.Capitolo 6.

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Max si svegliò per l'odorino di cibo che riempiva casa, e il che era strano perché erano appena le 8 di domenica. Si tirò su e si stiracchiò, felice di aver dormito tanto e bene, ma appena si sedette sul letto una fitta di bruciore gli innondò il culetto, facendogli ricordare che il giorno prima erano successe molte cose: dalle sculacciate del fratello, alle minacce del suo fidanzato, a poi quella bellissima serata che si era conclusa per lui ricca dell'amore del fratello, che lo aveva fatto addolcire. Pensò un po' a tutto questo, cercando un qualcosa a cui aggrapparsi per capire con quale umore iniziare la giornata: poteva concedersi di aprire un po' il suo guscio? Marcus e Lawrence nel mentre erano a imitare la scena di "Ghost" ai fornelli, con Marcus che cucinava e Lawrence dietro sia a guidare le sue mani sia a rompergli le scatole, infatti non ci volle molto che Marcus lo scapaccionasse per mandarlo a mangiare. Lawrence fu felice di cominciare la giornata con un po' di sculaccioni, ricordando con affetto la sera prima, alla fine rinunciò ad infastidire il compagno e si mise a fare colazione. «ricordami di darti un bacio e una sculacciata tutte le mattine.. Così tranquillo non ti ho mai visto! Non avrai bisogno di un promemoria giornaliero come i bimbi per fare il bravo?» lo perculò Marcus visto non solo il buon umore ma anche le risatine che erano provenute dal suo menar di mani su quel culetto, mentre gli metteva davanti un piatto di crepes. Lawrence si limitò sorridere e si mise a mangiare mentre Marcus scuoteva la testa. Max arrivò e riuscì a sbiascicò un «buongiorno», che ottenne subito risposta da Lawrence che gli scompigliò i capelli e da Marcus che lo strinse a sé facendo sorridere il moretto già di prima mattina. L'atmosfera è perfetta se non fosse per un piccolo contrattempo: «cazzo! Devo correre all'ospedale hanno bisogno di me...» dice Marcus appena visto il messaggio sul cellulare. Max rimane sconvolto e Lawrence invece si preoccupa: «che è successo?» Marcus mettendosi la maglia della croce rossa di fretta e furia: «sia incidente sia scontro tra manifestanti e polizia, serve personale al pronto soccorso! Ci pensi tu al piccolo vero?» disse prima di uscire. Max lo guardò malissimo, piccolo???? Lawrence invece gli diede un bacio di sfuggita «si ci penso io, su vai!» disse mentre Marcus gli scivolava via scappando. Si era già persa l'atmosfera di pace che si era creata e Max aveva già i coglioni girati. Infatti si alzò senza dire nulla, senza sparecchiare o altro e andò in camera a cazzeggiare, ma non ci volle molto prima che Lawrence entrasse senza troppi problemi, lo prendesse per il braccio e lo trascinasse in cucina con un ammonimento: «no no no non ci siamo capiti, tu ora devi imparare a convivere con altre persone quindi devi capire che dove sporchi devi pulire! Inoltre domani sei a scuola e penso tu abbia sia compiti che interrogazioni da affrontare quindi sotto con lo studio o mantengo la promessa che ti ho fatto ieri» e gli mollo un sonoro ceffone in testa per poi indicarli i piatti che aveva lasciato lì. Max molto di controvoglia si mise a sistemare, tormentato dal sorriso soddisfatto del biondo che andò in salotto ad armeggiare con il computer. Appena Max ebbe finito si sistemare, si crogioló sul fatto che Lawrence non sapeva cosa c'era per scuola, quindi aveva un pomeriggio di cazzeggio assicurato, ma le sue speranze vennero infrante da Lawrence che lo chiamò a sé: «ma sei consapevole che domani hai il compito di fisica, dopodomani storia e nei giorni successivi compiti vari?» e quei dolci occhi azzurri diventarono seri e severi tanto da far temere Max per l'incolumità del suo lato B. Scosse la testa e alzò le spalle. Lawrence sospirò e si avvicinò a lui: «ascolta, per sta volta chiudo un occhio però ti voglio veder studiare, se vuoi ti do una mano, sono uscito con 100 e lode dal liceo. » sorrise e rassicurato Max, si misero in cucina a lavorare. Max si dimostrò brillante e svelto nel capire, infatti Lawrence più di una volta lo lodò per questo, sperando che servisse a qualcosa per farlo sentire amato e apprezzato. Ma dopo un paio di ore Max cominciò a perdere colpi, ad apparire svogliato e automaticamente spense il cervello. Lawrence cercò di rimetterlo in moto con una pausa, un caffè etc. Ma finita la voglia non c'era più speranza di recupero. Ma poco dopo l'arrivo della stanchezza arrivò anche la straffottenza : «ma cosa insisti? Insomma dai le cose le so, al massimo mi invento qualcosa!» diceva Max per cercare di scampare altro studio, ma Lawrence era esigente e ribattere : «ti inventi qualcosa un corno! Devi studiare e per domani hai anche tanto da fare! Quindi o ti fai venire la voglia o te la faccio venire io!»

Max si trovava davanti a un bivio, o obbedire sottomesso e rimettersi a studiare nonostante a poca voglia oppure, per non fare una delle sue scene di scazzo che sarebbe stata punita subito, provare a fregarlo e nel mentre cazzeggiare. Così rispose, cercando di far valere le sue qualità o oratore che lo avevano salvato molte volte alle interrogazioni: «si hai ragione! Io purtroppo sono un epicureista e amo la vita libera e senza ostacoli, ecco perché odio la reclusione causata dallo studio. Quindi se potessi studiare in camera mia...» e sfoggiò un sorrisone da oscar. Ma Lawrence lo squadrò severo e con la voce più seria di questo mondo disse: «secondo te, io, sono scemo? Secondo te mi faccio prendere per il culo così? Da te? Non ci siamo capiti, e io non ho più voglia di giochetti. Ora si passa ai fatti, vediamo se capisci stavolta!!» e subito lo afferrò per l'orecchio senza dargli tempo di dibattere. Max d'altronde si rese conto tutt'a un tratto di essere nei guai. «aspetta, no! Nonono dai su, mi metto a studiare non serve! Lawrence non serve!» ma a quelle suppliche il biondo rispose con un sonoro schiaffo sul viso di Max, e lo rimproverò: «serve ECCOME! Tu non hai ancora capito come funziona, e come tu devi comportare e di conseguenza te lo farò capire io! Ci ho provato con le buone, ora passo alle cattive» e sbraitato ciò se lo stese sulle ginocchia senza ascoltare le suppliche terrorizzate del ragazzino, che ricordava perfettamente il bruciore e il dolore di una punizione alla vecchia maniera. Lawrence poi era peggio di Marcus, amava fare le cose con calma ma anche farle nella migliore maniera, ed ecco che iniziò a sculacciarlo in maniera forte e lenta, dandogli tutto il tempo di fargli sentire la sua forza. Non ci volle molto che Max iniziasse a muoversi e a gridare per liberarsi da quel lento e doloroso supplizio. Lawrence, sentendo che stavano facendo effetto le sue sberle, non si limitò ad abbassare i pantaloni del moretto, ma prese anche in mano una spazzola che aveva preso avendo avuto il sesto senso che gli sarebbe servita. E basto un colpo, composto e forte, a far sciogliere Max in un mare di lacrime. Inoltre Lawrence non era il tipo da rimproverare il ragazzo durante la punizione, preferiva aspettare il momento di debolezza più acuto per darsi all'attacco verbalmente. «ti prego!! AH! Ti prego basta!! Te lo giuro, mi metto a studiare! AGH! Te lo giuro!!!» gridava impanicato Max, tra lacrime e urli di dolore. Il biondo a queste parole che avrebbero fatto pietà a un sasso, rispose tranquillo, non cessando di sculacciarlo: « dalle promesse passi già ai giuramenti? Male... non riesci a mantenere una promessa figuriamoci un giuramento! Non giurare quello che non puoi mantenere visto che con il tuo comportamento non riesci ad ascoltare neanche chi ti vuole bene e cerca di aiutarti». Max si lasciò andare al pianto senza cercare più di fermarlo, e vedendo questo via libera Lawrence gli abbasso gli slip e proseguì per un'altra buona mezz'ora, fino a quando non vide ogni resistenza abbattuta e un bel color porpora sul lato B di Max. Soddisfatto del suo lavoro, si fermò, lasciando un po' di tempo al ragazzino di calmarsi. Max ci mise un'altra mezz'ora per calmarsi almeno in parte. Il biondo gli sistemò e lo tirò su in piedi, dicendo severo: «ora, visto che presumo la voglia ti sia tornata, voglio vederti studiare senza sosta fino al ritorno di tuo fratello! Ah e non ti crogiolare sulla convinzione che sia finita, informerò Marcus e non sono del tutto sicuro che la prenderà bene....potrebbe rimettere "mano" alla questione...». Max rassegnato e terrorizzato dall'arrivo nel pomeriggio del fratello, si mise a studiare, tormentato dai dolori e dalla paura dell'ira fraterna. Studiò a lungo finché non sentì dei passi sulle scale, e il suo cuore iniziò a battere ininterrottamente per la paura...

Per la Giusta Strada (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora