Si chiude una porta, si apre un burrone.

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“Io e te siamo amici da più di un anno, vero?” mi chiede Fede mentre armeggia con un pacchetto di pop corn seduto sul mio divano.

“Si si, venerdì è il nostro anniversario!” gli sorrido entusiasta.

“Se facessimo qualcosa di speciale? Tipo un tatuaggio uguale? Magari un’ancora come segno della nostra amicizia che rimane un punto fermo e stabile delle nostre due vite!” mi propone.

“Mi piace!” esclamo entusiasta.

In effetti è da un po’ che volevo tatuarmi qualcosa ma non sapevo cosa, Fede mi ha dato lo spunto.

Ebbenesì, è passato quasi un anno da quel fatidico giorno in cui ho inserito la chiave della casa nuova nella toppa della porta, da quella prima foto alla casa verde e dalla prima tisana sul davanzale, quasi un anno dalla prima volta che Fede ha messo piede in casa mia.  Milano è sempre più bella, più grigia e più caotica. Tra un po’ è sant’Ambrogio, 7 Dicembre. Tutto tace ora, io da sola con i miei pensieri, sempre più spesso mi assale ultimamente la voglia di piangere senza una ragione apparente, voglia di mandare tutto a quel paese e abbandonarmi al mio egoistico niente. Fede è fidanzato ufficialmente con la tipa dell’incidente, io sono stata per qualche mese con Filippo quel mio collega, poi proprio quando tutto sembrava andare per il meglio lui scompare e io sprofondo. Già, perché “a volte si chiude una porta e si apre un burrone”.

Questa settimana è uscito il nuovo album di Fede, sono stata la prima a comprarlo e a ricevere il suo autografo: “Alla mia best, grazie per il tuo sostegno.” Recita così la sua dedica.

“Noe ci sei?” mi schiocca le dita davanti agli occhi prchè mi sono imbambolata. Ultimamente mi succede anche questo.

“Sisi” rispondo vagamente.

“Mi preoccupa il tuo comportamento Noe, non puoi starci ancora male dopo 2 mesi!” mi dice guardandomi.

“Facile per te, tu sei lì con Giulia, tutto felice e contento e non hai bisogno di nessuno.” Replico scocciata.

“Ti sbagli. Stai zitta, vieni qui.” Mi stringe forte a sé e mi sussurra che va tutto mentre io crollo tra le sue braccia e piango, per la millesima volta scoppio a piangere ,un pianto liberatorio. Questa scena si ripete più o meno ogni due giorni. Io mi arrabbio, Fede mi abbraccia, io piango, mi addormento tra le sue braccia.

Domani ho deciso di rimanere a letto tutto il giorno. Ho bisogno di una pausa dal mondo.

Stammi vicina ma a distanza di sicurezza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora