Cap 10

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ELLY'S POV:

La mattina successiva  fui svegliata da un raggio di sole che attraversava la fessura della tapparella abbassata. Giustamente, il raggio di sole quale viso doveva colpire? Il mio, no? È logico! Così, ormai sveglia, decisi di alzarmi, ma non appena alzai il busto, le mie tempie cominciarono ad essere martellate da un fottuto mal testa. Mi stesi nuovamente sul letto massaggiando le parti doloranti e sussurrando un finissimo "cazzo, il mal di testa no!".

Cominciai a chiamare Rita. Nessuna risposta.

Chiamai il nonno. Niente.

Chiamai la nonna.  Niente, anche lei scomparsa.

Così stesi il braccio verso il comodino per prendere il cellullare e chiamare Rita, ma presi un'altra cosa: un bigliettino sul quale era scritto:

'ELLY, ACCOMPAGNO I NONNI A FARE LA SPESA, TORNIAMO SUBITO. MI HANNO CHIESTO DI IERI SERA E HO DETTO CHE E' ANDATO TUTTO BENE, NON HO RACCONTATO DI COSA TI E' SUCCESSO.

TI HO LASCIATO LA TICHIPIRINA E UN BICCHIERE D'ACQUA PER FARTI CALMARE IL MAL DI TESTA.

RITA'

Allungai l'altro braccio per afferrare prima il medicinale e poi il bicchiere. Ingoiai la tachipirina e scesi giù in cucina per far colazione. Aprì il frigo e presi il latte, per poi versarlo nel bicchiere. D'estate amo bere il latte fresco appena uscito dal frigo.

Stavo per portare il bicchiere cristallino alle labbra, quando qualcuno suonò il campanello. Poggiai il bicchiere sulla mensola sbuffando buttando le testa all'indietro: odio quando qualcuno mi interrompe quando sto facendo qualcosa.

Il campanello continuava a suonare, così mi recai verso la porta urlando "arrivo, arrivo! Un attimo!" Non appena aprì la porta mi ritrovai un Louis sorridente.

"Mi sa che queste non sono mie" disse ridendo, alzando un paio di scarpe a decolté con tacchi alti.

"Oh si, sono le mie" lo guardai stranita, per poi afferrare le scarpe. Lo ringraziai e lo invitai ad entrare in casa.

Entrò guardandosi intorno, mentre io guardavo le scarpe cercando di ricordare cosa fosse successo la notte precedente.

"Le tue scarpe erano nella mia macchina" disse improvvisamente Louis ridendo, molto probabilmente per la faccia buffa che avevo appena fatto. "Ieri sera ti sei ubriacata e siccome Rita non sapeva guidare, vi ho accompagnate io con la mia macchina"

"Bene, bella figura di merda!" dissi facendomi i complimenti da sola come un perfetta scema.

"Dai Elly, non farne un dramma, può succedere a chiunque di alzare un po' il gomito qualche volta.." cercò di rassicurarmi, mentre andavo a posare le scarpe nella scarpiera vicino all'ingresso.

"No Louis, per me è diverso.." chiusi la piccola porticina in plastica, per poi guardarlo negli occhi e riferirgli: "Io è da sette anni che alzo il gomito.. E non l'ho mai fatto involontariamente.."

Mi guardò in modo strano non capendo a cosa mi riferissi, poi continuai.

"Sette anni fa morì mio padre, l'unico uomo della mia vita. L'ho perso in un incidente aereo. Da allora non mi sono data più pace.." mi asciugai le lacrime che cominciarono a rigarmi le guance "Da allora mi sono affidata all'alcool, l'unica mia consolazione.." dissi scoppiando in un pianto isterico.

"Va tutto bene, Elly", mi consolò abbracciandomi a sé.

Sentimmo un rumore: una chiave che girava nella toppa della porta, seguita dalla voce di Rita:

"Dai non ti preoccupare, vedrai che sarà..." disse la mia amica a qualcuno, ma si bloccò non appena vide la scena, rimanendo con gli occhi aperti, concludendo con un "Oh cacchio".

Over Again ||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora