Capitolo 8

654 47 41
                                    

L'estate stava giungendo al termine, erano passate diverse settimane da quella serata e non vedevo Jimin da allora: il giorno dopo aveva fatto le valigie e senza dirci nulla se ne era andato. Aveva chiamato i manager per chiedere alcuni giorni di vacanza e lasciato un biglietto con semplicemente scritto: "Ho bisogno di alcuni giorni di riposo, sono in vacanza dai miei amici". Nessuna spiegazione, né un saluto.

Successivamente avevo saputo da Taehyung che lo aveva incontrato e si erano parlati, ma ancora non sapevo cosa fosse successo, la sua faccia era molto bianca e tirata. La sua unica spiegazione fu che non dovevo preoccuparmi e che tutto si sarebbe risolto, ma leggevo nei suoi occhi la preoccupazione.

Le mie insistenze e telefonate venivano sempre rifiutate e non sapevo più cosa fare, ogni giorno ripensavo a quella sera e a cosa avrei potuto fare di diverso. Ogni tanto uscivano foto di lui sui social: chi lo aveva incontrato in un locale oppure passeggiando con un amico per strada. Cercavo ogni volta le immagini e seguivo ogni rumors, sperando di sapere di più su cosa facesse, ferendomi ogni volta che lo vedevo abbracciato a qualcuno.

Anche gli altri ragazzi avevano notato qualcosa e li sentivo parlare sottovoce per poi smettere quando entravo nella stanza, mi rivolgevano allora sorrisi e cercavano di coinvolgermi nelle loro attività

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Anche gli altri ragazzi avevano notato qualcosa e li sentivo parlare sottovoce per poi smettere quando entravo nella stanza, mi rivolgevano allora sorrisi e cercavano di coinvolgermi nelle loro attività. Taehyung fu la mia ancora in quel periodo, se non fosse stato per lui avrei passato tutti i giorni in camera davanti a uno schermo, invece mi spronava ad uscire, ad allenarmi e a parlare.

Mi spiegò che stava cercando di rimediare e di pareggiare un vecchio conto: quando fu lui ad essere depresso qualcuno gli rimase accanto, per superare i momenti bui e lui voleva fare la stessa cosa con me.

Mi concentrai di più sullo studio del canto, volevo migliorare fino a essere fiero di me, volevo che tutti fossero fieri di me: i ragazzi per il loro supporto costante e i fan per l'amore incondizionato che ci davano. Così le settimane passarono, si avvicinava il mio compleanno e gli eventi che avevamo in programma per quel periodo.

Sapevo che per lavoro Jimin sarebbe tornato e contavo i giorni che mancavano, chiedendomi se avrei passato il compleanno senza di lui, sarebbe stata la prima volta da quando ci conosciamo. Il pensiero di non vederlo entrare, tutto eccitato con una torta da lui decorata tra le mani, mi bruciava l'anima. La paura mi logorava dentro e ripensavo agli anni passati, a quanto aveva fatto per me ogni volta, a momenti come il compleanno scorso in cui come regalo voleva darmi un bacio.

Nonostante tutto cercavo di non far vedere la mia impazienza davanti agli hyung, mi impegnavo ad essere il ragazzo spensierato ed energico che conoscevano, non volevo farli stare male per me, voglio bene a tutti loro e farei qualsiasi cosa per la mia famiglia, anche mettere a tacere i miei sentimenti. Così continuai a farli ridere con le mie imitazioni e balletti comici, senza sottrarmi agli impegni di lavoro dando il massimo come sempre.

Una sera Namjoon venne in camera mia per parlare, vedevo che voleva dirmi qualcosa e aspettava io gli dessi qualche segnale ma non potevo aprirmi così facilmente: affrontare i miei sentimenti ed esprimerli a parole forse è l'unica cosa in cui non sono bravo.

Noi siamo i JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora