"non accontentarti mai: potresti avere qualcosa in più"

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"mangia tutto quello che hai nel piatto!" urla una donna verso una testolina riccioluta 

"sì mamma, scusa" balbetta la bimba impaurita cominciando a portarsi il cibo alla bocca 

"ma ne ha già mangiato molto senza che le piacesse" un uomo pieno di tatuaggi passa delicatamente una mano tra i ricci della figlia "apprezza almeno questo"

La donna spazientita sbuffa rumorosamente e si volta verso l'uomo "devi smetterla di viziarla, finirà per volere sempre di più, e sai che noi non possiamo darle quel di più"

"Rose, è una bambina" esclama lui con una voce dolce 

"è una bambina ingrata: io alla sua età pregavo per un pezzo di pane" la donna prende il pezzo di pane appena tagliato per poi lanciarlo addosso alla piccola ed allontanarsi

La bimba comincia a piangere e il padre, mettendosi accucciato ai piedi del seggiolone, le dice in tono rassegnato "la mamma ha un periodo difficile, ma tu non accontentarti mai: potresti avere qualcosa in più"

Lei sorride e lui le scompiglia scherzosamente i ricci...

-Vorresti dell'altra insalata Charlotte?- Kathrine ha in mano un cucchiaio colmo di lattuga

-no grazie, sto bene così- mi passo il tovagliolo sulla bocca -dovrei andare a studiare, se permettete- faccio per alzarmi ma Kathrine apre la bocca per parlare

-brava, perché domani pensavamo di andare a trovare i parenti di Noah- 

Annuisco e salgo le scale molto velocemente.

Noto il telefono che vibra, ed avvicinandomi  a questo noto il nome di Veronica luminare.

-pronto- dico 

-Hey Charlotte- risponde raggiante -senti, domani avresti voglia di venire al centro commerciale con me e Brian?- 

Esito per evitare di deluderla -Veronica, domani vado a visitare i parenti di mio... di Noah- 

La sento sbuffare dall'altra parte del telefono -altre scuse? e chi sarebbe Noah? il tuo ragazzo?-

Dimenticavo che lei non sa della mia situazione familiare così invento sul momento -no, è il compagno di mia.. madre- 

-ok.. va bene, ci vediamo lunedì a scuola, ciao Charlotte- la sento dispiaciuta 

-ciao Veronica- la saluto 

Studio, mi butto sul letto e sono sul punto di dormire quando una manina delicata tocca la porta.

-Medison, è tardi- le sussurro quando si avvicina al mio letto 

-posso stare qui con te?- mi chiede cortesiemente 

Le faccio posto accanto a me e lei ci si butta a capofitto.

-da grande voglio essere proprio come te- sussurra lei 

Sorrido e le rispondo -non accontentarti mai-

Can You Look Into My Eyes?  [IN CORSO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora