Lunedì ore 19:37, 15 settembre 2014
La suoneria del telefono ridestò Hope dai suoi pensieri malinconici, tastò il materasso alla ricerca del cellulare e, non appena lo prese in mano, rifiutò la chiamata facendo una smorfia. Il telefono squillò ancora una, due, tre volte e Hope riagganciò ancora prima di rispondere. Non aveva voglia di parlare con nessuno, voleva solo starsene da sola con i suoi pensieri ma la sua nuova compagna di banco proprio non ne voleva sapere di lasciarla in pace.
"Pronto?" rispose la ragazza dagli occhi azzurri dopo la sesta chiamata di fila.
"Hope ciao! Tutto bene? Come sta andando italiano?" chiese dall'altra parte una voce squillante.
"Ciao Maria Vittoria, tutto bene grazie" rispose atona Hope.
"Sicura? Ti sento strana... È successo qualcosa?"
"No. Sto bene" disse mentre le lacrime presero a solcarle le guance. Hope allontanò il telefono dall'orecchio e si portò una mano alla bocca tentando di soffocare il pianto disperato in cui era crollata.
"Hope? Hope? Ci sei? Stai bene?" chiese Maria Vittoria preoccupata. La rossa abitava a poche centinaia di metri da Hope e le balenò nella mente quella che secondo lei poteva essere un'ottima idea.
"Sto bene... È solo un po' di asma..." mentì la castana mentre tirava su col naso e si passava il palmo della mano sul viso.
"D'accordo allora non ti offendi se tra dieci minuti sono da te? Mia madre stasera ha fatto la pizza ma non mi va di mangiarla da sola. Possiamo cenare insieme e poi magari ti ascolto mentre mi ripeti italiano. Ti va?" propose la rossa sperando che l'altra accettasse.
"Non mi offendo, ma non mi va. Grazie lo stesso, ci vediamo domani a scuola" Hope riagganciò prima che Maria Vittoria potesse replicare.
Si sentiva uno straccio e non aveva voglia di niente, era apatica come non mai e le era pure passato l'appetito. Persa nei suoi pensieri si buttò di nuovo sul letto con la foto tra le mani e lo sguardo fisso nel vuoto. Perchè amare qualcuno doveva per forza fare così male?
***
Lunedì ore 21:37, 15 settembre 2014
All'inizio di via Rabitti una figura esile e dalla folta chioma color rame fece la sua comparsa, in mano teneva un contenitore per alimenti e una borsa di plastica con all'interno una bottiglia di Coca Cola, una bottiglia di birra e una buona dose di caramelle e schifezze varie. Maria Vittoria percorse tutta la via fino ad arrivare ad una casa dai muri bianchi molto grande, molto simile a una di quelle vecchie corti di campagna in cui abitavano i suoi nonni. Si sporse leggermente in avanti per cercare di leggere sul citofono i pochi caratteri sbiaditi presenti sulla targhetta dorata senza però riuscire a decifrarli, suonò il campanello e dopo pochi istanti la figura piccola e minuta di Hope le apparve sulla soglia della porta d'ingresso.
"Non dirmi niente! Ti ho sentito troppo strana al telefono e... Non lo so, mi fai entrare?" chiese la rossa abbozzando un timido sorriso.
Hope non disse nulla, si limitò a spostarsi dall'ingresso e fece accomodare Maria Vittoria in cucina. La rossa appoggiò il contenitore e la borsa sul tavolo, si tolse il giubbotto leggero e si legò i capelli in una coda.
"Terra chiama Hope! Ci sei?" Maria Vittoria le sventolò una mano davanti agli occhi per richiamare la sua attenzione.
"Sì, sì... Scusami... Sono solo un po' stanca" mentì ancora una volta la castana prendendo un lungo sospiro e attaccando il giubbotto dell'amica all'attaccapanni.
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3^A LSSA: un nuovo inizio
FanfictionHope è una ragazza timida e riservata che si è appena trasferita e frequenta il terzo anno del liceo scientifico. Ha una mente brillante e si fida poco delle persone, soprattutto dei ragazzi maschi. Durante il suo anno scolastico, Hope stringe una...