.Capitolo 5.

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Max lo guardò stupito, fu quasi con lo sguardo a chiedergli "racconta". Lawrence si sdraiò sul divano insieme a Max e si tirò vicino il moretto: «tuo fratello...beh...da dove posso cominciare........
Ho conosciuto Marcus cinque anni fa, al liceo. Io ero il giovane genietto creativo e stravagante e lui invece il debole depresso sempre picchiato dai bulletti. Un giorno stavo passeggiando per il cortile e sentii del frastuono in un vicolo, non era mia abitudine ficcarmi nei casini di proposito ma qualcosa mi spinse ad andare a vedere cosa stesse succedendo quel giorno. Trovai Marcus a terra preso a calci da due ragazzi..non per vantarmi ma dieci anni di judo mi avevano aiutato e li riuscii a mandare via da lui. Me lo ricorderò a vita come mi ringraziò "che cazzo fai?? Bravo secchioncello mi hai fatto fare la figura della femminuccia!"... si... non andammo molto d'accordo all'inizio. Io però cercai di stargli vicino più che potevo, lo vidi debole e insicuro e non mi piaceva che fosse così depresso. Poi esplosi... un giorno dopo essersi picchiato con uno, cercai di medicarlo e lui so rigirò con aggressività contro di me..non si sedette per tre giorni e non mi parlò per una settimana. Fui io che mi riavvicinai a lui, e costringendolo davvero al muro lo feci parlare. Ci nascondemmo in un vecchio capanno vicino scuola e lui mi parlò della sua vita: suo padre mai stato presente, sua madre alcolizzata con una evidente sindrome di Stoccolma nei confronti del patrigno che lo picchiava tutte le sere perché era troppo "debole". Non gli dissi nulla quel giorno, lo abbracciai e basta. Poi cominciammo a frequentarci, il suo patrigno morì di cancro e sua madre scomparve e io entrai nella sia vita prendendomi cura di lui. Piano piano quel carattere che gli si era formato scomparve ed ecco che ora abbiamo il vero Marcus. Ho dovuto davvero fare tante cose per fargli passare la ruzza, anche qualche giorno fa le ha prese da me.. mi stava nascondendo di te e della tua storia e io ovviamente fuori dalla sua vita non ci sto.
Se è riuscito a cambiare lui, te hai speranza, hai solo bisogno di fidarti di qualcuno e capire che anche se il mondo va nella direzione opposta alla tua, c'è quel qualcuno che può difenderti e rassicurarti. Dai una possibilità a Marcus, non dico a me che già tanto se riesci a parlarmi, ma a Marcus...è tuo fratello... tu potresti dire che non lo è legalmente ma lui ti è vicino, e tanto. Non sarei qui sennò, lui di solito non cerca di introdurmi così tanto nei suoi fatti personali, mi dice il minimo, e se mi ha delegato il compito di darti un'occhiatina ci sarà un motivo no?»
Max era sconvolto, sia per il passato appena scoperto del fratello, sia per quel ragazzo che prima lo aveva appeso fuori dal terrazzo e ora gli sorrideva dolce, sia per il fatto che lui AVEVA bisogno di aiuto nonostante non lo volesse ammettere. Lawrence d'altronde a vedere quel faccino traumatizzato scoppiò a ridere e strinse il ragazzo a sé con affetto: «che tu lo voglia o no sarò il tuo peggior incubo!?!» Max sentendosi travolto dal biondo cercò di non reagire male, però gli scappò detto: «pezzo di....», ma Lawrence nella sua indole rispose: « eh lo so....sono un gran pezzo di figo!». Si guardarono per un po' per poi scoppiare a ridere tutti e due. Il piccolo di accoccolò tra il braccio di Lawrence e il divano, cercando un po' di affetto, che ottenne subito sotto forma di crecchi e grattini. Stava lentamente lasciandosi andare quando Lolly lo riportò alla realtà per un ammonimento: « io ti spupazzo fin che vuoi tutta la sera, però devi andare ad abbracciare tuo fratello appena arriva e devi essere consapevole che se combini o combinerai altri guai, saranno sberle,okay?» il moretto annuì un po' nervoso ma occhi di cielo riuscì a farlo calmare con un alto po' di coccole.
Poco dopo, Marcus entrò con le pizze e le bibite e rimase a dir poco sconvolto quando vide lo scontroso fratellino alla mercé sei crecchi del fidanzato, e ancora di più quando una volta poggiate le pizze su tavolino vide Max Alzarsi timidamente per poi abbracciarlo con uno "scusa" sussurrato. Era abbastanza basito e infatti ricambiato l'abbraccio fraterno si rivolse al biondo che si era già avventato sulla sua capricciosa con uno: «cosa gli hai fatto fumare?», ma Lawrence con la bocca piena gli disse: «la stessa che ti ho dato a te! Ora vieni che inizia...e ti ricordo la nostra scommessa!». Marche preferì non farsi domande e si limitò a godersi quella pace e serenità che si era creata. Si sedette sul divano accanto a Max, che aveva anche lui iniziato a divorare la sua pizza essendo digiuno da un po',e su rilassò al calcio di inizio. La serata fu molto piacevole anche perché tifosi accaniti ma rivali Marcus e Lawrence si tiravano le peggio cose a ogni calcio di rigore o goal, facendo ridere il piccolo Max. Alla fine il moretto finì addormentato sul divano e i due ragazzi, con le sorti della partita ormai segnate da un 3-1 si calmarono e si dedicarono un po' a loro due.
Messo a letto Max, Marcus convinse Lawrence a restare per la notte, avendo bevuto qualche birra non voleva guidasse fino a casa. Ormai erano attrezzati per dormire l'uno a casa dell'altro, soprattutto da quando Marcus era rimasto solo con l'abbandono della madre, Lawrence era un ospite fisso a casa sua. Il biondo entrò in camera e si godette la scena di Marcus che si cambiava, mostrando il corpo muscoloso e marmoreo. Lawrence era più gracile di lui ma questo non voleva dire che era meno attivo, infatti subito si avvicinò a lui e gli diede una pacca sul sedere: «non avevamo un accordo noi due?». Marcus sorrise e lo strinse guardandolo negli occhi, grigio e blu, se
Si fossero sovrapposti avrebbero davvero rispecchiato il cielo: «mi stavo appunto chiedendo se te ne fossi dimenticato! Il mio didietro si stava già rilassando per averle scampate» il biondo sorrise: «e invece anche questa sera sarà mio... ti conviene metterti a letto lo sai, io arrivo» con un bacio si staccarono e Marcus si rassegnò al suo dolce e doloroso destino. Lawrence si sistemò e tornò verso il letto: «come sei sexy con il pigiama con i baffi!» disse ridendo Marcus, «simpatico, ora vedi come ti faccio ridere» detto questo si sedette nel letto e si sdraiò Marcus sulle ginocchia. Non era la tipica aria da punizione, anzi era quasi una situazione goliardica, Lawrence ridacchiava e vide che il compagno stava tramando qualcosa... «cos'è quel sorrisino?» gli chiese con una sberla affettuosa sul sedere. Marcus aspettò che abbassasse la guardia per rialzarsi velocemente, prenderlo per i polsi e bloccarlo sul letto. Non rendendosene conto, vide la figura di Marcus troneggiare su di lui e capì di essere stato fregato: «brutto stronzo, avevamo un patto!» Marcus rise e si dedicò a un lungo bacio sulle labbra del biondo per calmare il suo nervoso: «si lo so, ma a me piace fare le cose a modo mio, e in più ho visto che hai appeso mio fratello fuori dal terrazzo quindi quello che se le merita sei più te» Lawrence sorrise e lo stuzzicò: «seah, e io ci credo!? Ma se sei buono e dolce» Marcus sentendo il tono di sfida, gli alzò le gambe al petto bloccandole insieme alle mani, e da quell posizione gli diede una raffica di sculacciate. «bravo e dolce? Vuoi proprio soffrire stasera..» gli disse Marcus con un sorrisino dedicandosi a quel bel sedere esposto senza protezioni alla sua mano. Lawrence d'altronde con un paio di sospiri aggiunse: «lo sai che in amore sono masochista... » dando quasi il via libera al leggero sadismo si Marcus. Lo guardò con i suoi occhi grigi, studiando le emozioni sul suo volto a ogni colpo che gli dava, non voleva esagerare ma voleva anche fargliele sentire. Quando vide nei suoi occhi azzurri un velo di dolore capì che erano stati sufficienti i colpi presi, così si dedicò a portarli sollievo. Non facendogli capire che aveva finito, sfilò i pantaloni del pigiama e le mutande dalle gambe che erano tenute verso il suo petto, spaventando un po' il biondo che pensò non fosse finita. Ma quando i colpi leggeri furono alternati da delle palpatine, si rilassò lasciando che il compagno gli portasse sollievo. Marcus fu felice di vedere che Lawrence si era calmato sotto al suo tocco delicato, così lentamente gli abbassò le gambe e inizio a carezzargli il petto liscio e le zone limitrofe a quelle principali, provocandogli spasmi si piacere e brividi. Lawrence era felicemente in trance, e lo si notava molto da quell'asta che si ergeva fiera nella sua lunghezza decisa ma non esagerata. Marcus si chinò su di lui, tra baci passionali e morsi sul collo, assaporando con le sue mani la pelle d'oca diffusa. Lawrence lo lasciò fare, per una volta voleva godersela al posto di far godere. Marcus infatti riusciva a portarlo al limite senza farlo mai giungere all'apice, passando dai punti massimo a quelli minimo. Lawrence sorrise e tirò a sé la testa del compagno per un lungo bacio, segno che era pronto a passare al momento finale. Così Marcus lo girò di schiena e si mise sopra di lui, baciandogli il collo con passione, si sistemò e in poco tempo erano uniti. Lawrence gemette sotto quell'impeto iniziale, poi con lunghi sospiri più Marcus andava avanti più diventavano intrisi di piacere. Alla fine l'apice. Si strinsero con forza in quel momento in cui erano un tutt'uno. Calmati i sospiri la notte li prese e li portò nel regno di Morfeo...

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