Dolce

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Scesi in cucina, Sofia si sedette su uno sgabello vicino al bancone della cucina mentre Gonzalo iniziò a preparare il caffè.
"È strano vederti qui, con me"
"È strano anche per me ma sono qui. Vorrei chiamare i miei"
"Certo, va pure in salotto se vuoi"
Lei si alzò tenendo il cellulare tra le mani. Erano ormai le otto e dopo due squilli il padre le rispose.
"Sofia ti sembra questo il modo?" Disse lui burbero
"Papà lo so che ho sbagliato ma Gonzalo aveva bisogno di me"
"Non mi va di parlare per telefono. Vi aspetto entrambi a casa tra un'ora. Puntuali"
Sembrava davvero arrabbiato, non le aveva mai chiuso il telefono in faccia. Con il viso un po' sconvolto, rientrò in cucina.
"Cos'è successo?"
"Vuole parlarci. Tra un'ora da me"
"Bene, facciamo colazione e andiamo, ho delle spiegazioni da dare loro"
Silenziosamente presero il caffė e Sofia svogliatamente mangiò dei biscotti. Poi, mentre Gonzalo era andato a vestirsi, preparò il biberon per Riccardo che si era svegliato. Dopo aver mangiato, il piccolo si riaddormentò subito.
"Sei così dolce, proprio come il tuo papà" gli sussurrò lei.
"Sei tu ad essere fantastica" le sussurrò all'orecchio Gonzalo che aveva assistito alla scena e gli era venuto naturale stringerla a sè. Sofia non sapeva se quel contatto la infastidiva o meno: si sentiva a casa, ma in una casa che per mesi non era stata sua. Il più gentilmente possibile si staccò da quel contatto e pose il bambino nella culla.

"Vado a vestirmi, così possiamo andare"
Fu bloccata per il polso. "Che succede?"
"Nulla devo solo metabolizzare tutto"
"Mi vuoi ancora?"
"Come il primo giorno" quasi sussurrò lei
"Io più di allora" si avvicinò a lei e le diede un bacio pieno di passione ma anche tenerezza e amore. Quando si staccarono avevano entrambi bisogno di rifiatare.
"Vado a vestirmi"
"Non metterci troppo. Sei già stupenda così "
Dopo pochi minuti erano pronti: Gonzalo adagiò la culla sul seggiolino e Sofia rinunciò al posto del passeggero per prendersi cura del piccolo. In macchina non parlarono molto. Erano entrambi imbarazzati. Arrivati a casa di Sodia, lui la prese per mano e entrarono.
"ciao mamma, ciao papà "
"Ciao" risposero entrambi.
"Gonzalo noi dobbiamo parlare " disse serio il padre di Sofia.
Lui annuì e si recarono in salotto mentre Sofia e la madre in cucina con il piccolo.
"Lui è Riccardo? È davvero adorabile, tutto suo padre" disse la madre di Sofia prendendolo in braccio per cullarlo. "Come stai?" Le chiese rivolgendole uno sguardo dolce.
"Ora bene. Sento di aver ricominciato a respirare"
"Sono contenta. È un bravo ragazzo ed è maturo, si vede da come ha affrontato la situazione. Si vede che ci tiene a te e ti auguro che la cosa funzioni"
"Grazie mamma. Faremo le cose con calma. Ne ho bisogno"
Le gettò le braccia al collo e mentre l'abbracciava sperava che Gonzalo non sarebbe stato trattato Troppo male.
POV HIGUAIN
""E così Clelia ti ha lasciato e tu hai ben pensato di richiamare mia figlia per colmare il posto lasciato vuoto?"
"No! Io sua figlia la amo e se mi sono comportato così è stato per il bene di mio figlio. Lei è padre, dovrebbe sapere come ci si sente e cosa si è capaci di fare per un figlio. Io amo Sofia e non ho mai smesso, neanche per un momento e sono stato maledettamente fortunato perché lei ha accettato di darmi una nuova possibilità e io giuro che farò di tutto per soddisfarla" disse lui tutto d'un fiato.
"Mi sembri sincero. Ma sta attento: se mia figlia piangerà ancora per colpa tua, non me ne starò qui buono a consolarla ma me la prenderò con te"
"Non accadrà ancora. Glielo assicuro. La renderò felice e non si pentirà mai di avermi scelto"
Il padre di Sofia gli porse una mano e lui la strinse con forza come a voler sottolineare le sue parole. Usciti dal salotto, tornarono in cucina dove madre e figlia giocavano con Riccardo ormai sveglio.
"Questo bambino è adorabile " disse la madre di Sofia rivolgendosi a Gonzalo. Lui sorrise con occhi dolci.
"Si è davvero un bel bambino e sono sicuro diventerà un buon calciatore come il padre" disse Il padre di Sofia giocherellando con un suo piedino.
"Vi dispiace se Sofia resta a casa mia e ve la riporto domani per pranzo?"
"D'accordo. Capiamo che dovete recuperare il tempo perso. Ma ricorda quello che ti ho detto"
"Certo. Stia tranquillo. Beh noi andiamo" disse Gonzalo poggiando Riccardo nella culla.
"A domani mamma. E grazie papà."
In macchina rimasero di nuovo in silenzio e Gonzalo provò a sbirciare Sofia attraverso lo specchietto e la vide sorridere guardandolo a sua volta. Si fermarono al centro commerciale ma non lo avevano previsto.
"Resta pure qui, torno subito" non le diede il tempo di replicare e dopo cinque minuti era già di ritorno con un pacchetto.
"Cosa c'è li?"
"Lo scoprirai. Baciò la fronte di Sofia e si rimise alla guida. Dopo poco tornarono a casa e la mattinata passò veloce pensando a Riccardo. Dopo che ebbe pranzato, Gonzalo andò a metterlo nella culla per farlo dormire e Sofia si appoggiò per un attimo allo schienale del divano. Credeva fosse un attimo ma si addormentò profondamente. Si svegliò quando si sentì spostare da quella posizione che in realtà era anche scomoda e quando aprì gli occhi vide Gonzalo che le teneva la testa con un braccio e aveva l'altro sotto le sue gambe. La stava portando su per le scale e lei poggiò il viso nell'incavo del suo collo.
"Sei sveglia?"
"Penso di si"
"Bene, perché ho voglia di te, ora"
Con un gesto agile aprì la porta e la richiuse con un calcio. Poggiò delicatamente Sofia sul letto mentre il suo cuore batteva forte e sentiva che stava perdendo lucidità. Lui abbassò le tapparelle e Sofia sorrise perché questo voleva dire che si ricordava di quello che lei pensava di se stessa. Si adagiò al suo fianco sul letto e le posò una mano tra i capelli, dietro la nuca, mentre si reggeva sull'altro gomito. Aveva una strana luce negli occhi che erano così chiari da permetterle di specchiarcisi dentro.
"Mi sei mancata. Mi è mancato toccarti, baciarti, stringerti e anche vederti arrossire". Sofia si avvicinò facendo sfiorare i loro nasi e poi lo baciò poggiando una mano sulla sua guancia e lasciandosi solleticare dalla leggera barba. Lui la strinse a sè a la mise sopra di lui. Le accarezzava la schiena mentre lei stava maldestramente cercando di sbottonargli la camicia. Lui sorrise sulle sue labbra senza staccarsi e la fece mettere seduta di fronte a lui così da renderle più facile il compito. Quando ebbe finito disse:" ora tocca a me" ammiccando alla sua maglietta. Gliela sollevò e lei rimase in reggiseno. Prima che potesse coprirsi, lui le prese le mani e se le portò sul petto invitandola a far scivolare giù la camicia. Poi la guidò verso i suoi jeans e lei li sbottonò. Lui si alzò e se li fece scivolare giù insieme ai calzini. Le porse la mano e lei si alzò. Lui la guardava negli occhi e fece lo stesso gesto che poco prima lei aveva fatto con lui. Lei scalciò i pantaloni e si avvicinò a lui abbracciandolo.
"Fatti guardare" le disse facendole fare un giro. Poi la bloccò mentre gli dava le spalle e piano le slacciò il reggiseno. Lo fece scorrere lungo le braccia e ben presto raggiunse il resto dei vestiti. Prese a sfiorarle i fianchi, la pancia e poi con entra,be le mani racchiuse il suo seno. Istintivamente lei cercò di indietreggiare per staccarsi da quelle mani ma si scontrò con il petto di Gonzalo.
"Non scappare da me. Riesci a sentire quanto mi piaci?"
Lei annuì e sembrò tranquillizzarsi. Lui la strinse a sė e poi la fece voltare. La baciò con passione come a voler rivendicare qualcosa che era scontato fosse suo. Portò le mani all'altezza dei suoi slip e lei con un'aula ciao che non pensava possedere, fece lo stesso. Li abbassarono contemporaneamente rimanendo nudi l'uno agli occhi dell'altro. Lui la fece stendere di nuovo sul letto e si calò su di lei baciandole il seno e poi risalendo verso il collo e il mento e di nuovo le labbra. Le sue mani si muovevano frenetiche su di lei mentre lei gli accarezzava la schiena fino all attaccatura dei capelli.
"Sei pronta?" Le chiese guardandola intensamente.
"Ora più che mai" disse lei ricambiando lo sguardo. In un attimo lui fu dentro di lei e per la sorpresa lei urlò mordendosi poi il labbro per non farsi sentire.
"Non farlo, non frenarti, lasciati andare. Questo è il nostro momento"
Iniziò a spingere più velocemente in lei cercando di farle capire che la voleva davvero, in quel momento è per tutta la vita. Dopo poco entrambi urlarono il nome dell'altro e mentre cercavano di riprendere fiato lei disse
"Devo dirti una cosa"
"Tutto ciò che vuoi"
"Ti amo"
"Speravo me lo dicessi. Finalmente non devo più nascondertelo, Ti Amo"
Una calda lacrima solcò il viso di Sofia e Gonzalo la asciugò con dei baci mente la teneva stretta.
"Non piangere più. Da ora in poi, solo sorrisi per noi"
La cullò finché non si addormentò e dopo qualche ora la svegliò.
"Ehi. Sei bellissima quando dormi ma io vorrei mostrarti quella sorpresa, Riccardo si è appena svegliato e ho bisogno che ci sia anche lui. Vieni " le disse porgendole la sua camicia è un paio di boxer. Lei si vestì rapidamente e scese di sotto. Sul tavolo c'era una torta con una candelina.
"BUON PRIMO MESE RICCARDO!!"
Sofia non sapeva che dire. Gonzalo le sfiorò la mano mentre teneva il piccolo in braccio.
"Facciamo una foto?" Disse indicando la macchina fotografica sul cavalletto. Lei annuì commossa. Si sedette davanti alla torta con il piccolo in braccio mentre lui fissò il tempo per l'auto scatto. Si avvicinò a loro e strinse Sofia a sé. Lei emanò il più coinvolgente dei sorrisi mentre la macchina emetteva il solito "click".
Quella è stata la prima di una lunga serie di foto felici fatte insieme. La felicità di quel momento rimase viva nei loro occhi e anzi non fece altro che aumentare. Sofia e Gonzalo non si erano scelti ma si erano trovati e avevano avuto il coraggio di combattere per restare insieme.

FINE
GRAZIE PER AVER LETTO FINO ALLA FINE IL MIL RACCONTO. È STATO BELLO SCRIVERLO... A PRESTO!

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