Lontana da lui

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"Ehi ciao!" Disse Clelia gettando le braccia al collo di Gonzalo. Lui si limitò a staccarsela di dosso in modo freddo. La fece sedere e le disse: "Tra noi è finita.  Davvero questa volta. Dobbiamo smettere di soffrire entrambi. Ti voglio bene ma non siamo fatti per stare insieme". Si era reso conto di essere stato duro ma non sopportava più quella situazione.  Una lacrima rigò il volto di Clelia e lui prontamente la raccolse.

"Non essere triste. Sei riuscita a farmi stare bene per un pò e voglio che tu sia felice."

"Un'ultima volta"

"Cosa?"

"Stiamo per l'ultima volta insieme. Diciamoci addio nel modo più dolce possibile". Disse Clelia tenendo lo sguardo basso.

Gonzalo la guardò con dolcezza, le si avvicinò e iniziò a darle leggeri baci sul viso per asciugare le lacrime che scendevano copiose. L'avrebbe fatta sua, per l'ultima volta.

...

"Sofia su andiamo, dobbiamo tornare a casa"

"Arrivo subito papà" urlò Sofia, salutò tutti e corse via anche se non aveva più visto Higuain. Chissà dov'era finito e se pensava che lei fosse stata maleducata.  "Meglio che la pensi così almeno non mi rivolgerà più la parola" pensava in accordo con la sua coscienza. Entrò in macchina, allacciò la cintura e per tutto il viaggio non fece che annuire mentre il padre le raccontava tutto quello che aveva fatto. Tornati a casa Sofia rifiutò il pranzo con la scusa dell'eccessivo caldo e si ritirò in stanza per riposare. Chiuse gli occhi e vide di nuovo quel volto angelico e quelle labbra. Non aveva mai baciato nessuno ma a lui il suo primo bacio lo avrebbe dato volentieri. Aprì gli occhi e sussurrò "allora i colpi di fulmine esistono" come se avesse paura anche lei ad ammetterlo. Chiamò la sua migliore amica, Cristina e le raccontò tutto senza omettere alcun particolare.

"Tu sei pazza" le disse Cristina ogni volta che Sofia smetteva di parlare.

"Perché sei scappata? È questo che hai fatto lo sai vero?"

"Si lo so. Tu sai come sono e quello che penso di me. Preferisco soffrire ora che non c'è nulla piuttosto che essere rifiutata"

"Ti devi far curare! Aspetta che arrivo con un pò di antidepressivi". Cristina attaccò e Sofia si ributtò a letto con la testa sul cuscino. Sentiva sulla maglia ancora l'odore di quel profumo e si lasciò cullare da quella fragranza mentre si addormentava. Fu svegliata dal magro indice di Sofia che la punzecchiava come si fa con un animale sul ciglio della strada per vedere se è morto. Sofia si alzò di scatto e sbuffò mentre la abbracciava. La sua amica le aveva portato ciò che le serviva: film romantico e compagnia.  Passarono così il pomeriggio e poi la sera. Sofia era tornata di buon umore e chiese a Cristina: "domani vuoi venire con me?" Lei le saltò al collo. "Speravo me lo chiedessi da quando sono arrivata"

"Immaginavo! Domani alle 8 qui, puntuale"

"ci sarò"

...

Il mattino dopo erano ancora le 7 e Cristina era già scattante. Salì in camera di Sofia la costrinse ad alzarsi e alle 7.30 erano già entrambe pronte.

"Cristina devi venire più spesso con noi. Sei l'unica che riesce a smuovere Sofia dal letto" disse la madre della ragazza guardandole mentre scendevano le scale.

"Tutta questa simpatia di prima mattina?" Sbuffò Sofia che sembrava aver lottato con i cuscini stanotte. Il viaggio fu tranquillo eccetto per Cristina che non aveva finito di parlare neanche per un secondo. Quando entrarono in palestra però le mancarono le parole: rimase estasiata a guardare quei corpi e posò lo sguardo dritta su Mertens.

"State bene insieme" le disse maliziosa Sofia e Cristina le diede una gomitata.

