Che imbarazzo!

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Mi sveglio frastornata e spaesata, non riconosco subito le pareti della casa nuova. Mi metto a sedere nel letto e fisso il muro. Ancora in pigiama vado in cucina e mi preparo una tazza di latte e cereali al cioccolato, poi mi siedo sul divano davanti alla finestra e guardo fuori mentre mangio. Quando ho finito lavo la tazza e mi vesto, voglio fare una corsetta per il quartiere ma prima guardo il cellulare: 3 chiamate perse da mamma . Oh no! La richiamo ed esco. Dopo un paio d’ore di corsa estenuante  inizio a sentire le gambe che non riescono a sostenere il mio peso come dovrebbero, così mi avvio verso casa, sta volta camminando. Quando mi avvicino al mio palazzo noto che il ragazzo della casa verde è sul vialetto che prende la posta. Lo guardo, lui si gira e mi guarda distrattamente. Poi si rigira per guardarmi come se la prima volta si fosse perso qualche dettaglio importante poi continua a sfogliare la sua posta. Mentre cerco le chiavi del portoncino le mie gambe per qualche ragione ignota cedono e io cado come una pera. Riesco ad appoggiare la mia schiena vicino al muro della facciata del mio palazzo. Chiudo gli occhi per un attimo ma li riapro quando sento “Ei hai bisogno di una mano?”. Era lui, il ragazzo della casa verde che mi stava davanti, chinato su di me e mi guardava stranito. Cerco di sorridere per non sembrare una che sta per svenire da un secondo all’altro. “Si..ehm cioè no grazie!” gli faccio ma evidentemente non devo essere stata abbastanza convincente perché mi prende una mano per cercare di aiutarmi a rialzarmi ma sento un dolore lancinante e urlo ritraendo la mano. Lui mi guarda spalancando gli occhi e mi interroga con lo sguardo. Io mi guardo le mani e vedo che sono tutte piene di graffi perché quando sono caduta ho cercato di proteggermi in qualche modo. Quando sollevo lo sguardo vedo che le sta guardando anche lui, così mi dice: “Vieni, dovrei avere del disinfettante o qualcosa del genere.” Io lo seguo anche perché non mi ricordo di aver visto del disinfettante negli scatoloni che ho portato con me.

Stammi vicina ma a distanza di sicurezza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora