Prologo.

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Mi sveglio senza motivo.
Dalla mia posizione e dai vari dolori, mi accorgo di essermi addormentata come una cretina: pancia all'ingiù, la faccia schiacciata nel materasso e le gambe mezze penzoloni ai piedi del letto.
Devo essere crollata in un attimo.
Rimanendo sdraiata, allungo con fatica il braccio sinistro all'altezza degli occhi per controllare l'ora.
16:45.
Nello stesso istante sento la macchina avvicinarsi alla villetta.
Oddio!
Sussulto e scatto all'in piedi.
Non c'è tempo per darmi uno sguardo allo specchio.
Non c'è tempo di mettere qualcosa ai piedi.
Non c'è tempo.
Corro fuori al balconcino che affaccia all'entrata di casa e incrocio le braccia impaziente. Cambio immediatamente idea e mi appoggio alla ringhiera con la mano destra, l'altra sul fianco e faccio uno dei miei sorrisini.
Oggi non è solo.
Una volta accostati, esce dal lato del passeggero e già è rivolto verso la mia direzione.
Mi stacco dalla ringhiera e punto indice e medio alla tempia.
Lui fa lo stesso.
Con un gesto rapido, allontaniamo contemporaneamente la mano verso l'alto. Sorridiamo.
Il pomeriggio può cominciare.
«È la moda di questa settimana la coda di cavallo su un lato della testa e la camicetta sgualcita e macchiata di olio?»
Si riferisce alla mia divisa da lavoro.
«Stai zitto che mi hai vista in condizioni peggiori!»
«Non ti posso dare torto.»
Prima di rientrare, saluto anche Fabio che nel frattempo è uscito dalla macchina.
Ormai è abituato a questa scenetta e non si chiede neanche più il perché.
È vero quando dico che non è la prima volta che sono impresentabile. In precedenza, sono uscita in pigiama, in accappatoio... Ci mancava poco che uscissi in mutande! E stava per succedere.
Mentre loro bussano alla porta, cerco di darmi una sistemata.
Rimando la doccia per questa sera e mi faccio una sciacquata veloce tentando di eliminare la puzza di fritto.
Sciolgo il codino, lascio liberi i capelli e mi cambio indossando una tuta comoda.
Le strilla mi accompagnano dalla stanza fin giù nel salotto.
I bambini li hanno accerchiati e si spingono tentando di saltare sulle loro spalle. Anche Sofia tenta di avere la loro attenzione, ma senza scavalcare i più piccoli di lei. Io purtroppo non sfuggo all'attenzione di Ada, che mi fulmina appena entro nel suo campo visivo. Dall'espressione penso desideri strozzarmi o gonfiarmi di botte.
Non lo farebbe mai.
Punta più volte un indice sul polso.
Incrocio le mani e la guardo disperata.
"Ti prego, scusami! Mi farò perdonare!"
Segue il mio labiale. In questo momento anche se urlassi non mi sentirebbe. Sbatto i miei occhioni azzurri. Aggrotta ancora di più le sopracciglia.
Aiuto! Non sta funzionando!
Sono pronta a scappare, ma dopo un po' si rassegna. Un bambino le sta tirando con insistenza la vestaglia.
Le mando un bacio con la mano prima che possa infuriarsi davvero e fa segno di scacciarlo via.
Mi allontano. Odio il caos. Soprattutto quando se ne ha già abbastanza dentro.

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Saaalve a tutti. Questo è soltanto l'inizio di una piccola storiella che sto scrivendo.
Tra i personaggi ci saranno i ragazzi di Space Valley e sarà un po' diversa dalle storie che parlano di loro. Fatemi sapere se vi interessa conoscere il seguito.
Chi sarà il ragazzo? Lo scoprirete presto.😘

Il mio posto fuori dal mondo. [Completa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora