Roberta

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Martedì ore 00:18, 16 settembre 2014


"Beh grazie Maria Vittoria... Allora... Ehm... A domani"

"A domani bella! Mi raccomando ricordati la regola delle tre L associate! Buonanotte!" esclamò Maria Vittoria salutando Hope e abbracciandola. Hope rimase di stucco a quella reazione della rossa, le due ragazze si salutarono e si diedero appuntamento per la mattina successiva davanti a scuola.

"Li mortacci! Già mezzanotte! Mejo che me metta a letto altrimenti me sa tanto che domattina manco co e cannonate me svejo" disse chiudendo a chiave la porta di casa e dirigendosi nella sua camera.

"Eh no, 'ndo vai? Devi mette a posto regazzì" le disse la coscienza mentre passava davanti al salotto ancora leggermente in disordine. Sbuffò stanca e riordinò la stanza, poi finalmente si mise a salire le scale che la portavano al piano superiore.

Si diresse in bagno e si spogliò, si fece una doccia veloce lavandosi anche i capelli e si mise il pigiama pronta ad andare a dormire. Proprio mentre si stava per infilare sotto le coperte il suo telefono vibrò segnalando l'arrivo di un messaggio, Hope non gli diede molto peso e si mise a letto ignara del fatto che qualcuno, a quasi 500 km da lei, non riuscisse a prendere sonno e nemmeno a darsi pace per non averla salutata.


***

Mercoledì ore 06:18, 17 settembre 2014


Era una bella mattinata soleggiata e calda, la luce filtrava sottile dalla portafinestra della camera di Hope e se non fosse stato per il suono insistente della sua sveglia la ragazza sarebbe rimasta molto volentieri sotto le coperte saltando l'interrogazione di italiano prevista per la prima ora. Si girò nel letto assonnata e allungò il braccio alla ricerca del comodino per inforcare gli occhiali e mettere fine alla tortura che ogni mattina subivano i suoi timpani.

"Hope tesoro forza svegliati! Farai tardi a scuola!" sentì gridare dal piano inferiore, segno che sua madre fosse in cucina, come sempre, a prepararle la colazione.

La ragazza si mise a sedere nel letto massaggiandosi le tempie, il pianto del giorno precedente le aveva procurato un forte mal di testa e, come se non bastasse, non si ricordava proprio nulla di quello che aveva studiato da sola nel pomeriggio e con l'aiuto di Maria Vittoria la sera. Scese lentamente le scale sbadigliando quando improvvisamente si ritrovò distesa sul pavimento del salotto con una sagoma marrone scuro che le leccava il viso.

"Ma che cazz... Samotracia! Basta a cuccia!" esclamò cercando di togliersi il grosso alano di dosso senza riuscirci. Il cane continuava a farle le feste e non le permetteva in alcun modo di alzarsi dal pavimento così Hope ricorse al suo solto trucchetto: finse di svenire. Sapeva bene che non appena avesse chiuso gli occhi e smesso di dimenarsi, Samotracia si sarebbe messa a fianco della sua padrona con i grandi occhioni puntati su di lei e avrebbe iniziato ad abbaiare.

"Che è sta caciara? Samotracia che c'hai?" disse Roberta arrivando di corsa non appena sentì i lamenti del cane.

"Oh mio Dio Hope! Hope che te succede bambina mia? Hope rispondimi!" esclamò scuotendo energicamente la ragazza per le spalle.

"A ma' sto bene! Samotracia m'è sartata addosso quanno so scesa che dovevo fa? Farme fa 'na seconda doccia? Ma 'nse ne parla proprio!" rispose Hope ovvia raccogliendosi i capelli in uno chignon disordinato.

"Ma guarda questa! Ma vuoi farmi prendere un infarto?"

"A Robbè se' 'ninfermiera a te ste cose nun te possono venì! Piuttosto a lavoro t'apposto? Nun t'ho sentita rientrà ieri sera"

"Sì tesoro, tutto a posto. Adesso però sbrigati che fai tardi a scuola" disse la donna tornando in cucina mentre Hope la raggiungeva per fare colazione con lei.

"Beh? Che c'hai?" chiese Hope scontrosa scoprendo sua madre a fissarla.

"Ehm... Niente tesoro, niente" Roberta non trovava il coraggio di dirle che il giorno precedente il postino le aveva recapitato una lettera proveniente da Roma scritta a mano e di cui la donna aveva riconosciuto immediatamente la grafia. Sapeva benissimo come si sentiva sua figlia e non voleva vederla soffrire come il giorno della loro partenza.

"Vabbè" disse Hope facendo spallucce e finendo di bere la sua tazza di latte.

La ragazza ripose le stoviglie nel lavandino e tornò al piano superiore, si lavò i denti, si pettinò i capelli e decise di applicare una sottile linea di eye-liner sugli occhi. Poi si diresse in camera sua e indossò le prime cose che le capitarono a tiro frugando nell'armadio: un paio di jeans chiari e una camicetta rosa pallido a maniche corte. Prese lo zaino dalla sedia della sua scrivania e ridiscese nuovamente di corsa le scale, salutò sua madre frettolosamente e si diresse alla fermata dell'autobus mentre sua madre la guardava dalla finestra della cucina.

"Ah quanto sei cambiata bambina mia" pensò la donna sospirando e sedendosi a tavola. Da quando si erano trasferite aveva notato che qualcosa era cambiato nella sua Hope, non era più la solita ragazzina solare e sorridente che aveva sempre la battuta pronta e il sorriso sulle labbra. Roberta si era accorta che qualcosa non andava nella sua bambina e con tutta probabilità c'entrava quel bel ragazzino moro che andava spesso a trovare Hope.


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Bimbi buon pomeriggio, sono tornata! Come avrete notato sono stata assente per un bel pezzo, un po' perchè ero incasinatissima con l'università e un po' perchè questo fatto del coronavirus ha scombussolato non poche cose.

Purtroppo devo dirvi anche che sto avendo non pochi problemi nello scrivere, ho una specie di blocco dello scrittore quindi non odiatemi se non aggiorno più molto spesso come facevo prima.

Detto ciò spero che vi sia piaciuto e colgo l'occasione per ringraziare liliana_lapertosa che mi sta dando una mano incredibile in tutto.

Spero di scrivere presto.

Vi voglio bene❣️

Eleonora🗝💫

3^A LSSA: un nuovo inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora