Capitolo 2: uno Spiderman di quartiere

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Vado verso il salotto dove c'era Steve che guardava la TV, così a passi lenti mi avvicinai per poi saltargli addosso, lui ricambiò con uno sguardo infuocato.

"Elly! C'è già Visione che compare dal nulla... almeno tu puoi evitare?!" posso leggergli un po' di nervosismo negli occhi.

" Scusa. Non pensavo fossi così facile da spaventare" dissi alzando gli occhi al cielo e facendomi scappare una piccola risata.

" Io non sono facile da spaventare "

" Sì che lo sei "esclamò Visione spuntando dal il muro facendolo sussultare.

" La potete piantare voi due? Mi sate disturbando." chiese rigirandosi verso la TV.

"Okay"dicemmo all'unisono mentre ci rilasciavamo cadere affianco a lui per vedere il film.

" Vorrei vederlo da solo,grazie" disse Steve con un sorriso sforzato.

"Okay, allora...- iniziai alzandomi e arrivando alle scale -Il killer è lei!" dissi riferendomi alla protagonista del film; lo avevo già visto un paio di volte con alcuni amici ma non mi era mai piaciuto.

Ridendo salii, correndo, le scale. Credo con mi scorderò mai il suo sguardo.

Aprii la porta della mia camera e per poi iniziare a studiare per il giorno. Dopo aver finito mi infilai subito le cuffiette nelle orecchie per ascoltare la mia adorata musica ma subito dopo le tolsi.

"Elly, posso entrare?"domandò una voce dietro la porta.

"Sì, certo. Perché non bussi come al solito? " chiedo curiosa.

" L'ho fatto ma magari qualcuno non ha sentito, vero? - sorrisi ma poi mio padre proseguì -Com'è andato il primo giorno di scuola?"

Non avevo voglia di raccontargli tutto, anche perché questo avrebbe dovuto dire dirgli anche il magnifico modo in cui ho conosciuto metà della scuola, ovvero discutendo.

" Bene - mentii - ho fatto amicizia con due amici di Michelle, uno dice di fare anche lo stage alla Stark "

" Come si chiama?".

" Peter Parker - vedendo che non rispondeva continuai io - lo conosci per caso? "

«No... il nome non mi suona famigliare, ma penso andrò a vedere se c'è delle liste dei numeri di telefono» esclamò già fuori da camera mia.

«Certo...»risposi, ma lui era già uscito.

Mio padre anche se la persona più sarcastica che io conosca, non sapeva mentire e in quel momento lo capii subito dal modo in cui ne era uscito... vacuo. Decisi che avrei cerato di scoprire qualcosa in più.


[...]


Le note di Shine A Light di Banners riempivano le mie orecchie chiudendomi fuori dal mondo.

O almeno, pensai così fin quando due colpi alla alla porta-finestra nel balcone non mi fecero tornare in camera mia con la testa, mi avvicinai per guardare fuori ma sembrava non esserci nessuno.

Sarà stato il vento, in questi giorni anche se solo metà settembre sembra gennaio,solo ieri c'è stato temporale fortissimo.

Ritornai sul mio letto ma appena mi sedetti sentii di nuovo lo stesso rumore, questa volta aprii la la finestra e uscii fuori guardando prima a destra, ma continuando a non vedere niente girai la testa anche dall'altra parte.

" Oddio" gridai mettendomi una mano sul petto per lo spavento.

" Scusa non ti volevo spaventare! " esclamò Spider-Man portando una mano davanti a sé come segno di scuse.

" Tranquillo, sono abituata a vedere la gente appesa a testa in giù sul mio balcone. Perché sei qui? "

" V-volevo sapere come stai, è il mio lavoro assicurarmi che la gente stia bene e non sia in pericolo, no?"

" E' tuo compito pure dare infarti? "

" Di solito no, è stata una cosa involontaria " disse mortificato, così lasciai perdere.

" Elly! È ora di cena, posso entrare? Ti devo anche parlare."

Ma porca miseria... è Loki; è arrivato da Asgard ieri e vuole passare il più tempo possibile con me, siccome ci reputiamo un po' come due fratelli.

" Vai via! " urlai a bassa voce per non farmi sentire da Loki che aspettava una mia risposta.

"Elly, ci sei?" la voce dall'altra parte della porta parlò di nuovo.

" Non può aspettare? "chiese Spider-Man. Viene a casa mia facendomi prendere un attacco di cuore e pretende questo?

"Non puoi andartene?" chiesi a mia volta. Senza aspettare una sua risposta lo salutai e chiusi la finestra dietro di me una volta entrata.

"Si... entra" risposi aspettando la porta aprirsi.

«Senti, ti andrebbe domani se io, Steve e Natasha, ti allenassimo? Non usi più le tue capacità da quando hai otto anni, Elly! "

" Per l'allenamento va bene, mentre per tornare ad usare i miei poteri no " risposi buttandomi sul letto. Eh già... poteri; ho smesso di usarli dopo aver quasi distrutto la mia vecchia scuola pubblica, ma certe volte mi capita ancora di non controllarmi.

"Pensaci, potresti aiutarci nelle missioni e imparare a controllarli! Così magari questa volta eviterai di buttare giù un'altra scuola." disse ridendo.

" Primo: papà non mi lascerebbe venire alle missioni neanche se lo pagassi, cosa che non è che gli servi. Secondo: vado bene anche così, so controllarli se no avrei già fatto crollare la torre"

Nacque una piccola risata sulle sue labbra.

"Eh va bene, fai come vuoi, basta che tra 2 minuti tu venga giù che si mangia, ok? C'è il pollo arrosto e io non voglio aspettare nessuno!" gridò uscendo dalla stanza facendomi sogghignare. Non so come possa pensare sempre a mangiare.


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Scusate per il capitolo corto ma la mia musa ispiratrice oggi mi ha lasciato senza idee. Spero vi piaccia!Al prossimo capitolo ragazzi, ciao.

SpiderMan: I Need YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora