Stammi vicina ma a distanza di sicurezza.

Sei la ragione del mio sorriso.

Fede è Fede. Lui è il mio migliore amico, colui a cui dico tutto, con cui mi apro, che mi fa sorridere anche nei momenti più tristi e che mi rimane accanto quando non mi sento bene, che mi vizia con la cioccolata e il gelato e che mi regala un sorriso ogni volta che mi vede, lui è la persona che voglio accanto quando mi sento sola, la prima persona a cui penso al mattino e l’ultima la sera quando vado a letto. Quando sono con lui mi sento bene, mi sento libera da tutto il peso del mondo, libera da ogni convenzione, con lui posso essere me stessa e so che nonostante apparteniamo a sessi opposti ci intendiamo alla perfezione. Con lui non c’è neanche bisogno di parlare, basta uno sguardo e tutto è così chiaro. Una volta qualcuno disse che l’amicizia si misura nella quantità di spiegazioni che non hai bisogno di dare. Vero.

Quando sono a lavoro non penso che a lui di continuo, mi illumino se ricevo un suo sms, mi diverto tanto con lui perché è spontaneo e fa tutto con estrema naturalezza, fregandosene di quello che dicono gli altri. Quando sono con lui non ho paura. Di niente e nessuno. Siamo io e Fede contro il mondo.

Sta mattina quando mi sono svegliata ho trovato sul tavolo della cucina un sacchetto bianco con un post-it sopra su cui c’era scritto: “So che lui è il miglior amico delle donne, ma spero ancora di essere io il tuo.”

L’ho aperto e dentro c’era un croissant al cioccolato. Ho sorriso e gli ho scritto. Ha la capacità quell’uomo di trasmettermi positività a distanza.

“Promettimi una cosa. Promettimi che io e te ci fidiamo ciecamente l’una dell’altro anche se qualcosa o qualcuno ci vuole mettere contro. Me lo devi promettere Noe, io voglio essere tuo amico per sempre, ti voglio bene.”  Mi ha detto Fede il giorno del nostro primo anniversario.

“Te lo prometto Fede, te lo prometto con tutta me stessa e io non voglio solo essere la tua amica ma come una sorella su cui puoi essere sicuro di contare per sempre.” Gli ho risposto.

Ricordando passo distrattamente il dito sul tatuaggio uguale al suo che ho sul polso.

“Per sempre” sussurro con lo sguardo perso nel vuoto.