso credere che tu abbia frequentato le lezioni, oggi >, ghignò Luke che ricevette in risposta un pugno sulla spalla.
< Non posso permettermi altre assenze... per ora >, spiegò il biondo continuando a guardare di fronte a se. I corridoi dell'istituto ghermivano di studenti intenti a riordinare i loro zaini per tornarsene finalmente a casa; Ashton saettò lo sguardo su una moltitudine di visi a lui conosciuti fino a posarsi su quello della professoressa Davis in lontananza: si trascinava nel suo tubino grigio per i corridoi, cercando di stringersi quanto possibile nelle spalle e di passare il più possibile inosservata; il riccio sospirò: non aveva minimamente immaginato di poter spaventare così tanto una persona.
.flashback.
Ashton poggiò una sigaretta tra le labbra, poi avvicino l'accendino all'estremità; la professoressa Davis avanzò a piccoli passi, scanditi dai tacchi che battevano sulla pavimentazione del suo ufficio, verso di lui e gliela rubò immediatamente.
< Non accetto fumatori, per giunta alunni, all'interno del mio ufficio. >
< Allora si sbrighi, ho bisogno di fumare >
< Porti rispetto, Irwin > Lo ammonì tornando a sedersi sulla sua sedia girevole.
La donna poggiò i gomiti sulla sua scrivania da vicepreside e lo osservò.
< Signor Irwin > Cominciò la donna.
< E' consapevole che io avrei tutti i presupposti per sospenderla? Picchiare un compagno nei bagni scolastici è punibile con la sospensione. Per non parlare dei suoi precedenti. >
Ashton scivolò leggermente sulla sua sedia decisamente più scomoda di quella della professoressa che gli sedeva di fronte e sbuffò.
< Ho avuto le mie motivazioni. Ha insultato la mia famiglia e sono particolarmente suscettibile sull'argomento > Spiegò fin troppo bonario; non le avrebbe dato una singola spiegazione in più al riguardo, si sarebbe dovuta accontentare.
La donna dai capelli castano chiaro sospirò.
< Ascolta Ashton > Lo richiamò rivolgendosi in maniera decisamente più confidenziale, tra le mani rigirava la targhetta laccata falsamente di oro sulla quale vi era inciso il suo cognome.
< Capisco come la tua situazione familiare possa influire sulla tua condotta- >
Il ragazzo sentì una serie di brividi attraversargli la schiena.
< Non parli della mia famiglia > Ringhiò a denti stretti, tuttavia la signora Davis sembrò non ascoltarlo.
< E capisco come tuo padre abbia deviato la tua visione della realtà. Ma non è con la violenza che si ris- >
Ashton non ce la fece più, si alzò in piedi lasciando cadere sulla moquette verde la sedia e calciò una gamba della scrivania.
< Non si permetta di parlare della mia famiglia, di mio padre. Cazzo! > Urlò puntandole un dito contro.
< Chi cazzo si crede di essere!? >
< Ashton io ho una famiglia, so di cosa parlo. Non c'è nulla di male- >
< Chiuda. Quella. Fogna. > Scandì abbassando le palpebre e massaggiandosi con due dita le tempie. Non attese ulteriormente: con una manata buttò all'aria la targhetta in metallo e uscì dallo studio sbattendo la porta.

STAI LEGGENDO
Wreck || Ashton Irwin
FanfictionHa l'impulso di distruggere tutto ciò che ama prima che esso distrugga lui. E lui la ama da morire.