Dopo che ebbero salutato tutti una voce disse: "Gianni se tutti i giorni porti una fanciulla con te tra poco troverai una fidanzata a tutte" provocando le risate di tutti. Noi andiamo a prendervi un caffè disse Sofia strattonando Cristina che non aveva ancora staccato gli occhi da quel ragazzo. Arrivate alla macchinetta non sapevano proprio che fare: due imbranate! Iniziarono a giostrare con le leve e quando pensavano di avercela fatta, il caffè iniziò a schizzare dappertutto. Cristina riuscì ad evitare gli schizzi ma non Sofia che si trovava proprio di fronte alla macchinetta. Sofia iniziò a ridere ma poi si disse che mai e poi mai sarebbe tornata dentro così messa. Spinse Cristina dentro e lei dopo pochi minuti tornò dicendole che il padre le aveva detto di fare una doccia negli spogliatoi visto che tutti si stavano allenando e nessuno sarebbe entrato. Cristina chiese a Sofia di non muoversi di là ed entrò nella doccia. L'amica però proprio non resisteva all'idea di lasciare Mertens e così con la scusa di cercarle un asciugamani sgattaiolò fuori. Sofia si sentiva in imbarazzo e quando sentì la porta schiudersi di nuovo si affacciò

"Ci voleva tanto per.."

Non era Cristina ma Gonzalo che vedendo Sofia fece cadere la borsa a terra. Lei si rintanò dentro urlando

"Nessuno ti ha detto di non entrare? Eppure mio padre me lo aveva assicurato"

"Io sono appena arrivato, scusami" disse lui imbarazzato quanto lei. Nel frattempo Cristina era tornata con un asciugamani e lo aveva dato a Sofia correndo fuori con la scusa di una chiamata. Sofia uscì fuori e cacciò un altro urlo quando vide Gonzalo ancora lì imbambolato.

"Non dirmi che non hai visto mai una ragazza con un asciugamani attorno" dosse cercando di coprire le gambe che pensava troppo grosse anche se in realtà non lo erano.

"Ehi ci sei?" Continuò passandogli una mano davanti al volto.

"Si scusami, ora esco. Ma tu che ci fai qui?"

"Mi sono sporcata con il caffè" rispose indicando gli abiti a terra.  "E ora non ho neanche niente da mettere"

Gonzalo aprì la borsa e le diede una maglietta e dei pantaloni sportivi blu. "Metti questi" le disse. Poi le scompigliò i capelli e andò via.

Quei vestiti sapevano del suo profumo e Sofia li indossò con piacere. La maglia le copriva la gambe fino a metà ginocchio mentre i pantaloni le arrivavano sotto la maglia. Diciamo che con quei vestiti non poteva fare a meno di mostrare le gambe ma non aveva altre opzioni. Passò ad asciugarsi i capelli quando si sentì toccare la testa. "Ti hanno sospeso di nuovo?" Disse a Gonzalo senza alzare il capo. Ormai riconosceva i suoi scarpini e il suo profumo. "No è che ho dimenticato le protezioni" si sedette accanto a lei che aveva appena spento il phone. Con un movimento secco alzò la testa facendo scorrere i lunghi capelli mossi attorno al capo e Gonzalo si bloccò

"Che c'è?  Per favore non guardarmi lo so che non sono uno spettacolo degno dei tuoi canoni"

"Invece stai benissimo. Portali sempre così per favore. " iniziò a fare cerchi concentrici con una ciocca avvolgendola attorno all'indice.

Sofia su staccò mentre quelle parole le rimbombavano in testa.

"A te che importa come io sto bene o no? Ci conosciamo da un giorno e già prendi questa confidenza?" Le parole lasciarono la sua bocca prima che potesse accorgersene e Gonzalo per un attimo rimase spiazzato.

"Scusami lo so che sono stata brusca e che nessuno mai mi fa complimenti e io non sono abituata a riceverli perché non li considero veri"

"E fai male. Dovresti guardarti nel modo in cui ti vedo io.. cioè gli altri e capiresti che sei molto meglio di come ti reputi". Le diede un bacio sulla guancia e andò via. Sofia rimase ferma, immobile: il suo proposito di stargli lontana si stava sgretolando sempre di più.

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