Capitolo 5.

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                                  Said the first time that we locked eyes, shit was crazy
                           And the second time just blew my mind, that shit was crazy
                                                Lately, I don't know what I'm supposed to do

La lezione di chimica lo stava uccidendo: aveva riempito l'intera facciata del quaderno con degli stupidi disegni e aveva persino consumato il pennarello nero della sua compagna di banco. Alzò la mano, interrompendo il professore nella sua spiegazione.

< Si Hood? > 

< Potrei andare in bagno? > Domandò, e quando vide l'uomo annuire e roteare gli occhi al cielo, trascinò la sedia per terra e uscì dall'aula. 

Affondò le mani nelle tasche dei jeans chiari: gli mancavano già i suoi skinny neri ma sua madre glieli aveva strappati letteralmente di mano urlando che dovevano essere lavati. Se ne sarebbe dovuto comprare un paio di riserva.

< Dovresti smetterla di impicciarti negli affari miei Calum >, lo richiamò una voce alle sue spalle.Il moro si fermò nel bel mezzo del corridoio, indeciso se proseguire senza voltarsi o affrontare la questione.

< Da quando l'idea di voler sfogarsi su una ragazzina sono"affari tuoi"? > Ridacchiò, optando per la seconda possibilità. 

Ashton era poggiato con la spalla sinistra contro degli armadietti, proprio vicino all'aula di chimica e Calum ipotizzò che lo stesse aspettando da un po'. Il biondo assottigliò gli occhi.

< Non intrometterti e basta Hood. Non sei stato tu ad essere casualmente aggredito da una psicopatica. > E si indicò le ferite sul volto, quasi con vergogna.

< Dovresti ringraziarmi. Se non l'avessi tirata via, quella sera al Chiosco ti avrebbe staccato anche un occhio >, affermò spavaldo. 

 Ashton si sentì ferito nell'orgoglio: come poteva minimamente pensare che una ragazza sarebbe riuscita a ferirlo ulteriormente? Impossibile. Gonfiò il petto e avanzò verso il suo "amico".

< Affari miei >

< Erano affari tuoi anche quando ti sei scopato la mia fidanzata nei bagni pubblici? > Ringhiò Calum facendo scontrare i loro petti. Ashton dovette incassare il colpo: sapeva di essere stato una merda quella sera, ma era troppo ubriaco e fatto per poter gestire i suoi istinti sessuali.

< Non trascinare nella tua merda anche gli altri, Ashton. > Aggiunse e al biondo fu chiaro che con gli altri non intendesse un vasto e generale gruppo di persone, ma Eveline- il quale nome lo aveva scoperto solo quella mattina proprio grazie a lui-.

Il petto di Ashton cominciò ad alzarsi e abbassarsi velocemente, cominciò a sentire caldo, a sentire il sangue nelle vene bruciare: doveva andarsene. 

< Spostati. > Ringhiò senza rendersi conto di aver assunto un tono quasi animalesco e Calum ne rimase per un attimo spiazzato.

< Scappi dai problemi Irwin, come sempre! > Gli urlò nel corridoio deserto e il riccio dovette affondare le unghie nel palmo della mano per non tornare indietro e rompergli il naso.

Si chiuse nei bagni maschili e aprì immediatamente il getto dell'acqua fredda; poggiò le mani sul lavabo e si sporse verso lo specchio scritto: aveva le gote rosse, le pupille dilatate e l'improvviso aumento della temperatura corporea gli stava già comportando una leggera sudorazione visibile sulla fronte. Portò i polsi sotto il getto dell'acqua ghiacciata, chiuse gli occhi e aspettò che facesse effetto, poi si bagnò il viso e il collo inumidendosi anche i capelli che quel giorno non erano tenuti su dalla bandana. 

Wreck || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora