come in un film

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Guardo mio fratello e mia sorella affidatari e mi chiedo perché? Perché io non ho potuto avere la loro vita? Perché io mi sono sempre dovuta adattare? Perché io ho dovuto subire cose che gli non immaginano nemmeno?

Se mi guardo intorno, mi sembra di essere come in un film: una casa enorme con gli oggetti ultramoderni posizionati in modo perfetto, la tipica famiglia felice che non litiga mai, un cane e io, la figlia affidataria.

In ogni film c'è la ragazza problematica che si ribella e vive la sua vita facendo ciò che vuole.

Io beh, non sono ribelle.
Penso di essere sbagliata pure per il ruolo che la vita ha deciso si affidarmi.
Io sono timida e non parlo. Mentre dovrei apparire trasandata è arrabbiata con il mondo, io sono felice di avere una famiglia o qualche famiglia ogni tanto.

-Charlotte, mi passi l'acqua?- una bambina bionda seduta accanto a me mi distoglie dai miei pensieri

Lo guardo ed annuisco eseguendo la sua richiesta.

-Charlotte come ti sei trovata a scuola?- Kathrine mi sorride
Il suo sorriso mi mette un po' a disagio. 

-bene- taglio l'hamburger vegetale presente nel mio piatto

-c'è qualche compagna simpatica?- continua lei

-ehm sì, una ragazza di nome Veronica e un ragazzo di nome Brian- rispondo sinceramente

-wow, un ragazzo. Ed è carino?- mi chiede ironicamente un giovane uomo vicino al mio "padre"

Vorrei rispondere: "sì ma è gay, o almeno a detta sua, però è carino" ma mi limito a rispondere - non è il mio tipo-

Lui alza gli occhi al cielo e continua a mangiare, come il resto della famiglia.

Dopo cena la mia "sorellina" mi chiede di raggiungerla in camera sua, e così faccio.

-ho bisogno di una mano con i compiti e mio fratello è maschio, quindi puoi capire- esclama lei seria porgendomi un foglio -è un tema dove dobbiamo descrivere la nostra famiglia, ma penso di avere fatto degli errori-

Mi fa sedere sul letto

Le sorrido e comincio a leggere.
Dice di avere una bellissima famiglia, e parla di quest'ultima in generale: del suo cane, di suo fratello che le fa dei dispetti, di sua mamma che ogni mattina le prepara i pancake e di suo papà che la porta sempre a vedere i girasoli davanti a casa loro. E poi parla di me.
Parla di questa ragazza arrivata da poco, molto timida e che non parla mai. Una ragazza brava a disegnare e molto gentile. Parla di lei in generale, per poi finire con "le voglio tanto bene".

La guardo e le sorrido -è perfetto, tranquilla-

-davvero? Grazie Charlotte- si butta su di me abbracciandomi, ed io posso solo che ricambiare.

Rimango con lei finche non si addormenta, poi le rimbocco le coperte e mi siedo alla fine del letto.

"Anche tu eri così serena alla sua età"

"Chissà cosa sarebbe successo se non fosse successo"

Guardo Medison e mi soffermo su i suoi ricci biondi. Poi un pensiero tira l'altro e una fotografia invade la mia mente.

Una bimba riccioluta abbracciata al suo papà, grande e grosso a sua differenza.

"Chissà se ora sta meglio.."
Lo spero.

Can You Look Into My Eyes?  [IN CORSO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora