Compleanno

11.7K 220 13
                                    

Mi sveglio, apro gli occhi e rimango abbastanza sorpresa.
Tante candele a terra, con petali, che percorrevano una scia.
Mi alzo in fretta. Non riuscivo a toccare con i piedi a terra.
Stavo... Fluttuando.
Non capisco cosa mi sta succedendo.

Però proseguo per il mio percorso, finché vedo in cucina Diego che viene da me e mi sussurra all'orecchio:
-Buon Compleanno bellissima-
E lo bacio.

Di colpo ci troviamo sul letto, già nudi, a baciarci e farci coccole, finché non si alza in piedi e mi dice :-Addio Clara-
E svanisce nel nulla.

Io rimango lì, gelida, e con la stanza completamente buia e tetra fino a vedere prosciugarmi tutto corpo, tanto da divenire sempre più magra... Anoressica.
Ero persa. E immobile, in quel letto così gelido.

Mi sveglio con un sussulto.
Era solo un sogno per fortuna.
È stata una cosa orrenda..

Intanto però sentivo una fame fortissima.
Sarà per questo il collegamento con la magrezza progressiva.

Mi alzo, metto le ciabatte e mi specchio.
Ho la faccia quasi sconvolta, i capelli super arruffati e il trucco tutto sfatto.
Ok... Mi sono dimenticata di struccarmi ieri sera.

Ma non é stata una bella serata..

Vorrei non fosse mai successo tutto questo... Ma in realtà non é così. Ho desiderato tutto... E sinceramente non me ne pento.
Forse é meglio così... Per entrambi.

Mi dirigo in cucina, vedendo dall'orologio che sono ancora le 06.07.
Troppo presto per i miei gusti, ma troppo tardi per riaddormentarmi.
Prendo dei biscotti dalla dispensa e mi faccio un tè.

Preparato tutto, mi siedo e inzuppando man mano un biscotto e mangiando, guardavo quella porta.
La sua..

Davvero, credo di non essere mai stata così confusa nella mia vita.
Di essere così presa, ma desiderosa di respingere tutto ciò che ho avuto con un ragazzo.
È esilarante.

Finito tutto, torno in camera.
Mi rimetto sul letto e mi rannicchio lateralmente con le ginocchia strette al petto, tra le braccia.
Una piccola lacrima percorre la mia guancia sinistra, finché non mi riaddormento.

*****************
Un bacio sulla fronte, si questo percepisco.
Per un attimo spero che non si tratti di un altro sogno e che Diego é tornato qui da me per parlarmi.

Apro gli occhi e... Papà!

Mi siedo frettolosamente e lo abbraccio.
Mi era mancato così tanto...

Quasi mi ero dimenticata che sarebbe venuto.

-Buon compleanno tesoro-
-Grazie papà. E grazie che sei qui-

Lo stringo più forte, sempre più, finché poi, quasi per un misto di troppe emozioni insieme, non scoppio in lacrime.

Lui mi vede e non capendo il perché della mia reazione, mi da un bacio sulla fronte e dice col suo perfetto inglese:
-Ehi.. Sono qui. Anche tu mi sei mancata tantissimo-

Ci alziamo e mi guarda, come soddisfatto di quello che ha davanti.

-Sei cresciuta un po'- esclama
-Davvero?-
-Dall'ultima volta si. Comunque ascolta. Vestiti velocemente che usciamo un po' e ti porto a pranzo da qualche parte per festeggiare-

-Okay papà, dammi 20 minuti. -
-Fai pure, io continuo a conversare con il tuo amico Diego-

Mi giro scioccata,ma non faccio domande.
Così lui continua:
-È un tipo simpatico. Magari invitiamo anche lui e Rosalba-

-Non lo so... O meglio, non so se possono. -
-Si che possono, ho già parlato con loro. Ti aspettiamo tutti giù -

-Ah... Okay. Arrivo-

Ed esce dalla camera.

Non me lo aspettavo... Diego a festeggiare con me e mio padre il mio compleanno.

Pensavo... Che insomma, volesse spazi da me.

In ogni caso...
Apro l'armadio e, dopo un minuto di esitazione, decido di prendere il mio vestitino bordeaux di lana, a mo di tubino fino al ginocchio, con le spalle scoperte.

Lo indosso, poi abbino una grande cinta nera sui fianchi, e ai piedi degli stivaletti neri.
Poi mi dirigo in bagno e, lavati i denti,lego i capelli con una coda bella alta, metto un po' di trucco sul viso con un bel lucidalabbra dello stesso colore del vestito. Infine dei lunghi orecchini pendenti color argento.

Insomma, non troppo elegante, né troppo casual.
Ma credo abbastanza carina per festeggiare il compleanno.

Esco dalla stanza e vedo mio padre ad aspettarmi lì con il sorriso.
Gli vado incontro, mi da un bacio sulla fronte e scendiamo.

Non nascondo che un forte nervosismo pervade le mie viscere...

******************
Non appena siamo giù, vedo Rosalba vestita benissimo con un pantaloncino bianco, una camicetta bianca con su un cappotto beige e ai piedi degli stivali bianchi fin sopra il ginocchio.

Davvero niente male.
Poi sul viso dei giganteschi occhiali da sole quadrati, ma che le donavano molto.

Appena mi vede, mi corre incontro fino ad abbracciarmi e urlare:
-Auguri carissima. Ti meriti tutto il meglio. E ricorda sempre che per me sei la numero uno e che ti voglio tanto tanto bene-

La stringo più forte e dico a bassa voce:
-Grazie, davvero. Anche io ti voglio bene-
Poco dopo ci stacchiamo e mi porge una bustina.
-Aprilo-

-Okay.-

Tolgo la carta, seppur sentissi una forte distrazione proveniente dall'altra parte, quello sguardo così penetrante del mio coinquilino con cui non ho ancora avuto modo di parlare.

Apro il pacchetto e... O Mio Dio.
Era un braccialetto Brosway che volevo tantissimo, con due cerchietti argento intrecciati e dal bordo fucsia.
Con una catenina sottile, molto semplice, ma davvero molto molto bella.

La guardo e la riabbraccio forte.
-Tu sei pazza- dico
-Shh- risponde.
E si stacca, dandomi un bacio sulla guancia.

Poi guarda mio padre a mo di "Vieni con me poi ti spiego" e dicendo:
-Signor papà. Andiamo in macchina. Tra poco ci raggiungono-
Lui guarda me e Diego sospettosi, perplesso... Ma poi la segue.

Avevo il cuore, lo stomaco.. Tutto in fiamme.
La testa bassa.
Ho solo il coraggio di dire:
-Ciao-
-Ciao Clara... Volevo porgerti i miei auguri.-
-Grazie-
Lo guardo. Lui mi guarda.

Per un attimo tutto intorno a noi si ferma.

Avrei voluto baciarlo, o abbracciarlo.
Ma non ho il coraggio.
Lui a quanto pare non vuole nemmeno.
Infatti poco dopo gira lo sguardo e dice:
-Andiamo-
E si dirige verso la macchina.

Per un po' rimango ferma, non riuscivo a muovermi, e sentivo un misto di rabbia e tristezza dentro, ma dovevo rimanere forte.

Faccio un sospiro e vado in macchina.

Mio padre accende la macchina e parte.
Io intanto per tutto il tragitto ero seduta vicino il posto guida e guardavo fuori.
Senza dire parola.
Al contrario di Rosalba che invece non faceva altro che cantare ogni singola canzone che usciva alla radio e parlare di alcune sue avventure che le ricordano quelle canzoni.

Nella mia testa invece... Un misto di nulla e tutto.
Ma preferisco concentrarmi sulla strada, sul guardare tutto ciò che non sia lo specchietto retrovisore vicino a me, e che mi avrebbe fatto vedere la persona seduta subito dietro di me.

Poco dopo sento:
-Siamo arrivati-

Mi guardo intorno e, capendo dove eravamo, un sorriso a 30 denti si forma sul mio volto.

Eravamo a Firenze.

Sex RoomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora