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Lunedì ore 17:48, 15 settembre 2014


"Ti fidi di me?"

"Ma certo che mi fido che domande sono dai"

"Allora se ti fidi mi lasci fare una cosa che voglio fare da un sacco di tempo?"

"Se non vuoi uccidermi sì" rispose lei ridendo a crepapelle.

Il ragazzo si avvicinò sempre di più al suo viso e le loro labbra si appoggiarono le une sulle altre. Pochi secondi che parvero interminabili, come se il mondo attorno a quei due ragazzini si fosse fermato a contemplare la loro purezza. Erano belli nella loro semplicità, a prima vista potevano sembrare due semplici amici, ma erano molto di più anche se troppo orgogliosi per ammetterlo a loro stessi.



Hope si svegliò di soprassalto, quel sogno era troppo reale. Si mise a sedere nel letto e respirò profondamente cercando di sforzarsi di non pensare a quello che aveva appena rivissuto, ma inutilmente. Si guardò intorno cercando di ricordare come fosse finita a letto, aveva letto quel messaggio e poi si era fiondata in camera a piangere, si era addormentata sfinita e lo aveva sognato. Le era perfino sembrato di sentire di nuovo quel profumo pungente di tabacco che odiava ma con cui aveva imparato a convivere.

"Devo chiamare Marta" pensò mentre recuperava il telefono dal comodino e si legava i lunghi capelli biondi in uno chignon disordinato. Compose il numero della sua migliore amica e attese che rispondesse.

"Hope amore mio ma ciao! Allora? Come è andato il tuo primo giorno di scuola? Dimmi dimmi!"

"Ciao Ma' il solito..."

"Cos'è successo?" chiese la ragazza dall'altra parte sentendo che la voce dell'amica era diversa, non era la solita voce squillante e vivace di Hope e di questo Marta se n'era accorta subito.

"Niente amò... Mi ha scritto..." disse trattenendo a stento le lacrime, avrebbe preferito non ricevere nulla, avrebbe fatto meno male.

"Ah. Hope è 'na testa de cazzo che ce voi fa? Sai com'è fatto, dovevi aspettartelo. Che t'ha scritto?"

"Niente di che..." mentì tirando su col naso mentre le lacrime prendevano a scendere copiose sulle sue guance.

"Hope stai a piagne! Nun me dì che nun è vero che te giuro vengo da te e te meno! È 'ncojone, pure l'amici suoi gliel'hanno detto amò!"

"Marta ma che cazzo! Ce so cresciuta con quello, speravo che fosse diverso..."

"Hope però nun poi sta così pe quello! Nun è corpa tua, lo sa benissimo anche lui! Che poi vojo dì nun l'hai deciso tu de trasferirte o sbajo?"

"No... Però Ma' come cazzo se fa? Du mesi che manco me caga de striscio e poi se ne esce co sto messaggio. Sto 'na merda Ma', 'na merda. Ma che cazzo ho fatto de male?"

"Hope amò mo basta, è un cojone. Quanno se renderà conto della stronzata c'ha fatto sarà troppo tardi. Fidate de Marta tua amò"

"Ma'... Tu l'hai rivisto?" chiese Hope passandosi una mano sul viso, era completamente distrutta. Quel messaggio le aveva ricordato ancora una volta quanto fossero testardi e innamorati lei e quel ragazzo.

"No. Ma giuro che se lo vedo pe strada lo prendo a mazzate Hope. Come cazzo se permette de trattà così l'amica mia? Ma scherziamo? Anzi mo che me ce fai pensà oggi vado dall'amico suo, quello riccio... Andrea, Aldo... Come cazzo se chiama..."

"Adriano" la corresse Hope sorridendo appena.

"Ecco quello. E se ce sta pure lui je dico quarcosa"

3^A LSSA: un nuovo inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora