perché ci è toccata questa vita?

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"Da grande voglio fare l'astronauta" un mantello legato ad un collo, spunta dal corridoio di una casa

"Se ti impegni potrai fare tutto" una mano accarezza il visetto proprietario del mantello

"Si, prima o poi, ora va bene cosi" la solita voce femminile si eleva dalla porta d'ingresso

"Cosa va bene?" Il mantello si sposta saltellando

"Impara a farti gli affari tuoi, e vedi che avrai una bella vita" la donna da due pacchette alla figlia

La bambina sorride "Grazie mamma"

La sorpresa della donna è visibile "si si"

*Pov Neville*

Se non fosse lei, probabilmente mi sarei messo a ridere, se nel rientrare in camera, avessi visto una ragazza rannicchiata sul mio letto a guardare la pioggia scendere sul vetro.

-le cose te le lascio qui- cerco la sua attenzione ricevendo solo un cenno

Esco dalla camera e vado in cucina.

-come sta?- Erica è appoggiata al bancone

-è seduta sul letto a guardare fuori- rispondo versando del tè in due tazze

-ti ha parlato, perché Kathrine mi ha detto solo che entrando e vedendo sua madre è "scappata". Menomale che l'hai seguita-

-eh già- le do le spalle, ma sento il suo sorriso

-potevi lasciarla correre via- continua -invece l'ha seguita, perché?-

Alzo le spalle -ho agito di pancia-

Una mano mi tocca la spalla -sei un bravo ragazzo, ti saresti dovuto meritare di meglio- la sua voce si spezza

Mi giro e me la ritrovo davanti -mi dispiace- dice

La abbraccio.

Mi sento di nuovo come se potessi essere amato indipendentemente da qualcuno. Come se potessi voler bene a qualcuno.

Si stacca e passa un dito sulla lacrima che prova a scendere fino al mio mento -ora va-

Sorrido, prendo le tazze colme di tè e mi dirigo alle scale.

Apro piano la porta e la vedo guardare tra le mie cose.

*Pov Charlotte*

Mi alzo dal letto e mi guardo attorno.
Ci sono un sacco di cose: foto, giocattoli che immagino siano dei ricordi, disegni attaccati alle pareti ed altre cose interessanti.

Il mio dito scorre sui disegni fino a giungere su di uno leggermente nascosto da quello raffigurante un teschio.

Si tratta di una neonata in braccio a due bambini.
Mi pare di averla gia vista.
Mi volto e le foto lasciano spazio ad una di loro.
È uguale al disegno.

Sento tossire qualcuno appositamente.

-scusa- mi volto e Neville mi risponde -tranquilla anche io mi faccio spesso gli affari degli altri-

Rimango spiazzata da questa frase ma lui ridacchia -sto scherzando- dice -ti ho preso del te-

Annuisco avvicinandomi a lui ed afferrando la tazza.
-grazie Neville, non dovevi-

Lui spalanca gli occhi ed io rimango spiazzata per un momento -cosa è successo?- chiedo

-hai formulato una frase completa, Wow- si siede sul puf davanti a lui

Ridacchio -a volte capita-

Lui ride insieme a me -ah, volevo chiederti una cosa..-

Lo interrompo -si, domani mattina mi sarò dileguata entro le nove- continuo -devo affrontare la realtà: mia madre è tornata, ed io che pensavo potessi finalmente riuscire a vivere- 

Lui mi osserva perplesso -ma tranquilla, puoi rimanere qui fino a quando vorrai-

Poi continua -ti andrebbe di parlarmi della tua di vita?- 

Mi dispiace veramente tanto, ma non riesco a parlare, è come se mi bloccassi al solo ricordo di quella... quella donna che non si merita nemmeno l'iniziale della parola "mamma".

Interpreta il mio silenzio e parla -tranquilla, devi sentirti pronta, gia tanto se ho udito una frase uscire dalla tua bocca-

Un silenzio avvolge l'atmosfera -bene, ora vado a prepararmi il divano, tu puoi stare qui-

Lo ringrazio ed osservo la sua uscita dalla stanza, ascolto i passi scendere le scala per poi chiudere la porta.

*Pov Neville*

"Bene piccolo, questi saranno la tua mamma e il tuo papà per un po' di tempo"

Delle mani abbastanza giovani indicano a un bambino una ragazza sulla trentina ed un ragazzo della tassa età.

"ciao Neville, come stai? Ti va di andare a prendere un gelato nel tragitto?" la ragazza si avvicina al bimbo accucciandosi "sai, conosco una gelateria che fa il miglior cioccolato del mondo"

Nel frattempo il ragazzo si allontana con la proprietaria delle mani, che nella sua mente pensava a quanto non volesse lasciare il piccolo, anche se con persone fidate.

La ragazza ed il bambino intrecciano le proprie mani, e seguiti dal ragazzo si allontanano dalla vista dell'assistente sociale...


-Neville, quindi ha detto qualcosa?- Erica mi passa il cuscino da sistemare sul divano

Scuoto la testa -bisogna aspettare- continuo -le ho detto che può rimanere qui quanto vuole-

Lei sorride -vado a letto, che giornata!- mi saluta chiudendosi la porta alle spalle

Mi stendo pensando.

"Cosa ho fatto di male?"

"Ho frequentato la Chiesa dalla mia nascita"

"Dio deve avermi lasciato da solo, eppure un figlio non si dovrebbe abbandonare"

"Ho odiato, ho urlato contro certe persone, ho visto troppe cose brutte"

"Ma nessuno si meriterebbe la mia vita"

"La nostra vita"

"Perché ci è toccata questa vita?"

*Pov Charlotte*

Appoggio il telefono sul comodino, senza spostare la pila di libri.
Però ne prendo uno. Scorro le pagine e leggo le parti sottolineate.

Avevo ragione, è un ragazzo troppo ferito per darlo a vedere, troppo debole per trovare la felicità.

Chiudo il libro e gli occhi.

"Non sono mai stata cattiva"

"Ho sempre mostrato affetto, anche a chi mi odiava"

"Anche a chi mi ha inflitto dolore. L'ingenuità è la causa di tutti i dolori"

"Nessuno si meriterebbe questa vita"

"Perché ci è toccata questa vita?"







Ciao a tutti, scusate la mia assenza, ma i compiti e lo sport, ma hanno portato via un po' di tempo.
Cosa ne pensate?
Cosa succederà adesso?
Ci vediamo al prossimo capitolo....

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