Ama te stessa prima degli altri

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"Papà" delle gambette percorrono un corridoio

Un uomo molto muscoloso avvolge la proprietaria delle gambette "Piccola mia"

"Ciao Stuart" una voce femminile urla dalla cucina

L'uomo sorride nel sentire quella voce e la piccola, ancora attaccata alle spalle del padre ride.

"Perché ridi?" Domanda scherzosamente il padre

"Perché tu lo fai" risponde sinceramente la figlia

Lui ride di gusto e si gira verso la moglie "Ciao tesoro"

Lei rimane ferma sulla sedia continuando a scrivere al cellulare.

"Come va?" Le domanda lui

"Sbrigati dai, mangia e poi sparecchia, ma basta che vai via" le risponde in modo sbrigativo

Lui ruota gli occhi ma poi osserva la figlia e sorride sedendosi al tavolo.

Istintivamente la donna, senza distogliere lo sguardo dal telefono, si alza dirigendosi in un'altra stanza.

"Dove vai mamma?" Le chiede la figlia

"Non sono affari tuoi, ora fai compagnia a quello stupido di tuo padre" la caccia fuori dalla stanza

"Tu sei stupida, papà non lo è" controbatte la voce minuta della piccoletta dall'altra parte della porta, però, spalancando la porta furiosa la donna vede il marito davanti alla piccola

"E tu fai dire ciò a tua figlia?" Gli punta contro l'indice "fate tutti schifo"

"E c'è qualcuno che fa schifo, sei tu, come quelli che ti danno la roba" prende il dito della moglie e lo abbassa "guai se provi a toccarla"

La donna alza il medio e si chiude la porta alle spalle.

"Scusa papà" la piccola alza lo sguardo 

"Non è colpa tua" l'uomo si abbassa all'altezza della figlia "ama te stessa prima degli altri"

*Pov Neville*
"Alan ti odio" un bimbo di otto anni circa urla al fratello di poco più grande

"Smettetela voi due e salite in macchina" una donna alta e riccia porta in braccio una neonata

Il bimbo mette il broncio e l'altro gli fa la linguaccia per poi salire sull'auto.

"Alan metteresti la cintura a tua sorella?" Il ragazzino di dieci anni si gira verso il seggiolone della sorella legandole accuratamente il nastro della cintura attorno alla vita, per poi donarle un bacio sulla fronte

L'altro osserva ciò con invidia.

Il ragazzino lo nota e fa lo stesso con il fratello.

"Grazie, non ti odio"

"Lo so Neville"

La madre osserva la scena dallo specchietto sorridendo "bene ora siamo pronti per viaggiare?"

Il padre esce dal garage ed il viaggio comincia.

***************

"Alan" il bimbo si sveglia "Alan siamo arrivati?"

Nota le proprie mani sporche rosso e poi la sorellina infilzata da un palo.

"Elizabeth" comincia a piangere per poi girare la visuale e vedere parte di un corpo straziato di cui si nota solo una maglia fosforescente

Un grido si eleva dalla gola del piccolo.

"Alan" cerca si uscire "Alan, dove sei"

Quella scema della mia mamma addottiva continua a propormi una maglietta fosforescente veramente oscena.

-posso comprare quello che voglio io?-

Lei ruota gli occhi -fai come ti pare-

Guardo dal vetro del negozio la pasticceria dall'altra parte della strada, quando dei ricci familiari passano correndo davanti alla mia vista.

Sembra... sembra qualcuno di veramente triste, che corre verso il parchetto abbandonato.

Charlotte.

Esco spontaneamente e la rincorro.

La raggiungo -Charlotte- il fiatone domina sulla mia voce

Senza che mi guardi negli occhi, vedo le sue palpebre bagnate ed il viso rigato.

-Charlotte, cosa stai facendo?-

Lei prova a girare la testa, ma io ho gia visto le sue lacrime, due volte.

Ignorandomi si siede su una panchina. La seguo.

Non è mia amica, non è nessuno, ma capisco ciò che ha dovuto passare.
Penso di avere il dovere di consolarla, perché in quegli occhi traspare la potente tristezza che accompagna l'apparente senso di solitudine.
Eppure non odia il mondo...

*Pov Charlotte*

Esco di casa sorpresa dalla sfacciataggine di quel soggetto.

Non faccio resistenza alle lacrime che spingono all'interno delle palpebre, aspettandomi il viso bagnato.

So dove andare: il parco abbandonato. È quello che vedo tutti i giorni tornando da scuola.

Corro.

Corro.

Corro.

Non faccio altro.

-Charlotte- una voce maschile familiare mi tocca una spalla. Mi volto.

"Ci mancava sto qua"

"Neville? Veramente"

Il mio sguardo punta al fiore appena schiacciato dal ragazzo.

-Charlotte cosa stai facendo?-

Gli volto le spalle e mi piombo sulla prima panchina libera.

Lui fa stesso.

Rimaniamo un attimo in silenzio, poi alzo lo sguardo e lui mi abbraccia..

Can You Look Into My Eyes?  [IN CORSO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora