Un tuono svegliò Max, facendolo spaventare. Si guardò intorno per capire dove fosse e cosa stesse succedendo, ma ben presto di calmò sentendo il braccio del fratello che lo cingeva alla vita. Marcus era accanto a lui, addormentato, probabilmente dopo quel lungo abbraccio, tutti e due erano stati presi da Morfeo. Max sorrise e si strofinò il culetto dolorante, per poi rimettersi tra le braccia del fratello cercando la sua protezione, che non tardó ad arrivare tramite una stretta forte da parte di Marcus, che si era leggermente svegliato per il temporale e il fratellino agitato. Se lo riprese fra le braccia e si sistemò sotto a un plaid per restare al caldo. Max sorrise e si affidò al fratello, richiamando Morfeo per potersi riassopire, ma a un passo dall'arrivo del sonno, con un movimento involontario per sistemarsi più comodo, appoggiò il suo peso sul culetto martoriato dai due ragazzi e a fatica soffocó un lamento. Marcus, richiamato come un padre dal richiamo del proprio cucciolo, subito intervenì: «stai bene? Fa ancora male?» chiede pacatamente e il povero Max con le lacrime agli occhi annuì. Marcus sospirò e con dolcezza lo prese e se lo stese sulle ginocchia per poi allungarsi a prendere una crema sul comodino, non avvisando il povero fratellino che subito si mise a belare come un agnellino temendo altre botte: «ASPETTA NO! Non ho fatto niente adesso, non puoi... Marcus, Marcus!» «ehi ehi! Sta tranquillo non ti faccio nulla, voglio solo metterti un po' di crema, magari ti aiuta no?» disse subito Marcus cercando di calmarlo e mettendosi e fargli due grattini sulla schiena. Max ancora un po' titubante si stese senza fare storie e lasciò che il fratello gli mettesse un po' di crema, che in effetti portò un po' di sollievo. « qualche giorno e passerà tranquillo, ovviamente a meno che tu non mi faccia ancora arrabbiare!» e detto questo, Marcus gli diede un leggero sculaccione giusto per premonirgli che sarebbe successo per altri casino. Max non disse nulla, era troppo stanco e anche triste per poter ribattere con il suo solito modo di fare, ne aveva prese troppe per quel giorno, ora voleva solo sentire qualcosa di diverso dal dolore. Marcus lo sistemò e al posto di metterlo a sedere, lo abbracciò di nuovo, dandogli un bacio sulla tempia: «ma credo che per un po' siamo apposto noi due no? Adesso vediamo di compensare le botte che hai preso oggi umh? Anzi, è quasi ora di cena, e se scappassimo solo io e te a mangiare da qualche parte?» disse sorridendo e baciandogli di nuovo la testa, cominciando a coccolarlo. Max rimase un po' stupito sia di quelle parole sia di quella proposta. Passare del tempo SOLO con Marcus, senza Lawrence che facesse da intermediario si sensazioni o eventi, solo loro due come fratelli. Max ci pensò un po', avvolto da tutte quelle attenzioni che lo fecero sorridere e pensò che sarebbe stata una bella cosa conoscere meglio quel ragazzo che prima odiava con tutto il cuore e ora cominciava a provare per lui una specie di affetto.«si....si mi piacerebbe» disse Max sorridendo, e Marcus ricambiò felice: «non lo so, dove ti piacerebbe andare? Mai provato il sushi? Conosco un "all you can eat" particolarmente buono...,» «okay, ci sto! ahi!» disse mentre cercava di alzarsi per cambiarsi e prepararsi per uscire. Marcus rise e gli scompiglió i capelli:«vacci piano! I postumi delle batoste sono tremendi, peggio di quelli di una sbronza fidati!» e allora Max chiese ridendo: «perché? Come fai a dirlo? Hai preso più sbronze che sculacciate?» e Marcus stringendolo il una morsa affettuosa da lotta fraterna disse: «non sono affari tupi fratellino....Però ti posso solo dire che sono a un buon numero di entrambe!».
L'aria goliardica e di gioco non si spense neanche per un secondo fino al tragitto verso il ristorante. Max non osò ordinare non conoscendo cosa gli potesse piacere e guardò stupito il fratello quando sentì la valanga di roba che chiese al povero cameriere orientale che a malapena capiva l'italiano. Il posto era molto bello, in stile giapponese, e Marcus aveva prenotato in un angolo particolare, una stanzetta con un tavolo basso, le sedie incassate nel pavimento e soprattutto vicino a una finestra battuta dalla pioggia del violento temporale. Max si sentiva quasi spaventato da quella atmosfera che fuori sembrava preannunciare l'apocalisse ma Marcus si sedette accanto a lui, rinchiudendolo in un angolo sicuro e protetto dalle spalle possenti dell'angelo. Max vide negli occhi del fratello una luce strana, come se quel posto non fosse così casuale per lui: «stai bene? Sembri strano...» Marcus smise un secondo di pensare e lo strinse a sé: «beh questo posto è molto importante per me.... ho tanti ricordi a questo tavolo. Vedi» disse indicando un ideogramma giapponese inciso malamente sul tavolo di legno: «questo lo incise Lawrence un giorno che venimmo qui dopo un litigio, vuol dire "perdonami, amore". Lui non è mai stato capace a chiedere scusa, si è più umile e tranquillo di me, ma non e capace a chiedere scusa per quello che fa... questa è l'unica scusa che mai mi fece anche se non a parole.» disse sorridendo. Max guardò quei simboli e poi rivolse aa Marcus uno sguardo interrogativo, un "dimmi di più" non a parole. « devi sapere che noi non siamo andati mai d'amore e d'accordo come siamo ora, prima ci sbranavamo per ogni sciocchezza. Io e Lolly abbiamo due caratteri opposti e spesso ci siamo trovati in conflitto, io sono troppo sensibile e manifesto troppo istintivamente le mie emozioni, lui e più chiuso e preferisce tenersi le sue cose per sé anche se Pretende di essere partecipe delle mie sensazioni. Quando mi scrisse questo avevamo litigato per colpa del mio patrigno, tuo padre Max, che era appena morto. Quell'uomo mi aveva picchiato fino a farmi svenire, e io però volevo comunque andare al suo funerale per rispetto di mia madre, e Lawrence invece non voleva che io cu andassi, dicendo esplicitamente cosa pensava per lui. Da una parte la morale, dall'altra l'intelletto. Litigano per ore e alla fine lui mi lasciò in casa a star male andandosene sbattendo la porta. Andai da solo al funerale e da solo rimasi al cimitero sulla sua tomba, lui non mi accompagnò. O meglio pensavo non mi avesse accompagnato, fino a quando non me lo vidi spuntare da dietro una statua, di sera, mentre ero da solo al cimitero, facendomi prendere un colpo. Inutile dire che ho tirato giù tutti i santi che conoscevo per quello spavento. Litigammo ancora per un'ora in macchina prima di fermarci qui, di sera tardi, giusto per non tanto per mangiare ma quanto per prenderci una tregua dagli insulti e dagli urli. Dopo un po' in silenzio lo vidi armeggiare con il coltello sul tavolo e lui mi scrisse quell'ideogramma. Ne lessi la tradizione e mi venne naturale tirargli un "sei un cretino" dritto nel muso, per poi baciarlo. Umh.... quasi quasi gli mando la foto...». Max lo ascoltò curioso e intrigato dal loro rapporto, non sapendo a cosa appartenesse era attratto dal fratello e dal suo fidanzato per voler capire cosa magari lui potesse provare. Marcus dopo aver mandato la foto notò quello sguardo ancora più curioso di prima e chiese: «ma tu? Sai ancora cosa ti piace?» Max si trovò impreparato davanti a quella domanda cosi breve ma grossa nel suo significato. Scosse la testa dopo averci pensato un po': «cioè, credo di essere etero...credo....Non mi sono mai fatto questa domanda» disse innocentemente. Marcus aspettò che il cameriere avesse lasciato tutti i piatti sul tavolo e si fosse allontanato dal tavolo prima di parlare: «non avere fretta di decidere, prova prima di dire con sicurezza cosa ti piace o cosa no, fidati. Pensa che anche io non sapevo cosa mi piacesse, lo sentivo di essere diverso, ma una scopatina con una ragazza me la sono fatta al liceo, giusto per autoconvincermi di essere etero, poi ho trovato Lawrence e....beh....è successo» Max che era intendo a destreggiarsi con le bacchette mentre lo ascoltava rimase lì immobile «è successo...cosa?». Marcus sorrise ambiguo e gli imboccò un pezzo di sushi vedendolo impedito: «ora ti racconto....»
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Per la Giusta Strada (IN REVISIONE)
Teen FictionLa vita di Maxwell, un ragazzino scontroso e ribelle, dai capelli castani e gli occhi ambra, è stata completamente sconvolta..... prima la morte di sua madre e poi il dover ricominciare da solo, a finco del suo odiato fratellastro Marcus, figlio d...