.Capitolo 9.

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Marcus aiutò un attimo Max a impugnare le tanto temute bacchette, e quando lo vide un po' più sicuro e anche affamato di quella droga che è il sushi (il sushi o lo odi o ne diventi drogato non ci sono vie di mezzo) iniziò a raccontare: « la mia...prima volta con Lawrence...non è stata così strana come avrei potuto pensare prima di mettermi con lui. Partiamo dal presupposto che io non ho mai, e dico mai, immaginato ma neppure pensato di andare con un ragazzo. Mai. Infatti la mia relazione con Lawrence è nata come un'amicizia stretta, a causa di sai cosa. Io me ne ero accorto che Lawrence era diverso, e anche io mi sentivo diverso dagli altri ma non lo mostravo apertamente, giusto per sfatare il mito che se sei gay lo si vede fin da subito. Un giorno io e Lolly facemmo una scommessa idiota e scommettemmo che se avessi vinto io, lo avrei sculacciato per vendicarmi di quella batosta che mi avevo dato per il mio scazzo che poi ci aveva fatto congiungere, se avesse vinto lui,ci saremmo baciati. Accettai quasi sicuro di vincere e senza pensare a cosa mi aveva proposto. La scommessa poi era si una cosa che con il senno di adesso, definisco una grandissima stronzata, ovvero se la segretaria della scuola andava con il preside... primo, si, erano amanti e vinse Lawrence, secondo fummo sgamati e minacciati di espulsione se avessimo parlato. Mentre tornavamo a casa mi resi conto di cosa avrei dovuto fare,a prima che io potessi dire qualcosa, Lawrence mi baciò. Il bello non fu che d'istinto lo spinsi via, facendolo quasi piangere per gli insulti che gli tirai, ma che poi quando vidi quegli occhi azzurri lucidi e una sola lacrima accarezzare quelle guance, lo bacia di nuovo, e ancora e ancora tanto che ci appartammo per più di mezz'ora. E poi vabbe, le cose sono cambiate...» Marcus si fermò un secondo per mangiare, e Max lo fissò stupito e interessato allo stesso tempo. Osò, solo perché era troppo preso dalla storia, e chiese: «come cambiarono le cose, insomma, come siete arrivati a mettervi insieme?». Marcus sorrise e gli pulì il lato della bocca sporco di salsa di soia: «sei curioso eh? Te lo racconto tranquillo, anche perché magari potrebbe aiutarti a trovare la tua strada. Comunque, nei giorni successivi piano piano capimmo che c'era qualcosa di più di un'amicizia, e lo capimmo tra sguardi che si cercavano quando eravamo lontani, ai baci, che appena finivano volevano ricominciare, delle braccia dell'altro, che erano lo scudo più forte e il posto più protetto. Non ci dichiarammo mai apertamente tra di noi, i fatti superavano le parole in tutti i sensi e un giorno ci trovammo a dire tutti e due "lui? È il mio ragazzo!". Mi ricordo che un giorno fecero una conferenza sulla protezione durante il sesso e accaddero due cose, la prima,che ovviamente ci guardammo e capimmo che era ora di affrontare quello scoglio e concederci l'uno all'altro....e la seconda...beh...,ci fu una piccola discussione accesa nella sala tra il presentatore e dei ragazzi idioti contro i gay e..io e Lawrence ci alzammo e andammo sul palco dandoci un lungo bacio mandando a fanculo l'intera sala. Il preside non ci sospese solo perché era stato troppo divertente vedere le facce sconvolte di mezza scolaresca e corpo docenti. E quella sera, beh... lo facemmo. Non fu una cosa tipo "stai tu sotto o io?" E simili, fu tutto naturale, un bacio tiró l'altro, una carezza era sempre voluta e pretesa e i vestiti volarono in un nanosecondo. La cosa curiosa fu che era sempre stato Lawrence a gestire il nostro rapporto, ma fui io il primo a violare e lui il primo ad essere violato. E fu stupendo, fanculo il mio patrigno, fanculo i pregiudizi, gli insulti, le lamentele, fanculo tutti, eravamo solo io e lui.... e dopo, tra le coperte gli chiesi esplicitamente se voleva essere il mio ragazzo, e lui rispose di si. Ed eccoci qua. Poi ovviamente i litigi, le discussioni, le sculacciate ci sono state, sono gli stadi per pemmettere al nostro rapporto di crescere e di evolversi. Sono le fasi che tutti devono affrontare per poter raggiungere la stabilità. Anche io e te un po' ci stiamo passando, tutte queste discussioni che abbiamo, vi stanno solo rendendo più stabili.» e detto questo strinse a se Max, che sorrise. Si sentiva più legato a lui, in particolare per il fatto che era stato reso partecipe del passato del fratello, e questo voleva dire che Marcus si fidava di lui. Mangiarono fino a scoppiare e si divertirono ad occultare il sushi che avanzava per non pagare la penale. La peggio fu quando Max lo nascose sotto al suo cuscino, facendo una faccia strana quando sentì la montagnola di pesce sul suo culetto, facendo scoppiare a ridere Marcus. Ritornando a casa, Max si addormentò in macchina, e il fratello vedendolo, fu preso da molti ricordi alimentati da tutto quello che gli aveva raccontato sul suo passato, che lo invasero per un po' fino all'arrivo a casa.

Per la Giusta Strada (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora