Capitolo 10: nulla era più uguale

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"Oddio... Elly! La strinsi forte al mio petto contento che ce l'avesse fatta, Tony aveva ragione, era una ragazza forte.

Bruce le stava togliendo l'ago della flebo e la mascherina bianca che le copriva la bocca e il naso, smise di guardarmi e spostò lo sguardo dietro d i me, si fece subito seria.

"Ti devo parlare." il signor Stark ci fece segno di uscire ma io aspettai il permesso di Elly ma vedendola annuire usci seguito da Loki e Bruce che come me l'avevano abbracciata e stretta forte, l'unico che non l'aveva ancora fatto era suo padre.

Dall'esterno del laboratorio non si sentiva niente, forse perché Tony lo aveva insonorizzato, odiava essere disturbato mentre lavorava ma ad un certo punto la porta si aprì e il signor Stark andò via senza dire una parola. Era una famiglia strana, si mancavano quando non potevano dirsi un ti voglio bene e quando potevano, riuscivano a far sparire quella possibilità.

Rientrai nel laboratorio e vedi lei con gli occhi lucidi, non dissi nulla ma la abbracciai.

Mi era mancata.


Elly's pov.

Quando Peter se ne andò provai a chiudere gli occhi ma non riuscii a dormire.

Non potevo credere al fatto che mio padre avesse avuto un figlio con un'altra donna e non l'avesse mai detto, come poteva nascondermi un fratello e aspettare il giorno in cui l'avrei scoperto da sola?

- Passarono ore e i miei occhi rimanevano sempre aperti così provai ad alzarmi ma senza successo e caddi a terra, perfetto direi... per fortuna Bruce aveva appena varcato la soglia del laboratorio e mi stava aiutando a rialzarmi; mi portò in braccio, a mo' di sposa, nella mia stanza dove mi lasciò sul letto e se ne andò senza dire una parola. Era una cosa strana, Bruce era quello che rivolgeva la parola anche agli sconosciuti eppure con un'espressione priva di emozioni se n'era andato in silenzio.

Continuavo a non dormire anche nel mio letto eppure l'unica cosa che volevo in quel momento era dormire e scordare per poche ore o minuti tutto il caos che pian piano si stava posando sulle nostre vite, ancora non sapevo cosa esso avrebbe portato via andandosene.

Bussarono alla porta, nel silenzio totale anche il rumore delle nocche sul legno era assordante; Passarono 1, 2, 3 secondi e non vedendo ancora nessuno esclamai a bassa voce: "Avanti", entrò quasi immediatamente Peter, addosso aveva una tuta ma nel buio non riuscivo bene a distinguerne i colori, probabilmente erano un blu e un rosso ma non avevo certezze; sul viso di Pet si leggeva preoccupazione e questa si riflesse anche sul mio. "Cos'è successo? Peter?", la mia ansia in quel intervallo di parole continuava a crescere, ma che avevano tutti ora?

"Morirai tra mochi giorni." esclamò soltanto quello e io continuavo a non capire, ora mai il pericolo era passato: io stavo bene, la mia famiglia stava bene, Peter stava bene... ma nell'atmosfera avevo capito fin da subito che qualcosa stava cambiando o forse era già cambiata; una lacrima gli solcò il viso e nel mentre si avvicinò a me, si sedette sul mio letto e a quel movimento le molle cigolarono, vide la mia espressione confusa e iniziò a spiegare: "Quel tizio ti ha iniettato qualcosa nel sangue, tuo padre e Bruce pensano sia veleno o comunque qualcosa di tossico. Durante il coma il tuo corpo ha quasi annientato gran parte di questo liquido, non si sa come, ma il veleno è talmente forte che la parte rimanente è in grado di ucciderti".

"Non c'è un modo per estrarlo?" mi mancava l'aria.

"Non totalmente. Sicuramente attraverso il vomito e respirando, ma solo una piccola parte uscirebbe, l'unico altro modo è con una lavanda gastrica ma la percentuale di veleno che può essere estratto è comunque sotto il 20%" lì capii che non c'erano soluzioni, o forse l'unica era la morte.

Passarono minuti e rimanemmo, lui seduto e io sdraiata sul letto. Fissavo il vuoto, forse la gente lo fissava per riuscire a comprendere quello che aveva dentro, ma adesso continuavo a non capire cosa provassi, così mi resi conto che il vuoto che avevo dentro era maggiore rispetto a quello che stavo fissando.

"Come stai...?" forse si riferiva alle mie condizioni fisiche ma io comunque gli risposi: "Beh, diciamo che ci sono stati momenti della mia vita in cui sono stata più felice", aprì la bocca per parlare ma in quello stesso momento la porta si spalancò e ci ritrovammo davanti quel ragazzo. Il mio fratellastro, inizia a tremare e lo stesso fece Peter.

Mio fratello stringeva tra le mani una pistola calibro 6.35 e il nostro istinto fu quello di alzare le mani e aspettare, forse neanche il veleno mi avrebbe uccisa, sarebbe stato un ragazzo con il mio stesso sangue a farlo; si avvicinò a Peter e gli posò la pistola a una tempia, il mio cuore perse un battito.

"Cosa farà il nostro SpiderMan di quartiere, adesso?" gli sussurro all'orecchio. Mi ricordai di qualche istante prima quando intravidi addosso a lui una tuta rossa e blu, era lui SpiderMan...!

"Non farlo" fui io a parlare, "Perché non dovrei?" ci fu un attimo di silenzio poi uno sparo attraversò il silenzio, Peter giaceva sdraiato sul letto senza vita.

"Elly! Svegliati! "mi alzai di colpo e mi trovo Peter davanti. Era stato un sogno.

Mi fiondai su di lui e lo abbracciai, provando sollievo.

"E' stato un incubo, ora stai tranquilla ci sono io con te" disse accarezzandomi i capelli.

"Non lascerò ti facciano del male"

"Questa frase mi sa di promessa" io risi piano e poi seguì anche la sua risata.

"Allora te lo prometto".


Buonasera a tutti! Ed eccomi di nuovo qui, spero vivamente che vi sia piaciuto il capitolo. Cosa succederà? Tra poco ci sarà anche il ballo, un evento da non perdere, cosa accadrà? Grazie per aver letto! :D

SpiderMan: I Need YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora