forgettable.

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“A che ora finisci di lavorare oggi?” mi chiede Fede attraverso un sms.

“alle 18” rispondo io.

“Alle 20 passo a prenderti e andiamo a festeggiare per la casaJ” replica lui.

“Ti aspetto” chiudo io.

Oggi la giornata è stata davvero pesante a lavoro, il capo mi ha rimproverato e una collega mi ha incolpato di una cosa che non ho fatto io. Torno a casa, apro la porta e getto distrattamente sia la borsa che le buste della spesa sul tavolo, mi prendo qualcosa da bere nel frigo e mi lascio cadere stremata sul divano.

Dopo aver gustato tutto il mio drink mi alzo, mi metto in pigiama e ordino la spesa quando tutt’a un tratto mi viene in mente che alle 20 Fede sarebbe venuto a prendermi per andare in un locale. Mi avvio svogliatamente verso l’armadio e cerco la prima cosa che racchiuda la utopica combinazione di comodità ed eleganza ma siccome non trovo niente da mettere opto per il classico tubino aderente rosso con delle borchie sulla scollatura. Un paio di stivali col tacco fanno al caso mio e una pochette beige completa il mio outfit. Raccolgo i capelli in uno chignon alto, indosso i miei orecchini di Tiffany e stendo un velo di eyeliner sui miei occhi verdi. Guardo l’orologio che segna le 19:45 e mi metto comoda sul divano aspettando che Fede si faccia vivo.

20:00. Ok Fede non è mai stato uno che arriva in orario. Qualche minuto e sarà qui.

20:15. Avrà trovato traffico, anche se casa sua è accanto alla mia. Arriverà tranquilla.

20:45. Le scarpe iniziano a far male. Meglio toglierle, quando arriverà le indosserò e usciremo.

21:35. Io non gli parlo più..come ha potuto dimenticarsi di me?

22:10. Cosa sono queste? Lacrime? Perché sto piangendo? Per un cretino poi, uno che non si ricorda della sua migliore amica il venerdì sera nonostante sia stato lui a chiederle si uscire.

23:00. Tra le lacrime mi spoglio, mi infilo il pigiama e mi metto sotto le coperte, mi addormento poco dopo.

Mi sveglio con un mal di testa allucinante e il cellulare che squilla. Guardo lo schermo: Federico’s calling. Rifiuto la chiamata e giro lo schermo del cellulare in giù. Mi rituffo tra i cuscini cercando di ignorare il pensiero che anche oggi devo affrontare persone insopportabili, problemi e quant altro.

Mi vesto, mi faccio una tazza di thè e vado a berla sulle scale. Fisso la finestra della casa verde e poi lo vedo, lui, Federico, col cellulare in mano e un’espressione preoccupata. Non mi importa, ieri mi ha ignorato? Ok, ora è il mio turno di ignorare lui. Mi preparo velocemente ed esco di casa, raggiungo la macchina, ingrano la marcia e parto.

Durante la pausa pranzo prendo il cellulare e vedo lo schermo: 16 messaggi non letti e 4 chiamate perse da Federico. Cancello sia le chiamate che i messaggi senza aprirli neanche. Non mi importa, lui ha la sua vita, io la mia e fine, tutti felici e solitari.

Stammi vicina ma a distanza di sicurezza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora